Bindocci: “Sicurezza sul lavoro, serve tolleranza zero”

1 settembre 2017 | 18:01
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Bindocci: “Sicurezza sul lavoro, serve tolleranza zero”

E’ un intervento a metà fra il politico e il sindacalista quello di Massimiliano Bindocci sul doppio incidente mortale di via Vittorio Veneto: “Ora inizierà la solita litania – dice – le proteste le riflessioni, le iniziative di facciata di istituzioni, sindacati, associazioni imprenditoriali. Forse proprio perchè nulla cambi. Ma il vero problema è la mentalità del lavoro che è cambiata, la crisi ed il ricatto occupazionale stanno facendo accettare a tutti i livelli ogni porzione di lavoro purché sia. Abbiamo peggiorato con il job act i diritti e questa ne è una conseguenza. Più disponibilità, più flessibilità,abbiamo reso il licenziamento più facile e quindi reso più difficile che le persone possano protestare per chiedere anche sicurezza, abbiamo tagliato un pò ovunque e quindi alleggerito i controlli e la presenza dello stato e del pubblico nei luoghi di lavoro e poi… succedono queste cose”.

“Quando – prosegue Bindocci – come consigliere chiedo sicurezza, anche per i grandi eventi, i politici da strapazzo mi attaccano e ci giocano sopra. Quando da sindacalista chiedo sicurezza nei luoghi di lavoro, spesso mi si risponde che l’importante è lavorare perché c’è la crisi. Spesso gli stessi interessati ci snobbano, e vivono la sicurezza come una complicazione. Purtroppo la morte sul lavoro, a prescindere dal caso concreto, visti i numeri in Italia, non è una fatalità, ma la conseguenza di una insufficiente attenzione al tema della sicurezza in nome del dio profitto, e tranne poche eccezioni è un problema che ritroviamo ovunque. Negli appalti la sicurezza è spesso solo una serie di moduli da compilare. Non conosco in dettagli del caso concreto, e non parlo né con la maglia del politico né con quella del sindacalista, ma da uomo, da cittadino e da lavoratore, non posso non urlare la mia rabbia contro chi snobba le richieste di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro. Occorre una maturità del mondo del lavoro, ma anche più controlli, occorre davvero su questo tema dare una svolta, occorre darsi degli obiettivi di verifica anche a Lucca”.
“I dati che dicono che i numeri degli infortuni sono in calo – prosegue Bindocci – non tengono conto che i lavoratori precari spesso non dichiarano infortunio e lavora meno gente. Sugli appalti la verifica degli standard di sicurezza deve essere non una formalità, ma soggetta a controlli continui, e le strutture dove le persone in appalto operano che spesso non sono della ditta che ha avuto l’appalto devono essere garantite e monitorate. La sicurezza costa? Sicuramente. Ma è un prezzo da mettere in conto. Proprio a Lucca come sindacato feci mandare su un appalto la Asl a fare delle verifiche, ed avemmo ragione, perchè anche lì nessuno ci ascoltava. La materia è complessa, ma è necessario dare una svolta e nessuno degli attori del mondo del lavoro si senta escluso. Proprio a Lucca credo che si debba fare molto proprio negli appalti e subito, non solo carta, ma vigilare davvero perché questo tema deve essere considerato seriamente, e non gestito come talvolta accade con superficialità, si tenga presente che proprio sugli appalti il Comune di Lucca ha anche fatto un protocollo, presentato in modo solenne, senza coinvolgere le organizzazioni sindacali. Il mondo del lavoro anche a Lucca, tra lavoro grigio, e tra approssimativo rispetto delle regole deve smettere di continuare a nascondere i feriti (perché gli infortuni non dichiarati per paura di perdere il lavoro sono diversi) e piangere i morti. E questo non lo possiamo accettare”.
“Che si indaghi – conclude – che chi ha sbagliato paghi, chi ha responsabilità si dimetta, e chi fino ad oggi ha trascurato questi problemi paghi, se ne vada e si vergogni, ma sopratutto che da domani niente sia più uguale, a partire dagli appalti del Comune di Lucca e che davvero il rispetto delle regole nel mondo del lavoro non sia un optional e ci sia su questo tema tolleranza zero”.