
Matteo Garzella, candidato sindaco di Lucca, avanti tutta! e Liberamente Lucca risponde alle domande sollecitate dal direttore di Lucca in Diretta nell’ultimo giorno di campagna elettorale.
Cosa cambiereste del bilancio approvato dalla giunta Tambellini? Quale il futuro delle partecipate?
Fare un bilancio vuol semplicemente dire dare corpo e fisicità a quelle che sono le speranze e le richieste che i cittadini riversano sul Comune. La differenza tra me e tutti gli altri candidati, eccezion fatta per il sindaco uscente, è che io conosco molto bene come si imposta e si realizza il bilancio di un ente pubblico particolarissimo come quello del nostro Comune. Non è possibile
promettere di tagliare tutto l’immaginabile e di realizzare anche l’inverosimile. La composizione di un bilancio è fatta di scelte e di priorità da assegnare ai vari interventi, il mio impegno è quello di considerare al primo posto l’interesse dei lucchesi e la fattibilità di quello che si promette. Il predisporre un bilancio come l’ultimo fatto dalla giunta uscente di Tambellini è invece il mettere una bomba a orologeria nei conti della prossima amministrazione comunale, certi del fatto che non saranno loro, ad esempio, a gestire le emergenze derivanti dalla catastrofe annunciata dei lavori alla ex Manifattura che ha già visto perdere i fondi europei e si sta avviando sulla medesima strada per quanto riguarda quelli regionali o dalle ridicole risorse in settori chiave come la manutenzione straordinaria nei vari settori dell’ente che andrà robustamente aumentata per fare fronte alla quotidianità.
Le partecipate dovranno servire a reperire le risorse necessarie alle esigenze della città, questo attraverso l’erogazione di servizi di qualità al minor costo possibile, garantendo loro di restare nel controllo pubblico comunale e parte del progetto di costruzione della Lucca del domani.
Quale la vostra idea dell’accessibilità al centro storico?
Il centro storico deve essere finalmente visto come la continuazione della città fuori dalle Mura, conservando le sue particolarità ma aprendosi a chi lo vuole vivere e far vivere. Sperimentazioni dovranno essere fatte sia nel settore della consegna delle merci alle attività, sia nell’utilizzo dei varchi che, con controllo bidirezionale per l’entrata e l’uscita, dovranno funzionare in maniera variata sia per orari sia per modalità, nei vari periodi dell’anno in cui una permeabilità nell’attraversamento può assicurare un ritorno di crescita sia per le attività commerciali che per la sicurezza dei cittadini nello spostarsi tra centro e periferia. Queste sperimentazioni dovranno essere frutto di un primo periodo di studio condiviso tra le categorie e coordinato dall’amministrazione comunale, facendo verifiche puntuali rispetto alle diverse modalità di utilizzo che dovessero essere sperimentate. In ogni modo, la regola massima in questo settore dovrà essere il rispetto dei reciproci interessi e punti di vista, ma soprattutto cercando di trovare una sintesi che dia vita alla città;
Come si combattono gli sforamenti delle Pm10 nel territorio comunale?
Le problematiche legate allo smog, derivanti anche dalle mutate condizioni climatiche, possono essere risolte soltanto affrontando il nodo cruciale della mobilità. Deve essere finalmente affrontato e risolto l’annoso problema degli assi viari che devono allontanare il traffico di attraversamento, soprattutto pesante, dalla normale viabilità urbana, garantendo in questo modo minori emissioni da parte di automezzi di per sé molto inquinanti. Unito a questo, deve essere predisposto uno schema di viabilità dolci alternative che consentano, tramite anche l’uso di idonei parcheggi scambiatori, di mezzi di trasporto a zero emissioni, siano questi biciclette tradizionali piuttosto che veicoli elettrici a due o quattro ruote, da poter rifornire tramite un numero adeguato di colonnine di ricarica sparse sul territorio. Il potenziamento e l’adeguamento tecnologico dei mezzi pubblici dovrà poi essere la cornice nella quale verrà realizzato quanto sopra ho descritto
Sanità territoriale e ospedali: quale futuro?
Parlare di sanità vuol dire affrontare lo smantellamento sistematico di quanto è stato fino a pochi anni fa, vuoi per scelta della Regione, vuoi per ignavia di chi reggeva le sorti del Comune. Episodi come la perdita della centrale del 118, piuttosto che il depotenziamento dei servizi offerti nelle case di riposo piuttosto che l’inadeguatezza del pronto soccorso derivante dalla mancanza di una rete di prossimità sanitaria sul territorio comunale, sono solo alcuni dei molti aspetti di criticità venutisi a formare sotto la guida Tambellini. Questo, unito alla creazione di una reale cittadella dei servizi e della salute nell’area dell’ex Campo di Marte, sarà uno dei settori nel quale obbligatoriamente dovrà essere usata massima attenzione e capacità di intervento. Riparare ai danni fatti e prepararsi ad affrontare le nuove sfide legate alla nuova visione di sanità che ha impostato la regione, è un obbligo imprescindibile per chi come me si propone a governare la città di Lucca nell’interesse dei lucchesi e, in questo caso, della loro salute.
Favorevole o contrario al Comune unico della Piana?
Creare un unico comune della piana ritengo sia un errore macroscopico, assimilabile a quello fatto nella cancellazione delle circoscrizioni fatto solo pochi anni fa. Credo che debba essere potenziato il coordinamento tra i vari comuni soprattutto su tematiche quali quelle di mobilità, ambiente, sanità solo per fare pochi esempi e di potenziare l’interscambio di comunicazioni tra li
stessi, lasciandoli però coesistere come organismi di rappresentanza territoriale. Sono convinto che, ad esempio, si debba andare verso politiche comuni in temi come urbanistica o raccolta e gestione dei rifiuti, ma non credo che la creazione di un unico comune sia la soluzione migliore. Solamente attraverso il confronto coordinato si potranno trovare le migliori soluzioni ai problemi comuni e per questo, il ruolo di coordinamento che era ragion d’essere della provincia, dovrà essere recuperato e ampliato, per una miglior soluzione dei problemi che affliggono il nostro territorio.
Di chi non vorrebbe mai il voto?
Non voglio il voto da chi non ha a cuore l’interesse di Lucca. Non voglio il voto da chi crede che far politica vuol dire risolvere i propri problemi o arricchirsi personalmente. Non voglio il voto da chi non proietta la nostra città e il futuro dei nostri giovani nel domani, con coraggio e con passione. Non voglio il voto da parte di chi crede che solo una comunità egoista sia una comunità che può resistere alle sfide della nostra epoca. Non voglio il voto, in sostanza, da chi non ha Lucca nel cuore.
Chi non votereste mai?
Decidere di candidarsi a sindaco, porta di per sé all’interno di questa scelta, la convinzione certa di poter dare qualcosa in più alla propria città e ai suoi cittadini. Ho fatto questo passo dopo essermi conto che interessi di gruppi, singoli e soggetti politici, erano quelli che andavano largamente avanti rispetto alle aspettative della gente comune. Fare questa scelta non è stato semplice e, come molti dicono, conteneva in sé una buona dose di coraggio se non di incoscienza. Ma ho 38 anni e due figli e credo che sia giusto propormi, con preparazione e esperienza, alla guida della mia città. Non vedo queste caratteristiche in nessuno degli altri candidati, vuoi perché hanno già fatto vedere i loro limiti come il sindaco uscente, vuoi perché legati alla Famiglia per eccellenza, vuoi perché inadeguati a ricoprire questo ruolo. La risposta che mi sento in coscienza di dare, è chiaramente che non voterei nessuno tra tutti gli altri candidati.