Ballottaggio: caccia al voto degli astenuti e degli altri candidati

18 giugno 2017 | 14:57
Share0
Ballottaggio: caccia al voto degli astenuti e degli altri candidati

Ballottaggio, questione (anche) di numeri. Non si spiegherebbe altrimenti la rincorsa ai voti dei sostenitori di altri candidati sindaco che non siano quelli che si sono classificati al primo e al secondo posto nel primo turno di domenica scorsa e che si affronteranno fra sette giorni per il voto decisivo per l’elezione del nuovo sindao.
Si parte dall’astensione. Sette giorni fa non hanno votato la bellezza di 39411 aventi diritto. Un’enormità, un bacino di voti in grado di ribaltare ogni proiezione rispetto ai voti che hanno collezionato Alessandro Tambellini (13922) o Remo Santini (12984), praticamente tre volte tanto. Difficile, è ovvio, pensare di portare alle urne tutti o gran parte di coloro che si sono astenuti al primo turno, ma anche il voto dei delusi potrà essere significativo per l’elezione del nuovo sindaco di Lucca.
Ci sono poi i 10232 voti collezionati in tutto dagli altri sei candidati sindaco, dal terzo classificato (2912 voti per Barsanti) all’ottava (236 voti di Ilaria Quilici), passando per Bindocci (2803), Buonriposi (1912), Garzella (1496) e Manfrotto (873). Cui si aggiungono altri 1254 voti dispersi fra schede bianche e schede nulle, oltre alle 16 contestate e non assegnate. Il tutto considerando che lo scarto in termini di voti fra Tambellini e Santini nel primo turno si è limitato a 938 preferenze.

Parte da qui, insomma, la campagna elettorale verso il secondo turno. Che vede, negli ex avversari, posizioni variegate e diverse sfumature. Nessun apparentamento, innanzitutto, e questo significa che nelle schede elettorali non ci saranno altri simboli rispetto a quelli che hanno appoggiato già originariamente i candidati. Questo potrebbe significare, con ogni probabilità, perdere una parte dei consensi che le liste hanno portato ai relativi sindaci, sotto forma di astensione o di schede bianche o nulle. Libertà di voto, poi, è arrivata praticamente da tutti i candidati sindaco al primo turno. Ina libertà più orientata al centrodestra da parte di Casapound e Fabio Barsanti, innanzitutto. Ma leggendo i commenti sui social network, analizzando il voto disgiunto e considerando il sentimento profondo di delusione rispetto alla politica tradizionale di chi ha scelto l’esponente di destra non tutto il pacchetto di quasi 3mila voti del primo turno può essere conquistabile da Remo Santini fra sette giorni. Certo, ne basterebbe anche un terzo per pareggiare i conti, ma conquistare quel pacchetto sarebbe stato più immediato solo con un appoggio ufficiale. Non sono facilmente conquistabili da Tambellini, allo stesso modo, i voti della coalizione che ha appoggiato Donatella Buonriposi. Lo dimostrano le critiche arrivate dopo l’endorsement della professoressa, a titolo personale, a Tambellini. Più facile, invece, che al sindaco uscente vadano, se il passaggio lucchese di Sgarbi confermerà l’orientamento, gran parte dei 400 voti presi dalla lista Rinascimento Sia di Colucci e Poggi.
C’è poi l’incognita Movimento Cinque Stelle: né apparentamento né indicazioni di voto, anche in questo caso ma alcuni attivisti, in particolare quelli vicini alla portavoce uscente Laura Giorgi, hanno annunciato a chiare lettere che appoggeranno Remo Santini. Bindocci, per conto suo, ha parlato di “terza via”, ma comunque ha invitato a partecipare al voto in piena libertà di coscienza. Al centrosinistra, però, potrebbe guardare la parte più “sindacale” che si è avvicinata al movimento anche per la presenza di Bindocci. Così come, in ottica anti-centrodestra, qualche voto Tambellini potrebbe recuperare anche dai simpatizzanti di Marina Manfrotto, seppure l’ordine è quello di astenersi e di non andare né con Santini né con Tambellini, dopo la sconfitta elettorale che ha relegato parte della sinistra fuori da Palazzo Santini. E anche fra coloro che hanno votato per Matteo Garzella l’orientamento potrebbe essere duplice: più orientati a votare Santini coloro che sono vicini al professor Piero Angelini di Governare Lucca e a Guido Moutier, di Liberamente Lucca. Ma alcuni di coloro che hanno sostenuto Garzella potrebbero invece rispolverare la loro originaria provenienza di vicinanza al Pd, partito di cui Garzella era iscritto fino a pochi mesi fa. Più di centrodestra, senza dubbio, i voti di coloro che hanno dato la preferenza a Ilaria Quilici della Lega Toscana, per cui pesa, però, lo scontro con la Lega Nord che non ha avuto esito positivo e che ha portato la ex candidata ad annunciare anch’essa libertà di voto.
Un panorama complesso, dunque, su cui certamente conterà innanzitutto la partecipazione al voto. Mantenere la stessa affluenza del primo turno potrebbe favorire novità, visto che l’astensione sembra aver penalizzato più Tambellini rispetto a Santini. Allo stesso tempo un calo ulteriore dei votanti potrebbe essere sintomo della maggiore propensione al non voto al ballottaggio dell’area di centrodestra. Se, invece, i votanti aumentassero lo scenario potrebbe aprire ad ogni possibilità: la chiamata alle armi per la conferma o per il cambiamento, infatti, potrebbe aver convinto nelle ultime due settimane di campagna, indecisi da entrambe le parti. Ma decisivi sembrano essere più i 10mila e passa voti che i candidati non vincenti hanno raccolto nel primo turno. Su quelli si giocherà la partita, apertissima, fra Tambellini e Santini.

Enrico Pace