Tambellini-bis, è il momento di abbassare i toni

26 giugno 2017 | 01:32
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Tambellini-bis, è il momento di abbassare i toni

Solo 361 voti. Un’inezia, un grosso condominio di una casa popolare, un isolato di una strada della prima periferia. E’ la distanza che permette ad Alessandro Tambellini di conquistare il suo secondo mandato, in controtendenza con tutti gli altri capoluoghi della Toscana e di “prendersi” il 60 per cento dei seggi in consiglio comunale. Con una maggioranza forse ancora più solida e granitica rispetto al primo mandato.
Ma sono 361 voti di differenza che, dopo una campagna di veleni e di accuse pesanti, in cui si è visto il peggio che la politica può offrire, a livello di contenuti e di dibattito, devono fare riflettere. E magari contribuire ad abbassare i toni.
Non conviene a nessuno una città spaccata a metà, divisa in maniera farisaica fra buoni e cattivi, bianchi e neri, guelfi e ghibellini. Cinque anni di contrapposizione violenta potrebbero, infatti, ingessare la città ed impedire la sua naturale crescita e sviluppo. Sta a Tambellini, tendenzialmente un uomo moderato, fare un passo nei confronti dell’avversario, diventato nemico, Remo Santini. Presentarsi, dopo l’euforia della vittoria, con un’esultanza che, per ora, è stata divisiva, come il sindaco di tutti. Coloro che hanno votato lui, coloro che hanno votato Santini e coloro che sono restati a casa probabilmente schifati dal teatrino di infimo livello che è andato in scena nelle ultime settimane. Che ha diviso persone, amici, colleghi, in un tifo da stadio che poco ha a che vedere con la tradizione della città.

Sta a Tambellini, dunque, evitare che, nell’empito del successo, quello che è successo diventi motivo di vendetta nei confronti di coloro che non si sono schierati dalla sua parte o che lo hanno duramente attaccato, finanche offeso. Niente blacklist, insomma, niente nemici, ma solo avversari politici con cui confrontare le diverse posizioni nelle sedi istituzionali.
Dall’altra parte, sull’onda di un risultato che è comunque soddisfacente, viste le macerie da cui si partiva cinque anni fa, sta al centrodestra non invelenire ulteriormente il clima buttandola in rissa, paventando brogli o manovre strane intorno al voto, insistendo sul riconteggio delle schede laddove i rappresentanti di lista non hanno avuto modo di contestarne l’attribuzione (sono solo 4 le schede che “ballano”).
Si riparta, già da oggi, con coerenza ma con meno violenza. Santini e Tambellini mettano da parte quello che si è detto in campagna elettorale e si riconoscano politicamente, diversi ma ugualmente innamorati della città, con idee e progetti in conflitto, ma non per questo con la voglia di dare spazio agli ultras che hanno invelenito il clima e forse pesato anche sul risultato finale.
Un augurio, un auspicio, in attesa delle prossime settimane che, comunque, non saranno facili neanche per il primo cittadino neoeletto. Sono tante le forze che, infatti, hanno contribuito al bis a Palazzo Orsetti. Che forniscono un panorama profondamente diverso rispetto al primo mandato. E a tutte queste forze il neosindaco dovrà riconoscere dignità. Con la forza di chi sa di essere al secondo mandato, ma anche l’umiltà di chi deve ringraziare i tanti che gli hanno evitato la “fine” di Bertinelli a Pistoia o di tanti sindaci Pd al secondo mandato che negli ultimi anni non si sono meritati la rielezione. D’altronde, come ha ripetuto spesso il sindaco, nessuno si salva da solo.

Enrico Pace