Talenti: “A Lucca si applichi l’insegnamento di Croce contro intolleranza ed estremismi”

22 giugno 2017 | 10:50
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Talenti: “A Lucca si applichi l’insegnamento di Croce contro intolleranza ed estremismi”

“Questa settimana è accaduto qualcosa di assai significativo, che peraltro mette a fuoco ragioni profonde delle intemperanze cui Lucca ha dovuto assistere durante i confronti pubblici tra i due candidati sindaci”. A dirlo è Sergio Talenti, giornalista e scrittore. “Alla biblioteca comunale di Bagni di Lucca – dice Talenti – la Fondazione Michel de Montaigne che la gestisce ha presentato uno straordinario documento: il discorso di apertura pronunciato da Benedetto Croce con proprie note olografiche al congresso di Bari nel gennaio del 1944. Il grande filosofo titolò quella che si è rivelata profetica allocuzione sulla libertà del nostro paese, allora diviso e devastato dal nazi-fascismo: La libertà italiana nella libertà del mondo. Un discorso letto a voce bassa, notava il responsabile di Radio Bari il maggiore inglese Jan Greenless cui il filosofo ne fece dono. Lo stesso giornalista che successivamente rilasciò un personale fondo di ben 20mila volumi al Comune di Bagni di Lucca”.

“Già, un discorso sottovoce. Perché la libertà va pensata e costruita. Mai gridata – commenta Talenti – Eppure osservatori neutri per professione quali i giornalisti, che peraltro si sono assunti la responsabilità di moderatori nel confronto Santini-Tambellini, hanno dovuto riportare e denunciare con rammarico atteggiamenti urlati, insulti, tentativi palesi di sopraffazione. Una costante delle truppe del candidato di centro destra presumibilmente studiata al tavolo. Persone che sicuramente non rappresentano lo spirito lucchese ma che in tutta evidenza vengono da lontano. Anche se non la raccontano tutta. Anche se non lo sanno. Da dove? Ce lo dice il quotidiano londinese Times che in quei giorni recensiva Radio Bari. “Quando dalla radio di Bari udiamo rappresentati i punti di vista dei vari partiti; quando gli esponenti dell’antifascismo da quel microfono possono accusare il Re di fascismo e criticare il governo Badoglio perché non rappresentativo delle forze italiane; quando ai monarchici è consentito di servirsi dello stesso mezzo tecnico per ribattere le accuse… insomma, quando da una stazione radio possono parlare liberali e socialisti, cristiani, democristiani e comunisti, monarchici e repubblicani, questo è democrazia”. Tutti, si nota, ma non i fascisti. In trincea contro “la libertà italiana”. Oltre 70 anni fa e in tempo di guerra fu dunque possibile ciò che non è stato possibile a Lucca in tempo di pace: un confronto tra forze estreme ma capaci di riconoscersi. Intolleranza, istinto di sopraffazione e assenza di cultura dialogo – quella che appartiene allo spirito liberale ma non alle truppe santiniane – hanno cercato d’impedire alla comunità lucchese di capire. Ma forse proprio per questo si è capita la cosa più importante: che per governare non basta essere pronti a parole ma maturi per farlo”.
“La libertà italiana nella libertà del mondo” – scriveva Benedetto Croce – conclude Talenti –  E questa è l’altra straordinaria intuizione che non casualmente ci viene da un periodo atroce di sofferenze pubbliche e private e che l’attuale confronto politico rende così attuale. La nostra libertà non è un sogno né un possibile isolato destino. La nostra libertà si trova e cresce nel mondo. E il mondo oggi – tradotto in termini politici – si chiama Europa. E lo spirito lucchese da sempre si è nutrito del mondo. Converrà dunque chiedersi che Europa vedono, se la vedono, i partiti politici ampiamente anti-europeisti e talvolta perfino razzisti che sostengono il candidato di centrodestra”.