Maffei: “Il professore salito sul Sagro è un uomo senza speranza”

28 agosto 2017 | 16:31
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Maffei: “Il professore salito sul Sagro è un uomo senza speranza”

Un episodio che provoca “turbamento” e sgomento. Usa questi termini Daniele Maffei del comitato Dossetti per la difesa della costituzione di Lucca per commentare il caso del professore salito sul Monte Sagro per piantare la bandiera della Repubblica sociale italiana. “Mi hanno turbato – scrive Maffei riferendosi alle immagini pubblicate sui social -, perché chi vive oggi in modo ansioso questi fatti mi fa pensare ad un uomo solo, che, senza speranza, senza ideali sani, ha bisogno del passato. Non solo. La sua angoscia, difficile definirla ricerca di giustizia storica, nel mostrare un passato indelebile e negativo, deve essere stata pari alla fatica nell’arrivare in cima al monte. Ciò dimostra che è un uomo senza futuro, ma resta un uomo da aiutare, anche se è arduo scorgere in una siffatta creatura, la sua umanità. Eppure è così”.

“Non vivrà di molta prossimità – aggiunge Maffei -, forse non sarà molto apprezzato, non gli importerà della eventuale scarsa vicinanza alla comunità degli uomini e delle donne, che lo conoscono ma non potrà cancellare di essere una persona umana. Noi non possiamo dimenticare che i suoi limiti sono forse anche i nostri limiti, ignoti a noi stessi e agli altri nella ricerca negativa di distruggere l’umanità che è in noi. Penso che il professore abbia bisogno di avere la possibilità di un ritorno ad una umanità diversa, che abbandoni simboli sbagliati, che la storia ha condannato,tale che gli dia speranza nel futuro”.
“L’assenza di una sua speranza è già essa stessa disperazione, di fronte a se stesso e alla sua storia, che non si cancella – prosegue -. Ma ha anche bisogno di una misericordia in senso civile. Non dobbiamo né giustificarlo, né isolarlo, né abbandonarlo, anche se ha dimenticato il senso vero della sua originale umanità,come appare, forse, dalle sue sconfitte personali in atto. Non si tratta facendo ciò, di un perdonismo fuori luogo, ma di indicare una nuova strada, che non veda nell’ottica della fredda giustizia politica- morale- etica, del giudizio storico, una lotta ideale, come vendetta sociale isolata: si aggiungerebbero altra angoscia e nuovi drammi. Lui, che è impegnato politicamente, lo dovrebbe sapere molto bene; a meno che non voglia che ciò accada in modo cinico e strumentale. Egli, invece, può e deve vivere, insegnare, il patrimonio dei valori conquistati con la realizzazione della nostra Costituzione, in particolare i primi 12 articoli. Questo cambio di passo non sarà per lui, che ha bisogno di visibilità,un tangibile tradimento, ma un percorso da scoprire, prima a se stesso, poi il valore umano che potrà donare agli altri, in modo particolare ai suoi studenti. Gli auguro buon lavoro e seria meditazione per la sua conversione”.