Sindaco: ora riappacifichiamoci. Opposizione non ci sta

13 luglio 2017 | 16:29
Share0
Sindaco: ora riappacifichiamoci. Opposizione non ci sta

La coda di una campagna elettorale rovente si prolunga fino ad entrare dritta nell’emiciclo di palazzo Santini: il primo consiglio comunale, per quanto in molti si sforzino di abbassare il tiro della contesa, si contrassegna per l’asprezza dei toni. Alla presenza di un pubblico eterogeneo, con veri e propri supporter dei diversi schieramenti pronti a premere contro la balaustra ed a commentare ad alta voce ogni singolo intervento, il clima ancora non si raffredda. Impossibile, per la minoranza, accogliere a braccia spalancate l’invito a quel senso di responsabilità richiamato in apertura dal consigliere Bonturi: lo scambio di accuse ed i rilanci sugli avvelenatori di pozzi sono, quindi, inevitabili.
Così, mentre il sindaco invoca un’immediata riappacificazione, Barsanti parla di vera e propria “truffa elettorale” portata avanti a danno dei cittadini ed il grande competitor di Tambellini, Remo Santini, ricorda che se qualcuno ha inasprito i toni, andando sovente sul personale, quel qualcuno proviene dalla maggioranza.

L’appello del sindaco alla riappacificazione
Tambellini interviene dopo la fumata nera per il presidente del Consiglio per presentare la giunta e dare il via alla nuova attività amministrativa. 
“Ora riappacificazione – chiede dunque il sindaco – che prende la parola dopo il voto per il presidente del Consiglio, conclusosi con una fumata grigia, presentando la giunta: “Sono orgoglioso – ha detto – di essere stato riconfermato sindaco di Lucca. La nostra è una città bella, aperta e solidale. Nelle scorse settimane Lucca non è stata dipinta come meritava. Questa invece è la vera città che siamo chiamati a governare. Per assolvere il compito che ci è stato assegnato, chiedo oggi un atto di pacifica ricomposizione del clima da parte di ciascuno di noi”. Il sindaco ha ricordato in assise anche i consiglieri comunali Alessandro Bertolucci e Sergio Mura, scomparsi prematuramente durante l’ultima legislatura, ricevendo un grande applauso convinto dalla sala, ma anche le esperienze del passato di Maria Eletta Martini, Franco Fanucchi, Arturo Pacini, Giovannini, Malfatti, Sciortino. E ha ricordato il messaggio di Fratel Arturo Paoli come stella cometa della sua attività, anche amministrativa.
“E’ con grande onore e grande senso di responsabilità che torno a ricoprire il ruolo di sindaco di Lucca – ha spiegato Tambellini – dopo aver giurato sulla Costituzione davanti a voi, rappresentanti di tutta la cittadinanza. La città e il territorio, che in questa assise siamo chiamati tutti a rappresentare – ha aggiunto – ognuno secondo le proprie convinzioni e in base al ruolo assegnatoci dagli elettori, ci chiede di lavorare fin da subito alacremente portando idee, progetti e soluzioni alle molte questioni aperte e ai tanti problemi di una cittadinanza aggredita, anche da noi, da una crisi economica senza precedenti, almeno nell’ultimo decennio. Una crisi che inevitabilmente acuisce le differenze, che invece di essere vissute come quello che in realtà sono, e cioè una ricchezza morale, culturale, materiale, sono troppo spesso interpretate come l’unico male da estirpare. Per troppo tempo, e in particolare nelle ultime settimane, Lucca è stata rappresentata come una realtà degradata dal punto di vista morale e materiale. Nei confronti di questa rappresentazione ci siamo opposti con forza, perché crediamo fermamente nelle qualità della nostra città: una città bella, oltre che aperta, solidale e capace di dialogare con tutti, portando nel dialogo e nel confronto il meglio di se stessa, come è stato nella parte migliore della sua storia. Questa è la città che siamo chiamati a governare, e per creare le migliori condizioni tese ad assolvere il compito che i cittadini ci hanno assegnato, chiedo oggi, in questa occasione solenne, un atto di pacifica ricomposizione da parte di tutti noi”. “L’espressione ‘pacifica ricomposizione’ – ha spiegato Tambellini – non significa necessariamente condivisione. Anzi, spesso, è proprio dalla vivacità del confronto fra posizioni differenti che nasce – quale elemento di sintesi – la scelta migliore, quella più giusta. Ed è quello che chiedo a tutto il Consiglio Comunale durante questo mandato amministrativo: un confronto serio, responsabile, aperto, com’è giusto che sia di fronte alle attese della collettività, che non comprenderebbe e, credo, non approverebbe il protrarsi della campagna elettorale oltre i limiti imposti alla campagna elettorale stessa dalle norme. Non c’è nessun nemico in questo consiglio comunale: nessuno di noi ha dei nemici. Ci sono posizioni diverse, a volte complementari, a volte no, a volte opposte. Tutte, però, utili alla causa comune che è, e resta, il benessere e il miglioramento delle condizioni di vita della nostra comunità”.

Gli interventi dei consiglieri comunali.
Subito dopo il messaggio del sindaco, interviene in modo molto critico il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Marco Martinelli: “Con grande e profondo rammarico – ha detto – sono indotto a pensare che le scelte da Lei assunte non siano altro che il frutto di compromessi per dare voce a tutte le componenti di una maggioranza eterogenea che, sia a livello nazionale, regionale e locale, ha dimostrato di avere idee e opinioni molto diverse e distanti tra loro sulle grandi questioni, sui temi che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi anni e sui valori e gli ideali che dovranno ispirare un’azione politica seria e credibile. Aggiungo, che la responsabilità affidatami dagli elettori di Forza Italia e di quelli che non l’hanno sostenuta o che non si sono recati alle urne, mi impone oggi e mi imporrà sempre, di non accettare compromessi e di non arretrare mai dal cammino che abbiamo tracciato in questi anni a difesa degli interessi di Lucca e dei lucchesi. Tutto questo a differenza della sua amministrazione che ha pensato in primo luogo agli interessi di partito e ad eseguire i diktat provenienti da Firenze”.
Da qui l’impegno di Martinelli: “Siederò nei banchi dell’opposizione in questo nuovo Consiglio comunale – ha spiegato – per dare voce con la mia azione, con la nostra azione, al popolo di Lucca che è il vero patrimonio da difendere, sostenere e rafforzare. I cittadini di Lucca, quelli che io qui rappresento e che si riconoscono alternativi a questa maggioranza, hanno diritto di chiedere maggiore concretezza, maggior coraggio e determinazione a chi amministra la loro Città, soprattutto in un momento storico così delicato e travagliato della loro vita e della vita dei loro figli. Quella uscita dalle urne appare una città sfiduciata, rassegnata e divisa, anche se avrebbe a disposizione tutte le risorse e i requisiti per tornare ad essere davvero un punto di riferimento: la cultura e l’arte e quindi in una sola parola la bellezza, il turismo, il buon vivere, il commercio, l’ambiente e la natura, la ristorazione e i prodotti del territorio. Se il 55% dei lucchesi non è andato a votare per il ballottaggio e se solo poco più del 20% alla fine l’ha confermata, sono chiari due fatti: questi elettori non hanno scelto e non sceglieranno la sinistra e questa volta hanno massicciamente scelto l’astensione. Il messaggio di questa parte dell’elettorato è fortissimo: chiede una nuova offerta politica, etica e valoriale e Forza Italia è determinata ad offrirla, a loro e alla città. Nel mio, nel nostro, sogno per Lucca, non è mai venuta meno la convinzione di dover operare per una Lucca migliore. Ma in quel mio, in quel nostro sogno, non c’è mai stata retorica perché, Signor Sindaco, quando i sogni non poggiano saldamente su progetti credibili e sostenibili diventano pericolosi inganni. Un pericoloso inganno, ad esempio, è non dire con estrema chiarezza che non si potrà derogare dal principio che in una situazione di grave crisi economica che ha colpito la nostra città così come tutto il sistema paese, si è conclusa una fase storica di finanza pubblica, spesso gestita per fini elettorali, e si è aperta invece una nuova fase, di razionalità e trasparenza, imponendo a chi amministra le città di non ricercare più il consenso sociale e politico seguendo le ideologie di appartenenza. Il primo interesse di chi amministra deve essere la salvaguardia degli interessi di Lucca e dei cittadini di Lucca. Derogare a questa linea di rigore per motivi ideologici sarebbe, Signor Sindaco, un pericoloso inganno e noi ci batteremo con tutte le nostre forze per fermarLa. Siamo pronti a confrontarci e a mettere in campo soluzioni che dovranno essere necessariamente prese per le aziende partecipate, la sicurezza, la viabilità, il commercio, il centro storico, le periferie, la cultura, il turismo, l’assistenza sanitaria e sociale, gli impianti sportivi. A breve saremo chiamati ad affrontare la questione Gesam a noi tanto cara per l’economia locale e per il futuro di 70 dipendenti e delle loro famiglie. Attendiamo oggi da questa amministrazione una inversione di tendenza ed una apertura al dialogo ed al confronto che sino a questo momento è mancata. Ricordo a tal proposito che un bel giorno, nel marzo del 2015 ci siamo accorti che era già pronto un accordo per la cessione della nostra azienda comunale più redditizia, il tutto fatto urgentemente in nome delle imminenti gare del gas che sino ad oggi, caro sindaco, non ci sono state e chissà se mai si faranno. Tutto questo non deve più accadere. Così come riteniamo assolutamente doveroso una inversione sulla politica che Lei ha portato avanti in questi anni e che ha favorito l’invasione di Lucca da parte di profughi o presunti tali. Infatti il solo territorio del Comune accoglie oggi oltre 400 persone che risultano essere il doppio rispetto a quelle previste dai canoni fissati dal Ministero dell’Interno. Questo è il frutto di una giunta comunale che non ha pensato a salvaguardare la propria comunità, come hanno fatto altri sindaci di amministrazioni del territorio della provincia di Lucca, ma ha dato sempre il suo appoggio alla politica di Renzi che attraverso la prefettura propone incentivi a chi ospita immigrati e profughi con veri e propri inviti a venire. Ribadiamo inoltre il nostro più fermo contrasto alla diffusione della teoria gender all’interno delle nostre scuole di ogni ordine e grado, ideologia fortemente sostenuta e largamente finanziata dalla Regione guidata da Rossi. Riteniamo imprescindibile che non dovrà essere dato alcun sostegno da questa amministrazione a manifestazioni, rassegne e corsi educativi che intendano promuovere, all’interno della scuola, un concetto di famiglia diversa da quella costituzionalmente e tradizionalmente riconosciuta. A questo proposito la delega alle politiche di genere che lei ha previsto con la nuova giunta desta forte preoccupazione nelle famiglie di Lucca tenuto conto che il con termine politiche di genere viene surrettiziamente veicolata tra gli studenti l’ideologia gender e quindi l’indifferentismo sessuale. Tenuto conto di tutto questo, non sarà facile per Lei signor sindaco continuare a tenere i piedi in due staffe ovvero far pensare da una parte che farà gli interessi dei cittadini lucchesi e contemporaneamente ubbidire agli ordini di partito che arrivano dalla Regione. Il mio e il nostro impegno – ha concluso Martinelli – sarà costante affinché Lucca che ha in sé e conserva una secolare autonomia politica, amministrativa e culturale mantenga questa libertà e continueremo ad opporci ai continui tentativi di ridimensionare il ruolo e l’autonomia della città, portati avanti dalla Regione Toscana e sostenuti dalle Sinistre locali. Chiederò, chiederemo, che i comportamenti di questa nuova amministrazione siano improntati alla difesa dei valori della persona, della famiglia e della vita che hanno sempre ispirato la nostra azione, siano indirizzati alla difesa dei valori dell’impresa libera e responsabile, al valore della dignità del lavoro e alla valorizzazione del merito. A chi chiede una nuova stagione politica cittadina, a chi chiede una opposizione forte e coesa dico che noi non molleremo di un centimetro e proseguiremo con i fatti nel lavoro portato avanti in questi cinque anni in difesa di Lucca e dei lucchesi. Costruiremo la nuova stagione politica su solide fondamenta che sono state il pilastro su cui si è incentrata la nostra azione nella precedente legislatura: il lavoro in aula, la presenza sul territorio, l’ascolto e il confronto e non solo attraverso commenti o prediche su piattaforme multimediali come twitter o facebook. Ritorniamo come sempre a fare politica tra la gente di Lucca, con la gente di Lucca, per la gente di Lucca. A tutti rispondo che non siamo affatto soli e che al mio e al nostro fianco sento tutti i Lucchesi che non si riconoscono nella sinistra-centro, tutte quelle donne, quei giovani e quegli anziani che ci hanno accolto, sostenuto e consigliato in questi anni. Li rappresentiamo tutti, in questo Consiglio comunale, e li rappresenterò insieme agli amici di Forza Italia, che senza sosta ci hanno sempre appoggiato e incoraggiato. A tutti loro dico grazie di cuore. A questo consiglio offro gli auguri di buon lavoro per il bene comune di tutta Lucca”.
Dopo aver salutato il pubblico, la giunta e il consiglio comunale è intervenuto anche il leader del centrodestra Remo Santini, con parole durissime verso l’amministrazione entrante. “La campagna elettorale è finita – ha detto -. Come non ce ne fossimo accorti, ce lo ricordano il Pd, Lucca Civica e il gruppo Sinistra per Tambellini. Già, siccome il risultato è acquisito (con modalità e numeri che dovranno essere nelle prossime settimane valutate per verificarne la correttezza) adesso si chiede a noi di lasciare alle spalle quel che è stato. Come d’incanto. ‘La campagna elettorale è conclusa, e con essa, spiegano i capigruppo della maggioranza – cita Santini – noi speriamo anche quel clima di contrapposizione, non sempre costruttivo, che l’ha caratterizzata. Inizia ora una fase diversa, per la costruzione di un futuro migliore per la nostra città. E ciascuno, per la sua parte, è chiamato a dare il proprio importante contributo. Come maggioranza scelta dai cittadini attraverso il voto, noi c’impegniamo ad assumerci la responsabilità di fare il primo passo per avviare una stagione di pacificazione collettiva: che possa coinvolgere tutta la città, nessuno escluso. L’invito lo rivolgiamo alle forze politiche, a cui il voto dei nostri concittadini ha affidato l’imprescindibile ruolo di opposizione: collaboriamo con responsabilità, affinché il Consiglio comunale di domani sia l’occasione in cui tutta la Città sappia finalmente ritrovarsi unita e capace di rispettare le differenziazioni e le diversità presenti al suo interno'”. “Ci vuole coraggio a pronunciare queste frasi. Ci vuole coraggio – ha aggiunto Santini – perchè mentre si proferiscono queste parole, il centrosinistra ha già fatto scattare i suoi metodi classici di lavoro: apparire democratici e aperti e ora collaborativi, ma contemporaneamente dandosi da fare dietro le quinte per convincere questo o quel consigliere di minoranza a votare subito il primo atto che saremo chiamati ad affrontare, ovvero l’elezione del presidente del consiglio comunale. Contatti sotterranei, ammiccamenti, magari qualche promessa: insomma, il solito metodo dell’inciucio, che evidentemente è talmente radicato da essere diventato inestirpabile. Io invece di questa campagna elettorale alle spalle qualcosa vorrei dire. Una campagna elettorale da dimenticare, che ha offerto quanto di peggio ci si potesse aspettare da una parte politica in difficoltà per il passato (la vostra) e incapace di programmare un futuro migliore. Lacrime di coccodrillo hanno inondato l’avvicinarsi di questo evento, che dà il via alla legislatura. Come dicevo poc’anzi, tante dichiarazioni di apertura, di distensione, che però cozzano con i comportamenti delle stesse persone che hanno messo in atto una aggressività e una cattiveria che si sono esplicitate in una serie di azioni che hanno raggiunto il loro apice in modo particolare durante il periodo che è andato fra il primo turno e il ballottaggio. Credo sia necessario, ora, mettere tutte queste scorrettezze in fila, visto che tutto deve rimanere agli atti e un domani chi avrà voglia e pazienza di ricostruire quanto avvenuto deve conoscere una per una le nefandezze che hanno caratterizzato un momento che dovrebbe essere di alta esaltazione della democrazia e che si è rivelato l’esatto contrario. Avvicinandosi il primo turno si sono intensificate, da parte dello schieramento che sosteneva Tambellini, attacchi personali, anche da parte del candidato sindaco stesso, che in più occasioni ha dichiarato di pensare del sottoscritto tutto il peggio possibile. Poi, dopo il primo turno, essendo evidente che i cittadini lucchesi avevano giudicato negativamente l’operato di una delle più insignificanti giunte degli ultimi decenni e contemporaneamente dato fiducia alla nostra proposta, si è scatenato l’inferno, come nei peggiori regimi totalitari. Un copione che ricalca quanto descritto in una delle opere letterarie più celebrate del millennio, Animal Farm di George Orwell. Cadeva a fagiolo, in assenza di progetti sul futuro di Lucca, dei quali non si è mai parlato, almeno dal centrosinistra, alimentare la paura del fascismo e sottolineando che una nostra e una mia vittoria avrebbe equivalso a ripristinarlo. Vere e proprie schifezze. E poi un video diffamatorio da parte di due consiglieri regionali profumatamente retribuiti con i soldi di tutti i contribuenti eppure responsabili di una delle azioni più meschine e aberranti mai viste in una campagna elettorale. Sorvolando sulle telefonate ricevute di appoggio alla mia candidatura e di richieste di incontro sul voto disgiunto da parte di esponenti del Pd, si sono poi verificati episodi nei seggi con urne aperte e poi richiuse e tante altre perle che dovrebbero fare vergognare a vita chi ne è stato l’autore. Alla fine hanno vinto di 361 voti, che su 87mila abitanti, che corrispondono a due condomini e una strada, ma la legge elettorale è questa e noi non la contestiamo certo. Hanno festeggiato cantando Bella Ciao e esponendo la bandiera dei Rom, deridendo gli avversari. Detto questo potrei chiudere attingendo alla retorica e al buonismo dicendo che siamo disposti a collaborare. So già che con una giunta che non premia certamente il merito e la competenza (nulla di personale, sia chiaro) potremo interagire difficilmente. La campagna elettorale va lasciata alle spalle, dicevo. A risultato acquisito per un pugno di voti, il sindaco non ha trovato di meglio che dire che la parte di elettori che aveva votato per lui e il suo schieramento era la Lucca buona, l’altra che aveva scelto noi, la Lucca cattiva. Presuntuoso e arrogante, come altri attori della sua coalizione. Ma ora bisogna svelenire il clima. Concordo. Certamente bisogna svelenirlo, ma evidentemente quando fa comodo a voi. Dimenticando tutto quello che è successo e le nefandezze di cui vi siete resi responsabili. Certo, adesso bisogna cominciare a lavorare per il futuro della città, quello che non avete fatto negli ultimi 5 anni. Sappiate che la nostra opposizione continua, a 360 gradi. sarà inflessibile, ma anche costruttiva. Vogliamo smascherare le vostre contraddizioni e le vicende su cui avete mentito e mentirete, ma anche come necessario, essere propositivi. Come? Proponendovi l’approvazione di alcuni punti cardine del nostro programma elettorale (dall’abbassamento dell’imposizione fiscale ad una politica piu’ incisiva sul tema della sicurezza, dalla maggiore attenzione a paesi, frazioni e quartieri abbandonati fino a politiche più moderne su lavoro e sviluppo. Senza dimenticare la trasparenza, carente nel precedente mandato su varie scelte, mentre anche questa consiliatura parte (secondo quanto si apprende dai giornali) con una selezione di personale che fa venire qualche dubbio. La più grave carenza che Lucca ha sofferto negli ultimi anni, è stata quella di una mancanza di visione. Da più parti è stata denunciata l’assenza di un’idea complessiva, forte, di città attraverso la quale valorizzare le molte risorse economiche, culturali e sociali disponibili. Questo vuoto, in un tempo di “scarsità”, nel quale le opportunità non solo vanno colte ma in molti casi anche costruite, ha comportato la perdita di occasioni preziose e anche, in molti casi, di entusiasmo: un danno, questo, non meno grave, perché una città si nutre anche di stati d’animo e di sogni. Come qualsiasi attività di governo, anche l’amministrazione cittadina non può esaurirsi in un insieme di atti burocratici. C’è bisogno di un disegno chiaro e condiviso sulla base del quale compiere scelte e mettere a sistema risorse. Il recupero di un progetto complessivo per far andare avanti la città è così uno dei principali compiti cui sarà chiamata la nuova amministrazione. Insieme al rilancio di quel coraggio e di quell’aspirazione all’eccellenza che da troppo tempo sembrano andati smarriti. Partendo da 5 capisaldi fondamentali. Nella sua attività di ideazione, progettazione e realizzazione Lucca non può che guardare all’orizzonte nazionale e internazionale. Questa è la dimensione naturale che ha connotato la sua storia. Uomini e merci lucchesi da sempre si sono confrontate col mondo e questo ha garantito – e garantisce ancora oggi, dall’industria, alle nostre principali manifestazioni culturali – risultati importanti che ci devono incoraggiare a proseguire su questa strada. Essere consapevoli della propria identità significa anche questo: non avere paura e cercare interlocuzioni importanti con l’Europa, con il governo centrale italiano oltre che con la Regione Toscana, con la quale si devono, con la massima urgenza, ridefinire le basi di un dialogo che risulti costruttivo e propositivo da Lucca verso Firenze e non viceversa. E poi il sostegno e supporto: le grandi trasformazioni in atto oggi, nel nostro presente, ci chiedendo in primo luogo due cose: sostenere i lucchesi rimasti indietro e supportare al meglio chi – siano imprese o persone – si propone di crescere e creare sviluppo e ricchezza. Anche guardando alla crescita economica e sociale Lucca vuole essere una città dinamica e coesa che, definito un obiettivo lo persegue in modo orchestrato, con chiarezza, coerenza e determinazione. E ancora, l’eccellenza. Alti standard, esperienze innovative, tecnologie d’avanguardia, investimenti in conoscenza: Lucca non può pretendere di meno. In una realtà presente in cui le idee e i capitali circolano in cerca di condizioni favorevoli, l’unica difesa è l’attacco: dare il massimo per essere al passo con i tempi. Creare le condizioni per vivere il meglio del presente e anticipare il futuro. Infine, una città a misura di uomo, che pone al centro delle sue attenzioni le esigenze di chi vi vive e vi lavora. Ovvero una città che non contrapponga più centro a periferia, attrezzata, ricca di servizi – dagli standard urbani, ai collegamenti pubblici, dai servizi di rete socio-sanitari, alle infrastrutture sportive – sostenibile, con la parte antica facilmente accessibile. Una città che sappia costruire il domani e che sappia farsi carico della crescita di una classe dirigente adeguata ai tempi e alle esigenze, valorizzando e supportando i giovani e le esperienze più avanzate. Creando con la scuola, le università, le imprese, i centri di ricerca e le realtà formative le condizioni reali e accessibili per far crescere i talenti dei ragazzi per un mercato del lavoro sempre più competitivo. E difendendo il patrimonio delle città, aziende come la Gesam, che rischia di essere svenduta solo per scelte politiche e di equilibri regionali, senza guardare agli interessi del territorio. Servono fiducia e determinazione. Lucca deve tornare ad essere un capoluogo, con tutte le sue prerogative, superando la paura che l’ha attanagliata e tornando a osare e scommettere: con coraggio. Se questa amministrazione adotterà dei provvedimenti che perseguono questi obiettivi fondamentali, siamo disposti a discuterne e dare eventualmente un nostro sostegno. Se, come abbiamo il sospetto dopo le scelte del passato e le prime che avete adottato in queste due settimane, puntate ad una Lucca dove prima si pensa alle poltrone e al ruolo del Pd, anziché ai reali problemi della gente, dove si prendono in giro i cittadini realizzando i lavori soltanto in prossimità della campagna elettorale, se il lucchese viene visto soltanto come un limone da spremere senza dargli in cambio servizi efficienti, renderemo la vita di questa amministrazione difficile. Anzi, impossibile”.
Il pentastellato Massimiliano Bindocci, dal canto suo, preme con foga sui tasti che sono stati familiari al M5S per tutta la campagna elettorale: trasparenza, giustizia, onestà, chiedendo un segnale in questo senso al primo cittadino. “Apprezziamo la volontà di abbassare i toni – l’intro del suo intervento – ma ricordo che questa amministrazione è mancata sui temi della giustizia e della trasparenza. Su questi temi vi staremo addosso, per cinque anni. Il sindaco ha citato frate Arturo Paoli: era un uomo che predicava la povertà – la stilettata – mentre il Pd ha, come rappresentante principale, sul territorio, un senatore molto ricco”.
Visibilmente emozionato, ma comunque lucido, Daniele Bianucci di Sinistra con Tambellini: “Oggi inizia un percorso nuovo per la città – afferma – e mi riallaccio, in questo senso, a quanto osservato dal sindaco: in questo emiciclo non c’è spazio per le inimicizie. Dobbiamo farci carico, tutti quanti, di rappresentare le istanze della cittadinanza, partendo dalla tutela degli ultimi”.
Poi gli animi si scaldano, specialmente da parte del corposo pubblico che assiste, quando interviene Fabio Barsanti, specialmente perché il leader di Casapound parla, riferendosi alla campagna elettorale, di una vera e propria “truffa elettorale” ed afferma di aver presentato un esposto in procura (Leggi l’articolo). Secondo Barsanti “la scelta della giunta dimostra palesemente gli accordi intervenuti in seno alla maggioranza. Noi siamo diventati l’ago della bilancia: il Pd lo ha capito, aveva paura di perdere e, per questo, ha messo in moto una sorta di macchina sovietica di strategia del consenso. Lo hanno fatto paventando un accordo tra noi e Santini, evocando lo spettro del nazifascismo. Si sono inventati i saluti romani in piazza, hanno cantato Bella ciao in Comune, hanno diviso Lucca in buoni e cattivi. Hanno fatto realizzare a due consiglieri regionali un filmato diffamatorio e poi è stato diffuso a due giornali (Tirreno e Nazione, ndr) un volantino falso, con una firma falsa e il simbolo falsificato in cui si affermava che eravamo d’accordo col centrodestra e che i fascisti avrebbero preso possesso della città. Di fronte a tutto questo, a nostro avviso, si configura una palese violazione dell’articolo 294 del codice penale. Si tratta, cioè, di un vero attentato ai diritti politici dei cittadini, una truffa attuata per sviare il voto: per questo abbiamo presentato una formale denuncia in procura, ieri. Dal canto nostro, nei prossimi cinque anni continueremo a difendere il ‘sindacato’ dei lucchesi”.
Molto più conciliante l’intervento di Donatella Buonriposi: “In campagna elettorale – la sua analisi – si è rasentata la barbarie più totale. Adesso pensiamo a lavorare nell’interesse dei cittadini, senza idee preconcette, anche se già oggi sento interventi di natura discriminatoria. Da parte nostra, connotandoci come lista civica, insisteremo sui temi della tutela della città, della famiglia, dei giovani e del lavoro. Restiamo in posizione mediana, valutando di volta in volta quello che è il bene di Lucca, andando oltre le divisioni per occuparci di questioni reali”.
Il sindaco Tambellini replica a Barsanti e Bindocci mentre ignora le istanze presentate da Santini: “Non conosco – dice a Barsanti – la lettera di cui parla e prendo atto della denuncia presentata in procura e vedremo come andrà a finire”. Apertura, invece, rispetto all’intervento del rappresentante del Movimento Cinque Stelle, da cui auspica un’opposizione costruttiva: “Il tema della giustizia – ha detto – è sempre stato presente nel mio mandato e così sarà anche in futuro”.
In coda, c’è spazio anche per l’intervento di Gianni Giannini (Pd), che sventola una bandiera della pace: “La campagna elettorale – osserva – è stata intrisa di provocazioni. Ora ognuno rispetti il proprio ruolo, cominciando a ricostruire un clima positivo. Espongo un simbolo universale, come questa bandiera, proprio per auspicare questa ricomposizione, senza pregiudizi, nel rispetto di tutti”.

La seduta si è conclusa con la nomina dei tre membri in commissione elettorale e dei supplenti. In commissione sono stati eletti Giuntoli (Pd), Lucarini (Sinistra con Tambellini) e Martinelli (FI). I supplenti sono Dinelli (Pd), Massagli (Lucca Civica) e Minniti (Lega Nord).