Dibattito elettorale, Talenti: “Il linguaggio usato è intollerante e indifferente alla verità”

4 giugno 2017 | 14:20
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Dibattito elettorale, Talenti: “Il linguaggio usato è intollerante e indifferente alla verità”

Sul dibattito politico in vista delle elezioni interviene il giornalista e scrittore Sergio Talenti, che stigmatizza certi toni che hanno avuto la meglio nell’arco della campagna elettorale.
“Ad una settimana dal termine della campagna elettorale – dice – escludendo l’eventuale ballottaggio, si è evidenziata una particolare cesura nella comunità politica lucchese. Manifestatasi come sempre accade in questi casi nel linguaggio: intollerante e indifferente alla verità – che ha comunque diritto di cittadinanza anche in dure competizioni per il consenso. Tutta roba che niente ha a che fare con la retorica politica. L’evidenza di questo scivolamento risale a luoghi e personaggi specifici. Luogo principe è stato il teatro del Giglio. Il recente dibattito tra gli otto candidati sindaci è stato preda di truppe organizzate di sostenitori di questo o quello: con la conseguenza-  come ha fatto ben notare il moderatore Egidio Conca – che è stata prima mortificata e poi espulsa l’attenzione dei cittadini con i loro concreti bisogni e domande. Tanto da far seriamente riconsiderare l’opportunità di organizzare incontri diventati sedi dove si urla per coprire la voce del candidato sgradito o offenderlo. Se questo è di moda, meglio dimenticarselo perché il cervello esercita sempre il diritto primario di ascolto e di riflessione”.

“Ci sono poi partiti e personaggi – dice Talenti – che meglio si adeguano a questa modernità rovesciata divertendosi e taroccando le carte. Ed anche in questi casi il migliore antidoto è il tasso di maturità della comunità civile, che sovrasta e respinge la famelica disonestà apparsa in certi ambienti. Un esempio? Le personali offese e le bugie nate da uno strano ticket, quello tra un senatore dotato di agevolissima pensione con supplementi vari ed un giovane ricco di speranze ma scarso. Fatta eccezione la reiterata capacità d’insulto. Hanno picchiato un pò su tutti, da Santini a Tambellini inglobando in questo caso anche un pò di veleno nei confronti dell’assessore Serena Mammini, mal tollerata come persona tenace, intelligente e responsabile. La sua colpa? l’aver portato in porto il piano strutturale di Lucca, destinato a cambiare una città dove grandi famiglie, rampolli e candidati al ruolo, hanno sempre fatto notoriamente da padroni. Indiscussi e fuori qualsiasi controllo. Si è capito che questa storia è ormai finita e quindi non è rimasto che attrezzarsi con epiteti, rimpianti e malanimo. Anche se, diciamola tutta, non era proprio necessario sbavare in tal modo. Il mondo infondo continua ad essere gradevole. Malgrado tutto”.