
Dai campi di calcio all’agone politico il passo non è banale. Prova a farlo l’ex capitano della Lucchese, Bruno Russo, che è sceso in campo con la lista civica Lei Lucca ed è fra i principali sostenitori della candidatura di Donatella Buonriposi come sindaco della città. La definisce un po’ Merkel un po’ Macron, ovvero una “donna con le palle” che, fuori dai partiti “potrebbe sbaragliare il panorama politico lucchese”.
Già, perché per Russo serve cambiamento: “Lucca ha una grandissima opportunità – dice Russo – per svoltare rispetto a questa neuseante politica. Sogno che l’11 giugno succeda come con Macron, che con una lista civica ha mandato a casa i partiti che hanno fallito e sono diventati impresentabili”.
Non le manda a dire né a destra né a sinistra, battagliero un po’ come era sul rettangolo verdee forte di un Dna che ha evidentemente qualche elemento di politica attiva, visto che ha un fratello sindaco in Calabria e un altro fratello assessore in Val d’Aostaq: “Sono arrivato a questa decisione – spiega – perché non ho condiviso come il centrodestra è arrivato alla scelta del candidato. C’era la possibilità di convergere sulla Buonriposi, poi è arrivata una scelta piovuta dall’alto. Pensate che Berlusconi, Salvini, la Meloni sappiano chi è Remo Santini e quali sono i problemi di Lucca? Le istituzioni lucchesi, ormai, sono legate solo a difendere le eccellenze, ma i veri problemi della città sono le periferie, le navette che non passano nei quartieri, i parcheggi, la viabilità. Dopo la scelta di Santini ho sperato tanto che la Buonriposi avesse il coraggio e mi sono sentito di appoggiarla. E’ l’unica in grado di dare un segnale alla politica locale”.
“Il centrodestra – dice ancora Russo – in questa tornata elettorale ha raccolto di tutto, le stesse persone che in passato hanno consegnato la città, che è di centrodestra, al centro sinistra che va avanti sempre con le solite logiche. Sono stati messi da parte tutti gli uomini vicini al sindaco per affiancargli quelli di area renziana. Per non parlare di Garzella che per cinque anni è stato presidente del Consiglio con il Pd e con Tambellini e ora si sveglia sostenendo che il silndaco ha sbagliato tutto. Con una lista appoggiata da persone che sono sempre state a destra e che appoggiano ora una lista di sinistra. E fra questi c’è Guido Moutier, politico di professione del centrodestra targato Marcello Pera, che grazie a lui è stato componente del consiglio dell’autorità per la vigilanza sui contratti pubblici a 196mila euro lordi l’anno. Per questo mi spendo per Donatella, unica candidata slegata da tutte queste logiche. Per lei parlano le competenze e la storia personale. Non sostenerla significa perdere una grandissima occasione”.
Il rischio, per il resto, è quello di un grande inciucio: “A destra come a sinistra – dice Russo – sono tutti uguali: votare Santini è come votare Tambellini- Basta vedere come ci si sta mettendo d’accordo a livello nazionale. E invece la politica deve essere un servizio ai cittadini, mentre ora è solo un modo per spartirsi il potere. Ormai non si pensa ai cittadini ma solo a fare i proprio interessi e non se ne può più di questi politici di professione. Allora uno o si rassegna o esprime fortemente il dissenso contro questo modo di fare. Il mio obiettivo in questo senso non è quello di entrare in consigio comunale ma di far sì che la politica sua una cosa più pulita e chiare nell’interesse della comunità”.
In primo piano, per Russo, ci devonosempre essere le competenze: “Guardate per esempio – dice – il programma dello sport del centrodestra. E’ stato fatto da chi non ha mai fatto sport in vita suo. Chi si occupa di sport, invece, deve aver vissuto quel mondo e conoscerlo dall’interno. E questo è solo un esempio. Donatella, da parte sua, conosce i meccanismi della cosa pubblica ed è l’unica candidata che sarebbe in grado di stimolare una macchina obsoleta come quella comunale. E in molti lo sapevano e lo sanno nel centrodestra anche se poi hanno scelto un altro candidato. Per questo non mi pongo neanche il problema del secondo turno. In caso di sconfitta l’11 giugno, infatti, avrò il rammarico, di non aver fatto capire l’opportunità che ci sarebbe stata- Per il resto non ci sarà indicazione da parte nostra e in particolare da parte mia. Non ci buttiamo di qua o di là per convenienza, ma solo sostenere la Buonriposi”.
Russo parla anche degli avversari: “Con Tambellini – spiega – ho un buon rapporto personale ma la cosa che è inaccettabile è che i renziani gli abbiano messo il cappello in testa. Lui dovrebbe dissociarsi da queste logiche, non lo ha fatto e non è una mentalità che mi appartiene. Di Garzella non ho capito il senso della candidatura. E’ stato per cinque anni il presidente del Consiglio e ora si candida per l’alternativa: o ci prende in giro o non se ne rende conto. Contro il candidato Santini non è niente di personale ma non condivido come è stato scelto. E’ stato nominato e imboccato dai vertici dei partiti. Si nasconde dietro il civismo ma ha alle spalle coloro che hanno consegnato la città alla sinistra e che hanno cambiato la facciata ma sono sempre i soliti. Di Barsanti ho stima, ma onestamente il cappello di Casapound è fuori dalla storia”.
Russo rifugge anche dai facili slogan populisti: “Pensiamo alla Lega – dice – Il problema dei migranti non si risolve dicendo basta agli arrivi e mandando via quelli che si sono. I problemi sono complessi e i Comuni devono in qualche modo gestire l’arrivo sul territorio di questi ragazzi disperati che in qualche modo vanno coinvolti. Chi dice che il fenomeno si può arrestare non sa di cosa parla”. “Pensiamo poi – prosegue – all’arrivo di tutti questo politici nazionali che vengono qui per pontificare su un candidato senza conoscerlo solo perché devono leggere un copione. Questa è una politica che allontana i cittadini. Se Santini si sente in granddo di fare il sindaco lo dovrebbe fare con proposte sensate non con le multe per gli accattoni o l’assessorato agli animali. Invece getta fumo negli occhi con mega eventi con gente come Salvini, Toti e compagnia cantante. Cosa volete che sappia Salvini della nostra città. Viene a dire due slogan contro i migranti e poi va altrove. Invece il sindaco di Lucca deve dimostrare di poter mettere in campo credibilità e competenze. Ripeto e lo faccio con forza. I lucchesi non devono farsi buttare fumo negli occhi”.
L’appello è quindi dedicato tutto a Donatella Buonriposi: “La chiave – dice – è cercare di stimolare la macchina amministrativa. E’ uno dei punti principali del programma fare sì che i dirigenti del Comune cerchino di risolvere i problemi della gente. La parola d’ordine è competenza. Lucca è una città, infatti, in cui il 20-30 per cento della popolazione non ha bisogno delle istituzioni. Bisogna difendere la restante percentuale, quelli che restano indietro. Ci sono punti della città che è come se facessereo parte di un altro paese. Dove non arrivano le navette, che sono al buio, dove non ci sono le strisce pedonali. Questa è una città che difende solo le eccellenze e non dovrà più essere così”.