Lucca, fumata nera per il presidente del Consiglio

13 luglio 2017 | 12:52
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Primo consiglio comunale del Tambellini bis. Una seduta che è iniziata alle 15,30 con 32 consiglieri presenti più il sindaco e che ha dovuto affrontare anzitutto lo ‘scoglio’ della presidenza del consiglio, dove si è arrivati alla fumata nera: nessun nome è stato indicato ufficialmente, perché la maggioranza registrando la contrarietà dell’opposizione ha deciso di votare scheda bianca. Nessuna incompatibilità rilevata per i consiglieri comunali eletti anche se la pratica passa con 22 soli voti favorevoli – la maggioranza e Donatella Buonriposi – e 11 astenuti tra la minoranza. Il sindaco poi ha giurato alle 15,37 davanti all’aula consiliare, indossando la fascia tricolore.

Gli applausi dopo il giuramento del sindaco

La campagna elettorale? Non è ancora finita. Questo dice il primo consiglio comunale dell’era Tambellini-bis che comincia laddove ci si era lasciati la sera del 25 giugno. Discussioni, veleni, ricorsi, denunce in procura, una certa volontà, soprattutto da parte dell’opposizione, di non legittimare la riconferma del sindaco uscente, Alessandro Tambellini. Che da parte sua tende la mano all’opposizione per stemperare i toni, senza riuscirci, e mantenendo un atteggiamento di freddezza nei confronti del principale avversario, Remo Santini, cui non concede neanche un cenno di replica nel suo intervento di chiusura.
Arrivano alla spicciolata i consiglieri e gli assessori a riempire il nuovo emiciclo di Palazzo Santini. A presiedere l’aula c’è il ‘consigliere anziano’ ovvero colui che ha ricevuto il maggior numero di preferenze, Lucio Pagliaro, nell’occhio del ciclone proprio per la polemica post-elettorale di Santini. Fra i primi arrivano la neoconsigliera Silvia Del Greco, l’ex assessora Francesca Pierotti, in un elegante tubino blu, Francesco Battistini, in predicato di diventare presidente del Consiglio. Poi tutti gli altri. Giacca e cravatta, nonostante il caldo, per gli assessori Marchini, Bove e Lemucchi e i consiglieri Cantini, Bianucci, Giovannelli e Gianni Giannini. In giacca anche il giovane Gannriele Olivati e il capogruppo Pd, Renato Bonturi, così come, per l’opposizione, Martinelli, Minniti, Torrini, Santini e Cosentino. Eleganti le donne presenti in Consiglio, che sono in numero superiore rispetto all’ultima consiliatura.

La posizione in aula è quella classica. A sinistra il Pd occupa i posti centrali della parte sinistra dell’aula (nella prospettiva del presidente) nella prima e nella seconda fila. Su due file anche i consiglieri di Lucca Civica, mentre Sinistra con Tambellini si posiziona negli scranni di sinistra nella parte interna più vicini al presidente. Per l’opposizione tutti gli ex candidati sindaci eletti sono nella parte interna (da sinistra a destra Buonriposi, Bindocci, Santini e Barsanti). Alle loro spalle i componenti della coalizione di Santini: dal centro verso destra ci sono Torrini, Consani, Cosentino, Borselli, Minniti, Testaferrata e Marco Martinelli.
Nutrita la presenza di pubblico, fra cui spiccano molti simpatizzanti di Casapound e alcuni giovani (tre, per la precisione), che indossano la maglia con su scritto ‘Lucca Cattiva’. Chi si aspettava proteste o contestazione, in questo senso, è rimasto deluso. L’unico momento di ‘tensione’, infatti, si è avuto durante l’intervento del consigliere Pd, Gianni Giannini, che ha sventolato in aula la bandiera della pace, ricevendo in risposta dal pubblico l’esposizione di un vessillo di Lucca con su scritto Libertas. Entrambi, però, sono stati fatti subito rimuovere dal presidente Pagliaro. Per il resto qualche mugugno, qualche intervento sulla voce, soprattutto quando parla Santini, ma nessuna manifestazione di grossa insofferenza.
Ad alzare i toni della polemica ci pensano, però, i consiglieri. D’altronde al primo punto all’ordine del giorno, dopo il giuramento del sindaco, c’è l’elezione del presidente del consiglio comunale. Il nome dalla maggioranza è già designato, ed è quello di Francesco Battistini, ma serve un voto in più rispetto ai 21 a disposizione per poterlo eleggere in prima battuta.
Marco Martinelli, di Forza Italia, chiarisce subito come andrà. E lo fa a nome dei tre partiti della coalizione che aveva sostenuto Santini, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord: “Non parteciperemo alla votazione – dice Martinelli – nonostante gli appelli che sono arrivati ieri a mezzo stampa. Non lo facciamo perché non si parte affatto bene. Il messaggio è che siamo responsabili solo se si fa quello che dice la maggioranza, altrimenti non lo siamo. Non accettiamo, peraltro, che si vada ad eleggere un presidente del Consiglio per risolvere situazioni interne della maggioranza. Se il primo passo doveva essere nel senso della pacificazione, dopo una campagna dura, con questo tentativo di imposizione così non è stato”.
Remo Santini parla a nome delle liste civiche: “Anche noi – dice per SiAmo Lucca e Lucca in Movimento – non parteciperemo al voto. Anche in questo caso si è dimostrata, infatti, tutta l’arroganza dell’amministrazione, che si è sostanziata in una serie di telefonate disperate, e sfido chiunque a smentire questa cosa, per invitare a votare per Francesco Battistini come capogruppo. Uno di coloro che, peraltro, nell’ambito della campagna elettorale, si è dimostrato fra i più attivi nella campagna di denigrazione dell’avversario e che quindi non garantisce il suo essere super partes”.

Il primo discorso di Santini in aula

Neanche Donatella Buonriposi, già candidata sindaca per Lei Lucca e Rinascimento Sia, si accoda all’appello della maggioranza a trovare una soluzione condivisa, che era arrivato, senza però spendere il nome di Battistini, dal capogruppo Pd, Renato Bonturi: “Abbiamo appreso dalla stampa – dice la professoressa – della presenza di una candidatura sul tavolo e non abbiamo ricevuto alcun altro tipo di comunicazioni. Preferisco astenermi perché è opportuno condividere una scelta del genere o comunque indicare un nome dal profilo più moderato rispetto a quello di Battistini”.
Bindocci non annuncia l’astensione ma chiede un ragionamento più complesso alla maggioranza: “Chiediamo – dicono – un ragionamento di merito alla maggioranza e non avremmo voluto leggere sui giornali di decisioni da prendere e solo da ratificare. Altrimenti è inutile che esista un Consiglio e si può fare tutto fa casa. Vogliamo quindi capire qual è il ragionamento che è stato fatto dalla maggioranza che sostiene Tambellini e quale sia la garanzia di terzietà del nome proposto”.
Chiude gli interventi il consigliere di Casapound, Fabio Barsanti: “Anche noi – dice – non condividiamo il metodo che è stato scelto e quindi ci asterremo. Anche perché il nome proposto non è sicuramente super partes. Lo dimostra il fatto che il sindaco gli ha affidato una delega per gli affari animali. Delle due l’una: o è super partes e garantisce tutti oppure è un uomo di fiducia del sindaco”.

L’intervento di Fabio Barsanti

Chiude la querelle il capogruppo del Pd, Renato Bonturi, che annuncia la scheda bianca anche dalla maggioranza: “Noi – dice – non abbiamo presentato alcun nome all’aula ma solo fatto una premessa metodologica di apertura all’opposizione, pur rivendicando che la presidenza del consiglio comunale debba andare alla maggioranza. Visto che questo appello è andato nel vuoto anche la maggioranza per questa votazione sceglierà di votare scheda bianca”.
Una risposta che scatena le opposizioni: “Questa – dice Remo Santini – è un’altra menzogna di questa amministrazione, che ci ha già abituato a queste posizioni in campagna elettorale. Il nome di Battistini è stato fatto ed è circolato in telefonate in cerca di accordi alla vigilia del Consiglio. Se qualcuno vuole dica he non è vero”. “La nostra posizione – dice Martinelli di Forza Italia – è sul metodo che è stato scelto. E non ci prendiamo in giro con questo fatto della scheda bianca”. Bindocci, prima di annunciare un voto “di bandiera” per sé stesso ribadisce il concetto: “Chiedo i criteri di merito – dice – o sono costretto a dire che si tratta di un problema di correnti all’interno del Pd, con cui noi evidentemente non vogliamo avere niente a che fare”.
Scontato, a quel punto, l’esito del voto. 20 bianche, una scheda nulla e un voto per Massimiliano Bindocci.
Un Consiglio, dunque, che non si apre, e lo dimostreranno gli interventi successivi alla presentazione della giunta da parte del sindaco. Perché la campagna elettorale non è ancora finita. E per sbollire rabbie e rancori ci vorrà ancora un bel po’ di tempo. Intanto il Consiglio, dopo una riunione di maggioranza in programma lunedì (17 luglio) alle 9 si tornerà a riunire, per eleggere il nuovo presidente, martedì prossimo. Ma per la fumata bianca potrebbe essere necessaria un’ulteriore seduta.

Il commento alla prima seduta del presidente pro-tempore Pagliaro

Enrico Pace

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