
“Io, candidato scomodo per Fdi, avrei sottratto voti a Buchignani per entrare in Consiglio. Quella di Santini è una civicità di facciata”. Questa, in sostanza, la denuncia di Marco Santi Guerrieri, ex-coordinatore comunale di Fdi ed ex candidato sindaco della civica Noi per Lucca, che proprio giovedì scorso (11 maggio) ha deciso di porre fine alla sua corsa elettorale, ritirando la lista depositata appena il giorno precedente. Fra i motivi del ripensamento, il passo indietro fatto da cinque dei personaggi in lizza, ma anche una situazione personale scomoda, in cui il candidato, “uomo identitario”, come lui stesso si definisce, non si sentiva più a proprio agio nelle vesti di civico. A raccontarlo è lo stesso Guerrieri, questa mattina (16 maggio), nei locali del dopo lavoro ferroviario.
L’ex Fdi, dopo essersi assunto la propria parte di responsabilità per i temporeggiamenti e i ritardi nella presentazione della lista, è passato subito ad attaccare la coalizione di centro-destra, quella che sostiene la candidatura di Remo Santini, da cui dice di essere stato tagliato fuori. “La seconda lista di Santini, Lucca in Movimento, – prosegue – in cui in un primo momento sembrava dovessi correre anch’io, probabilmente è il quarto partito della colazione: vi sono stati infatti inseriti i nomi di cinque-sei politici di chiara fama, che mi lasciano basito, a cominciare da Antonino Azzarà, che ha corso prima con Fazzi, sostenendo poi Baccelli alle regionali. Scandaloso anche il comportamento di Marco Chiari (che tuttavia ha deciso di rimanere fuori dai giochi per questa tornata elettorale, ndr), che a novembre si candida a sindaco, dopo l’uscita da Forza Italia e poi prende la tessera di Fdi. E’ chiaro che nel complesso si tratti di una civicità solo di facciata”.
Un dialogo, quello intrapreso con Santini e la sua colazione, che stando alle parole di Guerrieri ha avuto inizio nel mese di gennaio, quando il capofila di Noi per Lucca, già in corsa per la carica di primo cittadino, in seguito alla rottura con Fdi, incontrava l’attuale leader della coalizione di centro-destra, Remo Santini, che, al contrario, non aveva ancora sciolto le riserve in merito ad una sua possibile candidatura. “Si sapeva che avrebbe probabilmente guidato la coalizione di centro destra – racconta Guerrieri – così ci siamo detti: aspettiamo un mese e vediamo cosa accade, vediamo se come indipendente riesco ad entrare e a darti una mano, perché sono sempre stato contrario a fare liste in appoggio. Subentra poi un collaboratore di Remo, Salvadore Bartolomei (ex-consigliere regionale), che si è offerto, a metà febbraio, di trovare una formula transattiva. Con Santini ci siamo visti non meno di 30 volte e sentiti per telefono non meno di 50”, dichiara.
Questa situazione, sempre in base alla ricostruzione di Guerrieri, sarebbe andata avanti fino al 29 di aprile. “A quel punto – continua – Bartolomei dovette ammettere due cose: la prima, che ero un individuo scomodo all’interno della lista Lucca in movimento, perchè si sapeva che qualche preferenza l’avrei portata e questo avrebbe messo da parte persone che erano già sicure di fare gli assessori o quant’altro. Ma il fattore determinante è stato il veto di Fdi, vilmente posto sia dal coordinatore provinciale del partito, Riccardo Zucconi, sia dalla stessa Giorgia Meloni, tanto che un messaggio giunto al coordinatore regionale proprio dal partito di Roma mi definisce come un individuo non interessante e soggetto pericoloso per Fdi. In sostanza – deduce Guerrieri – avrei prelevato tutti i voti di Fdi, di cui sono stato segretario per quattro anni e di conseguenza Fdi non avrebbe raggiunto il quorum necessario per consentire a Nicola Buchignani di entrare in consiglio comunale. Santini mi ha allora consigliato di fare una lista in appoggio alla sua candidatura. E’ un fatto di gravità inaudita che un partito che raccoglie il 3 per cento a Lucca si possa permettere il lusso di mettersi nel mezzo, dicendo ad un candidato sindaco che Guerrieri non deve entrare in lista. Ma è vergognoso, del resto, anche Buchignani capolista, una persona che circumnaviga lo zero assoluto nella politica lucchese”.
Inevitabile, a questo punto, interrogarsi sulla convenienza, per Santini, di proporre la creazione di una lista che avrebbe comunque potuto drenare voti da quella di Fdi, secondo la stessa logica espressa da Guerrieri. “Una lista messa in piedi all’ultimo momento – spiega Guerrieri – era un modo per mettermi in condizione di non raggiungere il quorum e risolvere il problema di Fdi. Avrei infatti avuto un peso ben diverso come indipendente nella coalizione: sarei andato in consiglio comunale di sicuro”.
A testimonianza di quanto affermato, Guerrieri dà anche lettura di un sms che gli sarebbe stato recapitato dallo stesso Santini, il 29 aprile scorso. “Carissimo – legge – sai quanto lo abbia voluto e quanto abbia insistito. Credo che oggi Zucconi ti abbia spiegato, spero ci sia ancora uno spiraglio. Questo avveniva a dieci giorni dalla presentazione delle liste”.
Nell’ottica di Guerrieri, dopo aver esaurito i tentativi di ricompattamento del centrodestra, fra cui anche un’intermediazione fra Santini e Pera, che sarebbe intercorsa nel mese di gennaio, non sarebbe stato coerente portare avanti un progetto civico che iniziava a stargli stretto, soprattutto con lo sfumare di ogni possibilità di giocarsi la partita fra le fila della coalizione che appoggia Santini. “La mancata presentazione della lista elettorale – spiega – diversamente da quanto detto non è stata determinata dalla mancanza di firme: ne ho raccolte 250 che ho presentato mercoledì mattina all’ufficio elettorale. Dopo tre ore ho pensato che sarebbe stato meglio ritirarla. Tutta la mia campagna si basa sulla parola coerenza: per un uomo di destra è tutto. Forse è per questo che la civicità che mi ero proposto a vantaggio del centrodestra mi andava stretta. Inoltre, mercoledì mattina si sono sfilati 5 nomi dai 24 della lista (4 universitari e una persona anziana) per problemi familiari e di studio: mi sembrava una forzatura mantenerli in lista. Il problema non era tanto trovare persone in sostituzione, quanto piuttosto il fatto di dover inserire 5 nuovi candidati in 24 ore, per cui avrei dovuto trovare le preferenze, facendo disparità verso gli altri. Sono uscito non da vittima, mi prendo anzi la mia responsabilità per non aver presentato la lista. Ma anche Santini doveva essere coerente, parlare con Zucconi e giungere assolutamente ad una condizione di condivisione, anziché assecondarlo quando ha deciso di mettersi contro di me. Santini è colpevole e responsabile in quanto candidato sindaco che non si è imposto. Qualora non vincesse per uno scarto di qualche migliaio di voti sarebbe anche per le persone che avrebbero apprezzato e votato me”.
Guerrieri, che con la sua associazione civica Noi per Lucca si propone da ora in avanti di rivestire la funzione di “termometro politico lucchese” – come afferma lui stesso -, non è tuttavia ancora pronto ad esprimere la propria preferenza per la guida di Palazzo Orsetti. “Ad oggi – dice – è ancora difficile capire cosa accadrà, ma sicuramente darò un’indicazione di voto più avanti. Posso dire di aver due simpatie: una alla destra del padre e una al centro-destra del padre. Voglio parlare con tutti i candidati e valutare, è una questione seria. Sicuramente ci sarà un frazionamento maggiore rispetto al 2012”. Accantonato l’esperimento civico, l’ex Fdi non esclude, poi, l’avvicinamento ad un nuovo partito. “Potrebbe esserci un partito nel mio futuro, perché sono un uomo identitario, ma di sicuro non durante la campagna elettorale. Mi sto guardando attorno”.