Garzella: “Basta favori e clientele, con Lucca cambierà”

“Basta con il sistema di favori e clientele che sta sempre più diventando la normalità anche nella nostra città”. Il candidato sindaco di Lucca, Avanti tutta! e LiberaMente Lucca Matteo Garzella attacca alcuni suoi sfidanti, prendendo spunto dal dibattito politico delle ultime ore. “Dobbiamo mettere un freno – dice – a un sistema ormai simile ad altre zone della nostra provincia dove una sola famiglia gestisce tutto e tutti, si è obbligati a inginocchiarsi e a ingoiare rospi di continuo per vivere e ancor di più sopravvivere. Ho 38 anni e due figli piccoli, anche e forse soprattutto, per questo ho deciso di fare qualcosa di concreto e decisivo per cambiare le prospettive della mia città e dare un’alternativa vera e valida per l’amministrazione del suo presente e per porre le basi del suo futuro”.
Garzella entra nel merito delle diverse questioni: “Barsanti – afferma – ha scoperto l’ennesimo favore elettorale di Tambellini che assegna spazi pubblici al suo stesso partito, non avendo nemmeno il pudore o la vergogna di chiedersi se questo modo di operare sia in linea con la giustizia sociale che la sinistra da sempre a gran voce chiede. Bindocci afferma che nella assunzione dei lavoratori, i nostri ragazzi per inciso, da parte di Lucca Comics, si agisce per chiamata e non per concorso come obbligherebbe giustamente la legge, formando magari così clientela e dipendenza dalle scelte di singoli che chiudono libertà e speranze. Imt, sicuramente in maniera legittima, sceglie per un posto di prestigio e ritorno economico, il figlio dell’ex presidente della Fondazione Crl che ne è da sempre la sostenitrice economica principale, lasciando a tutti il dubbio che le cose non siano scollegate e che figli di persone ‘normali’ non possano avere le stesse opportunità. Santini e un suo candidato, facendo un’analisi interessante che anche noi stiamo facendo delle difficoltà che esistono per disattenzione o cialtronaggine sui percorsi riservati a chi ha disabilità, si accorge che il Comune per primo crea barriere a chi di ostacoli ne ha anche troppi nella vita (e al riguardo ci siamo imbattuti in qualcosa di clamoroso che non esito a definire incredibile ed ingiustificabile e di cui presto daremo ampia notizia). Una città questa che vede – aggiunge – un provveditore agli studi far leva principalmente sui propri sottoposti per creare in pochi giorni una lista, che se non si volesse essere maligni e pensare che in questo periodo si assegnano le cattedre (posti di lavoro in pratica) e non essendosi sospesa dall’incarico (la legge lo consente, ma la decenza lo imporrebbe) decide il destino dei propri candidati e si volesse essere benvolenti e considerare che è tutto frutto della stima che hanno di lei, non ci si può comunque esimere dal dire che non è così che l’amministrazione pubblica guadagna in dignità e rispetto da parte della gente normale. Questa non è la Lucca che noi persone normali vogliamo e che deve dare certezze alle speranze dei nostri figli. Non è la Lucca che vogliamo quella dove un assessore parla di ‘creazione di felicità pubblica’ riferendosi all’intervento previsto a S. Vito, dove ci sono persone a cui è stato detto che verrà demolita la casa, senza dirgli dove e come andranno ad abitare nell’attesa di vedere la consegna di una nuova. Io voglio che Lucca sia una città dove il merito conta, dove si possono avere speranze e sogni pensando che realizzarli sia possibile, dove se sei cieco o invalido non è impossibile vivere e dove la cosa pubblica ti da una mano, levando ostacoli e non mettendoli o lasciandoli mettere ad altri. Voglio che se si interviene per migliorare un quartiere e la vita che c’è dentro, lo si faccia parlando con le persone che ci abitano, non andando contro e stracciando accordi come a Pontetetto, lasciando nel dubbio e nell’angoscia come a S. Vito o in un mare di problemi come chi abita vicino al nuovo sottopasso ferroviario. Voglio dare speranza e certezza, fondando tutto questo sul diritto, sulla legalità, sul merito e lo voglio fare perché è giusto, non perché conviene a me o ai miei amici. Lucca deve cambiare, non in peggio finendo sotto il controllo totale di una famiglia che controlla tre candidati; deve cambiare in meglio, dandosi una speranza e una voglia di essere libera come è sempre stata nella sua storia. Ho 38 anni, è il tempo di prendersi queste responsabilità, è il tempo di governare Lucca, insieme”.