Micheletti (Kalama): “Parco ai bimbi saharawi, un errore sul cartello non cambia l’importanza”

“Non è l’errore di una lettera che può spostare l’attenzione dalla sostanza della questione saharawi”. Così Daniela Micheletti, dell’associazione Kalama Lucca in merito al cartello sbagliato al parco dedicato, a San Concordio, ai bambini saharawi. Micheletti, partendo dall’episodio subito risolto, parla dell’importanza dell’intitolazione: “Un popolo che lotta da 40 anni, in esilio, rifugiato in accampamenti umanitari in pieno deserto algerino, campi che dovevano essere provvisori. Un popolo che paga tra le altre vicende il silenzio quasi assoluto dei mezzi di informazione. Un popolo che vive della solidarietà internazionale e che basa le proprie relazioni sulla collaborazione con la società civile dei paesi stranieri, con le comunità locali. Così è anche la solidarietà italiana e toscana per il popolo saharawi – sostiene -. Il mondo delle associazioni di volontariato e degli Enti Locali il più attivo nel sostegno alla causa”.
“Non può essere un errore di stampa (seppur da correggere) a far parlare della causa saharawi. Dispiace che la stessa attenzione non sia stata rivolta da subito alla semplice ma significativa iniziativa di intitolazione del parco ai bambini della Repubblica araba Saharawi Democaratica, piccoli ambasciatori di pace – va avanti Micheletti -. L’iniziativa infatti è frutto di un lungo percorso di solidarietà e collaborazione di oltre 20 anni tra l’associazione locale e le varie amministrazioni locali (comunali e provinciali) che si sono succedute. L’amministrazione Tambellini in questi anni ha sempre sostenuto la causa saharawi sia con iniziative politiche (odg, ricevimento di rappresentanti della Rasd ) che con iniziative concrete di cui la più recente quella di lunedì scorso. L’incontro dei bambini saharawi, ospiti in estate di famiglie lucchesi, con il Consiglio Comunale dei Ragazzi ha fatto nascere proprio da loro la proposta, presentata con un ordine del giorno nell’autunno 2016 al Consiglio Comunale che l’ha accolta con favore. Alla cerimonia di inaugurazione, alla presenza del sindaco ed alcuni amministratori, ha partecipato la rappresentante nazionale della Repubblica SAharawi, ed i ragazzi del Consiglio Comunale hanno esposto in modo molto sentito il loro intervento, davanti a tante persone comuni intervenute. In merito all’errore, ovviamente subito rilevato, erano state immediatamente date le disposizioni per la correzione. Possiamo comunque sperare che coloro che hanno prestato tanta attenzione all’errore nel cartello riservino altrettanto impegno nel sostegno della causa saharawi. I saharawi non si scoraggiano per un errore di stampa. Un popolo che resiste da 40 anni in campi profughi nel deserto, che lotta dal 1991 in forma pacifica per la definizione della propria autodeterminazione ai sensi del diritto internazionale; un popolo per lo più ignorato dai sistemi di informazione che risulta sconosciuto ai più; un popolo che diffonde la sua causa con l’appoggio di popolazioni amiche, con le azioni dal basso, di tanto associazionismo e di tanti enti locali anche della nostra regione; non si fa certo problemi per un banale errore di stampa! Dispiace che la stessa attenzione non sia stata rivolta da subito alla semplice ma significativa iniziativa di intitolazione del parco ai bambini della Repubblica Araba Saharawi Democaratica. Iniziativa non estemporanea ma frutto di un percorso lungo, di una presenza ventennale delle attività di solidarietà a sostegno della causa saharawi nel nostro territorio, di un lavoro più recente di gemellaggio con le scuole e in questi ultimi due anni di rapporto con il Consiglio comunale dei ragazzi. Proprio questo organo ha approvato un ordine del giorno nell’autunno 2016 in proposito e portato al Consiglio comunale la proposta del parco dedicato ai bambini saharawi. Alla cerimonia di inaugurazione lunedì, presente il sindaco e gli assessori Cecchetti, Vietina e Sichi, ha partecipato la rappresentante nazionale della Repubblica Saharawi, ed i ragazzi del Consiglio comunale hanno esposto in modo molto sentito il loro intervento, davanti a tante persone comuni intervenute. Per rispetto alle sofferenze e alla dignità di questo popolo non riteniamo corretto svilire questo evento: non è solo una scritta”.