
“A Piaggione abbiamo già molti problemi, cerchiamo di non aggiungerne di nuovi”. Così scrive Giuseppe Aldi, ex presidente del comitato paesano in merito alla questione delle luci nella strada interna alla frazione del comune di Lucca. “Non credo – aggiunge – che il ripristino di cinque o sei luci ed il loro consumo pesino così tanto sul bilancio della spesa pubblica. Credo invece di poter dire in tutta onestà che è maggiore il beneficio del costo, Per questo, confidando nel buon senso dell’assessore Marchini, lo invito a prendere in considerazione le mie riflessioni e rivedere il provvedimento, anche e principalmente in funzione della sicurezza”.
“Sono stato presidente del comitato paesano di Piaggione per circa due anni – dice Giuseppe Aldi – e conosco bene la realtà della vita paesana che vivo ogni giorno. Purtroppo il comitato, deluso nelle aspettative, si è affievolito fino a spengersi del tutto. Ma questa è la dura legge delle periferie! Spero che si possa riorganizzare un nucleo di volontari anche se in un paesino così piccolo non è cosa semplice. Mi corre comunque l’obbligo morale di fare alcune riflessioni a posteriori sulla riunione dello scorso 11 agosto alla quale non ho potuto essere presente per motivi di salute. Come è noto l’impianto di illuminazione della strada interna del paese verrà smantellato. Lo ha ribadito l’assessore Marchini in quell’occasione, spiegando che l’impianto è stato realizzato negli anni settanta attraverso un’evidente forzatura dal momento che la via in questione non è pubblica ma privata. Il Comune – continua l’assessore – ha cominciato a mettere mano a queste situazioni per regolarizzarle. Ho conosciuto personalmente Marchini un po’ di tempo fa – dice Aldi – in occasione di una sua visita improvvisa per monitorare personalmente il traffico. Ne ho ricavato una buona impressione, è una persona competente e molto sensibile. Perciò voglio porre alla sua attenzione alcune considerazioni che richiedono un’analisi un pochino più approfondita. Le case del Piaggione una volta di proprietà del Cotonificio Oliva, vennero vendute a gli allora residenti intorno agli anni ’80. La strada interna al paese così come tante altre zone fino ad allora gestite dal Cotonificio, rimasero aree scoperte di cui nessuno si è mai assunto la paternità. Ma guarda caso di tale strada si sono serviti tutti i gestori per passarvi cavi, condutture, scarichi, impianti e fognature. Risulta chiaro che gli abitanti possono installare una luce davanti al portone (sempre ammesso che tutti i condomini riescano a trovarsi d’accordo) ma non si potrà mai ottenere lo stesso risultato di una luce panoramica posta ad altezza elevata. Oggi si decide di smantellare delle luci installate dall’amministrazione pubblica… quindi dagli anni settanta ad ora c’è stato uno spreco?! Noi paesani non la pensiamo così! Ci siamo trovati sempre più spesso a dover affrontare eventi calamitosi, primo fra tutti la tracimazione del fiume Serchio. In tali circostanze rimanendo isolati a monte e a valle, siamo stati esortati dalla Prefettura a sgombrare notte tempo i primi piani delle abitazioni che si affacciano proprio sulla via in oggetto, accompagnando Vecchi e bambini sul piazzale della stazione identificato dalla Protezione Civile come zona di evacuazione, nonché a spostare tutte le auto posteggiate nei piazzali e mettere in sicurezza gli animali domestici custoditi negli orti. Una manovra molto impegnativa e difficoltosa, figuriamoci senza luce! Per cui una corretta illuminazione in questo caso credo possa ritenersi uno dei presidi necessari per fronteggiare lo stato di emergenza. Consultando poi il Manuale di Sicurezza Residenziale (disponibile anche on-line) alla voce: “luci esterne ed illuminazione pubblica”, si esortano i cittadini a sistemare lampade alle entrate delle abitazioni, ma si invitano anche gli stessi a comunicare all’amministrazione comunale vie scarsamente illuminate e segnalare lampioni pubblici mal funzionanti o fuori uso e lampadine rotte. Dopo l’esempio del Piaggione, altri paesi se ne guarderanno bene dal comunicare situazioni di pericolo dei lampioni, rischiando così di prenderseli sulla testa ogni qual volta vi passeranno di sotto”.