Sentenza Tar, Bianchi (Fds): “Le spese le paghino i dirigenti”

Il Comune condannato a pagare le spese legali per il ricorso sull’accesso agli atti presentati dalla consigliera Fds Roberta Bianchi: “I soldi – dice la ricorrente – siano a carico non dei cittadini ma dei dirigenti”. Il caso, trattato ieri da Lucca in Diretta, viene commentato oggi dalla Bianchi, candidata consigliera della lista Lucca Città in Comune: “Fin dal mio ingresso in Consiglio comunale, due anni fa, ho avuto serie difficoltà per far valere il mio diritto di accesso agli atti. Il regolamento – ricorda – stabilisce che i consiglieri debbano ricevere gli atti richiesti entro tre giorni; gli uffici, in caso di documenti particolarmente complessi, possono chiedere una proroga non oltre i 20 giorni. In alcuni casi la richiesta di proroga era divenuta una prassi, in altri i documenti non arrivavano proprio senza alcuna motivazione. Mi sono rivolta al presidente del consiglio comunale, al prefetto e al difensore civico, ma senza risultato. Se un consigliere chiede un atto non lo fa certo per mettere in difficoltà gli uffici sicuramente già oberati di lavoro, ma per svolgere a pieno il suo mandato. Il tardivo o mancato invio, ovviamente, glielo impediscono”.
“Il 10 gennaio 2016 ho segnalato al sindaco, alla segretaria, al presidente del consiglio comunale e alla commissione di garanzia – prosegue la Bianchi – che vi erano nove richieste di accesso agli atti alle quali non avevo ricevuto risposta. Solo la commissione di garanzia ha preso in carico la mia segnalazione. Per questo motivo ho deciso di ricorrere al Tar. Purtroppo per sette delle nove richieste erano scaduti i termini per la presentazione. Ho scelto di procedere comunque per le due richieste per le quali ero ancora in tempo e in data 13 febbraio ho presentato ricorso. Uno dei dirigenti, ricevuta la notifica, mi ha trasmesso gli atti richiesti. L’altro, nonostante il ricorso pendente, non lo ha fatto, finché non ho nuovamente sollecitato l’invio. Il 29 maggio il Tar ha pubblicato la sentenza nella quale dichiarava chiuso il procedimento, essendo cessata la materia del contendere, ed ha condannato il Comune al pagamento delle spese processuali quantificate in 2.000 euro, a cui vanno aggiunte le maggiorazioni di legge del 15% e del 4% oltre all’Iva, nonché il rimborso del costo del contributo unificato (500 euro pagate da me). Voglio sperare che queste spese non ricadono sui cittadini, ma vengano addebitate ai dirigenti responsabili”.
“L’amministrazione – aggiunge -, consapevole di avere torto, non si era nemmeno costituita in giudizio. Poichè ‘il lupo perde il pelo ma non il vizio’, vi è una richiesta recente alla quale non ho ottenuto risposta: copia delle ricevute rilasciate dall’Opera delle Mura a fronte dei pagamenti delle associazioni che hanno in gestione le varie casermette. Non farò in tempo a ricorrere nuovamente al Tar, prima che scada la consiliatura, e forse si confida proprio in questo, oppure, peggio, non ci sono ricevute. Alla faccia della trasparenza”.