Santini: “Non mi apparento, ma dialogo sui programmi”

13 giugno 2017 | 14:17
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Santini: “Non mi apparento, ma dialogo sui programmi”

Nessun apparentamento per il centrodestra in vista del ballottaggio. A confermare la sua posizione, che era già nota prima della tornata elettorale di domenica 11 giugno, è lo stesso candidato per centrodestra e liste civiche, Remo Santini. Tante le voci, in queste ore, di possibili incontri e dialoghi con candidati, partiti e movimenti che sono usciti sconfitti dal primo turno, ma Santini interviene a fermare possibili illazioni: “Non faremo nessun tipo di apparentamento, né promesse elettorali di assessorati o altri ruoli – spiega il candidato, arrivato al secondo turno con quasi il 35 per cento dei consensi – Ho intenzione, però, di sentire i candidati sindaco esclusi per capire se, in vista del ballottaggio, inserire nel nostro programma alcuni punti che raccolgano la sensibilità di altre liste. Al momento, infatti, mi sembra che tutti abbiano optato per dare ampia libertà di voto ai propri simpatizzanti e seguaci. Con un intervento comune sui programmi, invece, si potrebbero trovare intese per obiettivi comuni e non certo in cambio di qualcosa”.

“D’altronde – spiega – ci siamo presentati a queste elezioni come un’alternativa anche in queste cose ai rituali della politica. Sarebbe contrario a come abbiamo impostato tutta la campagna venire a patti con chi ha seguito un altro percorso”.
Santini smentisce seccamente, poi, le voci di un possibile accordo con Casapound: “Ho sicuramente intenzione di sentire tutti – dice Santini – ma la mia priorità al momento va a realtà diverse da Casapound. A loro la presidenza del consiglio comunale? Non credo proprio che Barsanti possa essere la figura giusta per quel ruolo. Semmai penso per quel ruolo a una personalità super partes, un po’ come è stata Ornella Vitali durante il periodo della giunta Lazzarini”.
Remo Santini spiega infine la strategia delle ultime due settimane in vista del voto: “Nelle due settimane che ci separano dal ballottaggio continueremo ad essere coerenti con noi stessi: ascolto e dialogo con la gente ci hanno già premiato. Lo stesso sindaco uscente ha riconosciuto la grave carenza d’attenzione verso le periferie negli ultimi cinque anni: noi siamo partiti da Formentale, che conta dieci abitanti, e da lì in poi abbiamo sentito lo stesso ritornello: sono andati a chiedere i voti cinque anni fa per poi scomparire. Adesso tentano una rincorsa affannata, perché quello che non hai fatto per tutto un mandato non puoi recuperarlo in un mese e le persone non sono sprovvedute”.
Santini, al contrario, anche attraverso il patto sottoscritto davanti ad un notaio, ha in mente un futuro ben diverso. “Un domani imminente – spiega – dove nessuno venga lasciato indietro: in questi anni abbiamo assistito ad una distinzione tra cittadini di serie A e B, perché ci si è concentrati solo sul centro storico, peraltro con risultati scadenti. Intere frazioni sono state abbandonate a sé stesse, avviluppate dal degrado, mortificate dal totale disinteresse di Palazzo Orsetti. Il palazzo, appunto: se i lucchesi lo vorranno, io non mi ci chiuderò dentro. Per due giorni a settimana starò tra la gente, come sto facendo ora, perché solo così si può mantenere il contatto con la realtà. Oltre a questo, come già annunciato, avremo un assessorato che si occuperà unicamente di paesi, quartieri e frazioni. Proposte semplici, per fatti concreti, non proclami iperbolici. In questi cinque anni i cittadini si sono dovuti arrabattare per sbrogliare da soli i problemi. Con noi, nessun lucchese camminerà da solo”.