Angelini assolve Remaschi: Pagliaro? Normale voto disgiunto

8 luglio 2017 | 16:20
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Angelini assolve Remaschi: Pagliaro? Normale voto disgiunto

Dalle presunte accuse di fascismo e “connivenza con Casapound” fino al caso della telefonata di Remaschi a Santini. Piero Angelini, ex consigliere comunale di Governare Lucca, fa un intervento a tutto tondo sul clima della campagna elettorale e sugli eventi che sono seguiti. Cominciando appunto dalla querela presentata da Santini nei confronti di due consiglieri regionali del Pd per un video elettorale. Quanto a Remaschi, Angelini lo “assolve” e stigmatizza anche l’atteggiamento dell’ex candidato del centrodestra che ne ha registrato e divulgato la registrazione. Sul caso Pagliaro invece Angelini rivela: “Anche a me ha chiesto un voto disgiunto, sapendo bene che non avrei mai votato Tambellini. Ma così facendo non danneggiava ma anzi avvantaggiava il Pd e il suo candidato sindaco”.

“Incredibile e moralmente  indegna la dichiarazione del federale Pd Parrini, che definisce ’ridicola e molto grave’ la querela data da Santini ai due consiglieri regionali Pd, con cui evidentemente solidarizza, che lo hanno accusato in  campagna elettorale di fascismo, squadrismo e connivenza con Casa Pound. Naturalmente – aggiunge Angelini – mantengo le mie critiche politiche nei confronti di Santini, che, dimenticando con chi aveva a che fare, non ha tolto a Tambellini e al Pd ogni pretesto per attaccarlo, prendendo formalmente le distanze da Casa Pound. Niente però può giustificare le accuse volgari  di fascismo e addirittura di squadrismo rivoltegli da tanti  personaggi Pd; nessuno può mettere in discussione  la legittimità, anzi il dovere civico di Santini di querelare i due consiglieri regionali per uno spot che, aggiunto a tutto il resto, ha influenzato, in modo negativo per lui,  il risultato delle elezioni”.
Poi Angelini si rivolge direttamente al sindaco Alessandro Tambellini: “Nella campagna elettorale per la difesa della città dall’assalto fascista – osserva – si è distinto particolarmente Alessandro Tambellini, che ha richiamato i lucchesi alla mobilitazione, contro Santini, nel nome dei fratelli Rosselli, dei tanti martiri della lotta antifascista, della Resistenza fatta dalla parte migliore dei lucchesi. Mai  era avvenuto finora un fatto di tal genere, nella nostra città, neppure quando erano stati candidati  a sindaco, anche da parte del centro sinistra,  persone, che, al contrario di Santini, presentavano, direttamente o indirettamente, una qualche macchia nella loro biografia antifascista; tutti erano stati sempre consapevoli, infatti, che, altrimenti, si rischiava di creare una frattura profonda e forse insanabile nel tessuto democratico della nostra comunità. Niente dunque giustifica il comportamento politico tenuto da Tambellini durante la campagna elettorale; a meno che Tambellini spieghi che le sue intemperanze in campagna elettorale siano state causate non dal meschino desiderio di guadagnarsi la poltrona di sindaco, con ogni mezzo, anche il più meschino, ma da una  reazione sincera, anche se scomposta, dettata  da una qualche vessazione fascista subita da lui o dalla sua famiglia a S.Alessio, che, riaffiorata con impeto, nel suo animo, lo ha indotto oggi ad affrontare il problema del pericolo fascista con toni scomposti; nel qual caso sarei il primo a comprendere, se non a giustificare,  quel che Tambellini ha fatto in campagna elettorale; se c’è nella storia sua e della sua famiglia qualcosa del genere, Tambellini lo dovrebbe però  dire alla città; della sua famiglia di contadini, Tambellini, senza che nessuno glielo abbia mai chiesto,  ci ha detto tutto, spesso e volentieri, raccontandoci come lui e la sua famiglia sapevano ramare le viti,  falciare l’erba con la frullana, pigiare il mosto nei tini; mai una parola invece sulla storia politica della sua famiglia, che interesserebbe a me, ma penso anche  a tanti altri, conoscere”.
Poi il caso Remaschi. “Dopo le elezioni – prosegue Angelini -, si è sollevato, come uno scandalo, il problema del voto di Remaschi; francamente non riesco a capire  perché il centro destra, a partire da Santini debba scandalizzarsi per il fatto che un cittadino voti come gli pare; bisogna sempre ricordare infatti che la Costituzione, all’art.48, precisa che  ’il voto è personale ed uguale, libero e segreto’; sul voto di Remaschi il centro destra non avrebbe titolo a dire alcunché; tanto meno a registrare le dichiarazioni di voto, che giustamente Remaschi   ha diritto di spiegare come meglio crede, anche in più modi, spesso complementari e che dovrebbero essere giudicate e trattate da tutti, in particolare da Santini,  come un segreto;  diffondere stoltamente la registrazione, come ha fatto Santini,  ha avuto l’unico risultato di rafforzare  Tambellini e permettergli  di ricominciare a gestire il Comune, con lo stesso metodo personale ed autoritario con cui aveva chiuso il suo mandato. Naturalmente spetta invece al Pd, dove è iscritto, giudicare Remaschi; io consiglierei però a Bruzzesi, che è una persona intelligente, di tener conto innanzitutto che l’atteggiamento di Tambellini, che ha voluto e ottenuto, nel 2007,  da Tagliasacchi le primarie, regolarmente perse, che è diventato candidato Sindaco con un colpo di mano nel Partito, profittando delle inchieste giudiziarie del 2011, che si è sempre rifiutato da allora  di fare le primarie, sia nel 2012 che nel 2017, che ha minacciato, in caso contrario, di fare una Lista propria fuori dal Pd, insomma che ha tenuto un atteggiamento personale e provocatorio, contro il Pd, giustifichi a pieno  qualche distinguo ed obiezione di coscienza, utile per lo stesso Pd; che avrebbe interesse ad evitare che la maggioranza del Consiglio voti ripetutamente che Tambellini è il vero nipote di Mubarak.  Deciderà il Pd; certamente è grottesco, però, come si legge invece sui giornali, con compiaciuti commenti, che sulla sorte di Remaschi decida non solo Del Ghingaro, fuoriuscito dal Pd, ma anche Rossi; i il quale ultimo, se non mi sbaglio, lasciato da poco il PD, è divenuto  uno del massimi contestatori di Renzi e del Pd e, nonostante questo,  si è attribuito in questa circostanza il diritto, che non gli compete, di decidere addirittura la sorte di Remaschi”.
Un caso da cui discende quello del consigliere comunale Pd Lucio Pagliaro. “Nei confronti di Pagliaro – osserva ancora Angelini – si sta facendo una vera e propria mascalzonata; profittando degli errori di  Santini e delle strumentalizzazioni  che ne sono seguite, Tambellini ha avuto buon gioco nel parificare il comportamento di Pagliaro a quello di Remaschi e a metterlo fuori gioco, negandogli ogni ruolo, a cominciare da quello modesto di presidente del Consiglio. Si rimprovera a Pagliaro di essere andato alla ricerca di un voto personale, un voto disgiunto,  a danno di Tambellini. Posso testimoniare che si tratta di una calunnia e che la cosa non risponde al vero. Lo posso testimoniare perché anche a me Pagliaro ha chiesto un voto disgiunto;  me lo ha chiesto, però,  sapendo bene che io non avrei mai votato Tambellini, che, pur di non votare Tambellini, avrei votato perfino per la Troncausci (una brava donna conosciuta solo dai più anziani). Pagliaro non ha mai danneggiato Tambellini; con la sua richiesta di un voto disgiunto fatta  a chi non avrebbe mai votato Tambellini, non danneggiava, dunque, ma avvantaggiava semmai  la lista Pd. Ora Pagliaro è una delle poche persone perbene della maggioranza Pd della passata Amministrazione. Umiliato spesso, nella sua qualità di presidente della Commissione urbanistica, dalla forsennata Mammini, ha assicurato sempre un dialogo responsabile con tutte le forze politiche presenti in Consiglio; se pure spesso ha manifestato, sulla scia di Stefano Baccelli,  le sue riserve sulla politica di Tambellini (dalle scelte sull’ospedale, su Campo di Marte e sulla Manifattura Tabacchi, alla difesa a suo tempo di Lucca come capoluogo della nuova Provincia, alla difesa della Gesam spa che l’amministrazione per salvarla voleva e vuole regalare a Toscana Energia, alle riserve sulla illegittima introduzione di 1 milione di aree rurali entro il perimetro del territorio urbanizzato, capolavoro dell’assessore all’urbanistica, ecc. ecc ), si è sempre rimesso disciplinatamente, poi,  al parere della maggioranza del suo partito. Agli occhi di Tambellini è responsabile  di aver sempre sostenuto che le primarie, con la candidatura naturale di Stefano Baccelli, avrebbe evitato al Pd di correre il rischio, come è poi avvenuto, di perdere il controllo del Comune.  Se Stefano Baccelli permette che il suo uomo di fiducia, il più corretto e responsabile dei consiglieri renziani, venga cancellato, solo perché dispiace a Tambellini,  da ogni responsabilità istituzionale, vuol dire  che  gli importa sempre meno del destino politico della sua città”.
L’ultima parte del suo lungo intervento l’anima di Governare Lucca la riserva alla questione dell’immigrazione.
“Dopo che il Pd, per tanti anni, anche localmente (da Tambellini alla Vietina, al senatore Marcucci) ci ha detto che l’accoglienza è un atto di civiltà, politicamente e moralmente necessario, e anche sostenibile dal nostro Paese  se l’Europa facesse il proprio  dovere, accogliendo per esempio  nei loro porti i migranti, è intervenuta la dichiarazione dell’ex ministro degli esteri Emma Bonino a chiarire che è stato proprio  il governo Renzi, nel 2014-2016, a chiedere che il coordinamento – cita Angelini – fosse a Roma alla Guardia costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia. Dopo queste dichiarazioni sconvolgenti, che mettono in  risalto la miseria  di un Governo Pd che scarica sull’Europa decisioni, per quanto riguarda l’attracco nei nostri porti delle navi piene di migranti, da lui volute e concordate , irrompe sulla scena l’ineffabile Matteo Renzi che ci insegna, sull’esempio di Matteo Salvini, che ’noi non abbiamo il dovere morale di accogliere i migranti. Dobbiamo aiutarli a casa loro’. Aggiunge poi parole che dimostrano che si tratta dell’ennesima renzata, quando precisa  che bisogna realizzare il numero chiuso, come se i  migranti fossero studenti universitari che fanno regolare domanda per essere ammessi alla facoltà di medicina. Anche sullo ius soli, in discussione al senato da lunedì, Renzi, seguito dal portavoce  Marcucci, parla ancora di un altro atto di civiltà. Ha scritto in proposito Travaglio, che mi sembra tutto fuorché un fascista, che la legge sul ius soli ’è la più generosa e indiscriminata d’Europa: darebbe l’immediata cittadinanza italiana a 800 mila figli di stranieri nati in Italia o all’estero, con pochissime restrizioni e condizioni. Non andrebbe ponderata meglio e magari emendata, con qualche spiraglio per poter ancora espellere- per esempio- i neocittadini sorpresi a propagandare   o fiancheggiare  lo jihadismo?’. Sono domande a cui cittadini perbene  aspettano risposte, anche dal senatore Marcucci, che finora non ha mostrato, stolidamente,  alcun dubbio in proposito. Sarebbe opportuno, comunque, che Tambellini e la sua squadra, una volta risolti gli impegni urgenti e pressanti dell’amministrazione, ci dicessero come la pensano, alla luce del riposizionamento del loro leader massimo sui problemi dell’immigrazione e dell’accoglienza”.