“Siamo ad un’incollatura dal sindaco uscente, un risultato straordinario per noi”: Remo Santini è stanco e raggiante al tempo stesso, in questo day after elettorale. I risultati, dice, non lo sorprendono affatto e sono il sintomo di un malcontento diffuso nei confronti dell’amministrazione Tambellini. Adesso, sostiene, sarà necessario convincere tutti quelli che al primo turno non hanno votato il sindaco uscente che un’alternativa di governo è possibile. “Il crollo di affluenza di 10 punti rispetto alla media nazionale è provinciale – la sua analisi in piazza San Salvatore stamane – è drammatico. Noi comunque abbiamo fatto un risultato straordinario, mentre il sindaco uscente non riesce nemmeno ad arrivare al 38% al primo turno, segnale inequivocabile che i lucchesi non sono affatto soddisfatti di questa amministrazione comunale. Se sommate i voti di tutti i candidati otterrete circa il 63%, un segnale di protesta nei confronti dell’amministrazione comunale e speriamo che questa forza si traduca in numeri ancora più ampi al ballottaggio”.
Nemmeno 3 punti di differenza rappresentano la forbice attuale e definitiva tra Tambellini e Santini: un gap che non sarà colmato, secondo il leader di SìAmo Lucca, facendo apparentamenti, anche se i punti di contatto con i programmi degli altri candidati non mancano, come nemmeno le stoccate al sindaco: “Tambellini dice che si è sentito solo contro tutti? Se l’è cercata lui, questa posizione, mettendosi su un piedistallo per dire a tutti gli altri che era il migliore, offendendoci ripetutamente, come quando ci ha detto che le nostre sono ‘bischerate’ o di andare a studiare. Sotto questo profilo gli altri candidati hanno fatto fronte comune. Certo, non mi aspettavo che potesse scendere nel personale, ad un livello così basso, dicendo in un’intervista che di me pensa tutto il peggio possibile, ma va bene così”.
In molti, intanto, si chiedono se la prima telefonata sarà fatta a Fabio Barsanti, leader di Casapound, autore di un vero exploit alle urne: “Hanno fatto un lavoro egregio – commenta Santini – portato avanti nel corso degli anni. Quando parlo di rappresentanza sul territorio, di ascolto e dialogo beh, loro sono arrivati prima di noi. Lucca si risveglia più fascista? Ma no, non ci sono più né i fascisti né i comunisti. Ma anche con gli altri ci sono punti in comune, i programmi non si distinguono poi così tanto. Parleremo, ci confronteremo. Dal canto nostro, sono felice del risultato di SìAmo Lucca, dove c’è chi ha preso anche oltre 200 preferenze, e di Lucca in Movimento. I partiti? Potrei fare il sondaggista se non divento sindaco (ride) perché mi aspettavo quel risultato”.
Sul calo fisiologico di votanti al ballottaggio, Santini commenta così: “Non so chi danneggerà, ma certo noi in queste due settimane cercheremo di convincere gli indecisi. L’obiettivo è mantenere questa affluenza, che mi pare abbia penalizzato di più Tambellini, per il fatto che gli mancano all’appello 6mila voti, non certo pochi”.
E su come affrontare questo rush finale Santini traccia la linea: “Continueremo ad andare nei territori, a confrontarci con la gente. Credo che i nostri punti programmatici sulla sicurezza e sull’attenzione a paesi, quartieri e frazioni abbiano colpito nel segno. Ora vogliamo che i lucchesi facciano uno scatto in avanti, per riappropriarsi della loro identità: organizzeremo iniziative ed eventi, ma ci penseremo da domani. Il 25 giugno si sfidano due visioni della città diverse? Assolutamente sì. I cittadini sceglieranno tra la continuità e l’alternativa”.
Paolo Lazzari