
Tambellini-bis, passata l’euforia inizia il cammino verso la nuova esperienza amministrativa. Primo scoglio, dopo la proclamazione ufficiale che si attende per le prossime ore, è quello della composizione della squadra di governo della città. Una giunta che sarà, secondo quanto emerso dalle urne, a larga maggioranza targata Pd. Ai democratici, infatti, dovrebbero toccare cinque assessori mentre due saranno targati Lucca Civica e uno proverrà dal gruppo della Sinistra con Tambellini. Uno, infine, sarà una nomina di fiducia del primo cittadino. Gli assessori, in tutto, saranno nove e non otto come nella passata consiliatura e uno di questi avrà la specifica delega alla cultura che nell’ultima parte del mandato è stata mantenuta dal sindaco.
Per parlare dell’esito delle elezioni e del futuro assetto del governo della città Lucca Civica e Sinistra con Tambellini si confronteranno, in due distinti appuntamenti, nella serata di domani. Da lì potrebbe emergere una rosa di nomi da affidare nelle mani del sindaco per scegliere gli assessori. La lista civica, comunque, è orientata a lasciare piena libertà di scelta a Tambellini sia come nomi sia come deleghe, anche se si sottolineerà il buon operato degli uscenti Lemucchi e Marchini. Su di loro, quindi, potrebbe ricadere la scelta del sindaco, magari con un rimpasto di deleghe. Per Lemucchi, in particolare, si parla del bilancio e di un ruolo, nella prima parte di mandato, da vicesindaco per poi lasciare il posto in un secondo momento al più votato al primo turno delle elezioni, Francesco Raspini, che comunque dovrebbe avere un assessorato. “Voglio sottolineare comunque – è il commento del capogruppo uscente Claudio Cantini – che Alessandro nelle due giunte che ha formato in questi anni ha sempre espresso spesso nomi diversi rispetto a quello che ci si aspettava e non escludo che anche in questo caso sarà così”.
A Sinistra con Tambellini potrebbe toccare, invece, la delega al sociale. Difficile che in giunta venga confermato Antonio Sichi, tutto dipenderà se il gruppo consiliare vorrà puntare sull’altro assessore uscente, Enrico Cecchetti, oppure presentare una rosa di nomi nuovi fra gli eletti o fra coloro che non sono entrati in Consiglio.
Le difficoltà maggiori, come era da attendersi anche alla vigilia del voto, stanno tutte nella sponda Pd. Le prime uscite pubbliche dopo il voto, che hanno teso ad evidenziare da una parte l’unità del partito, dall’altra il contributo dato dalla sinistra Pd, anticipano come ancora una volta la questione sarà quella del numero dei “renziani” che andranno a far parte della squadra di governo. Da una parte nel partito si tende ad escludere che due dei papabili assessori della giunta Tambellini-bis, Mammini e Raspini, possano considerarsi rappresentanti della maggioranza del partito, dall’altra, invece, si sottolinea come anche nelle civiche ci sono esponenti che si sono dichiarati di fede renziana e che rischierebbero di trasformare una giunta in un “monocolore” vicino alle posizioni del segretario nazionale. Il tutto per dire che la sinistra del partito, in sostanza, non si accontenterebbe di avere la sola Ilaria Vietina, in pole position per un posto, all’interno della giunta ma ambirebbe anche a un altro posto. Fra i renziani, invece, quasi certi gli ingressi in giunta di Valentina Mercanti e di Gabriele Bove, l’assessore “prestato” da Capannori. All’altro renziano della prima ora, Lucio Pagliaro, toccherebbe invece il ruolo di presidente del consiglio comunale.
In questo gioco di equilibri c’è anche da considerare un altro elemento. Il voto, infatti, ha restituito una geografia della componente Pd di chiara marca renziana. Così non sarebbe, invece, con le surroghe successive alla nomina degli assessori con l’ingresso di Silvia Del Greco (Giovani Democratici, mozione Orlando all’interno del partito), Gianni Giannini (sinistra), Cristina Petretti, Roberto Guidotti, Leonardo Dinelli. E chissà che, in caso di rottura, non possa nascere un gruppo consiliare scissionista vicino alle posizioni del governatore Enrico Rossi e ad Articolo 1.
Curiosità, infine, per l’assessore di nomina tambelliniana, probabilmente da desumere al di fuori dei partiti e dalle rappresentanze consiliari. Nei corridoi si è vociferato di un ingresso in squadra dell’attuale presidente di Lucca Holding, Andrea Bortoli ma il suo incarico alla guida della società al 100 per cento di proprietà del Comune di Lucca scade alla fine del 2018 ed è difficile pensare, con le incombenze da affrontare fra cui il “caso” Gesam, che possa cambiare ruolo. L’altra ipotesi sarebbe quella di un cambio di ruolo del capo di gabinetto uscente, Luca Galli, che potrebbe assumere un ruolo in giunta ed essere sostituito da un altro dei protagonisti della campagna elettorale per la riconferma nell’ufficio di Palazzo Orsetti.
L’intenzione, comunque, è quella di annunciare la giunta nell’arco della prossima settimana per poi iniziare l’attività amministrativa e la preparazione del primo consiglio comunale, che si dovrebbe tenere entro i 20 giorni dalla proclamazione ufficiale del nuovo sindaco.
Enrico Pace