Remaschi accerchiato: “Parlerò stasera”

3 luglio 2017 | 11:51
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Remaschi accerchiato: “Parlerò stasera”

L’assessore regionale all’agricoltura in Toscana, Marco Remaschi, parlerà oggi a Lucca nella sede del Pd per chiarire il caso della telefonata col candidato sindaco del centrodestra, Remo Santini, alla vigilia dell’ultima settimana prima del ballottaggio che ha confermato Tambellini alla guida della città.
“Faccio una conferenza stampa oggi. Sono qua, sono vivo – spiega a margine di una conferenza stampa in Regione sui temi della montagna – Alle 18 puntualmente parlerò sia della telefonata che del mio lavoro, della mia storia personale, politica, di quello che ho fatto e del mio impegno nei confronti del sindaco Tambellini. Lì, dirò come la penso, sarò a rispondere anche a domande che mi verranno formulate”. Sta pensando alle dimissioni? “Dopo le 18 vi risponderò, se mi domanderete queste cose”. “Ho aspettato quattro giorni – prosegue – ho ricevuto ingiustamente delle palate di fango anche da persone che non mi conoscono personalmente e, quindi, fra qualche ora dirò come la penso”. L’altro dubbio di questi minuti è se goda ancora della fiducia del governatore della Toscana, Enrico Rossi. “Sono qua a parlare di montagna – ribatte – il presidente Rossi mi deve valutare per quello che faccio come assessore. Dopo oggi secondo me se ne saprà qualcosa in più”.

Di sicuro l’ambiente non è particolarmente favorevole all’assessore di Coreglia. Non è un caso che sia stata annullata la convocazione, prevista inizialmente per oggi pomeriggio, della riunione settimanale dell’esecutivo toscano.
A ‘scaricare’ ufficialmente Remaschi è il sindaco di Prato e presidente Anci, Matteo Biffoni. “Quando si sta in una comunità – ha detto a margine di una conferenza stampa – soprattutto in un partito nel quale nessuno ti obbliga a stare, facendo una scelta di campo, uno dei valori fondamentali è l’affidamento. Si discute, ci si arrabbia, capita di avere posizioni diverse, ci si manda a quel paese. Però, quando c’è uno dei tuoi, lavori per lui. Indipendentemente dalle sensibilità che ci sono, soprattutto in un caso particolare come quello di un ballottaggio per un sindaco”. “Da militante – prosegue – ho forti perplessità che si possa costruire una comunità coesa, intorno a una situazione del genere. Ma non spetta a me in questo momento fare delle scelte sulle dimissioni. Ma se c’è intesa con il nemico in una fase del genere non mi spiego la militanza in un partito”. Circa l’ipotesi che si sia trattato di uno scherzo, Biffoni chiosa: “Dovrà dimostrarlo – chiude – Deve essere certificato che il lavoro sia stato svolto per il nostro candidato. Se crolla questo tipo di certezze diventa davvero difficile andare avanti”.