Ciancarella: “Carabinieri accusati di stupro, non si può generalizzare”

Solidarietà da Mario Ciancarella all’Arma dei carabinieri, dopo la denuncia di due giovani americane che hanno accusato due militari di averle stuprate nel loro appartamento a Firenze. Il capitano dell’aeronautica militare invita a non fare di ogni erba un fascio: “Con la vicenda dei due carabinieri che avrebbero stuprato e comunque consumato atti sessuali verso due ragazze statunitensi, si è aperta una profonda ferita in un’Arma da sempre schierata a tutela della sicurezza dei cittadini e della loro serenità. Spiace profondamente che dei carabinieri possano addurre il consenso della vittima, in una vicenda in cui, vestendo la divisa, avevano già commesso un atto inaccettabile nel condurre sul proprio mezzo di servizio due turiste in evidente difficoltà”.
“Ma di loro possiamo e dobbiamo pensare, oltre al peggio sul piano personale, che non rappresentino la totalità dei colleghi – prosegue Ciancarella -, impegnati nel quotidiano lavoro di sicurezza pubblica. Non ci si aspetta certamente un commento dall’onorevole Salvini al quale tuttavia questa vicenda dovrebbe aver insegnato che la generalizzazione delle responsabilita’ e’ sempre un atto di indegna speculazione verso gli appartenenti ad una etnia o ad una professione. La generalizzazione è sempre propedeutica ai peggiori sentimenti: ‘I politici? Tutti ladri’, ‘I preti? Tutti pedofili’, ‘Gli immigrati? Tutti delinquenti, violentatori, spacciatori e untori delle peggiori epidemie’. Noi preferiamo conservare la lucidità di una coscienza democratica che sa e sa riconoscere in ogni circostanza che la responsabilità penale è sempre e comunque personale, che nessuno è delinquente per nascita ma solo per gli atti che compie e consuma. Solo così sarà sempre possibile mantenere fiducia agli organi istituzionali non confondendoli con le responsabilita’ di singoli funzionari, per quanto ampia possa apparire la adesione al crimine dei loro appartenenti. Un plauso al comandante dei carabinieri ed alla sua immediata dichiarazione di una severità assoluta verso i responsabili di un comportamento ignobile e da rifiutare quali che siano state le condizioni di consenso cui sembrano volersi aggrappare i responsabili. Mi piacerebbe pensare che altrettanta severità fosse usata dal ministro nei confronti di chi abbia osato firmare falsamente al posto del presidente della Repubblica per un atto di sua esclusiva competenza, piuttosto che adombrare l’idea che la firma del Presidente su un decreto possa essere una pura formalità – osserva Ciancarella riferendosi al proprio caso personale -. La legge democratica è fatta anche di forme precise, da rispettare sempre e comunque. Mi piacerebbe pensare che un Ministro non si affidasse alla prescrizione della responsabilita’ penale per evitare la doverosa indagine di chi abbia potuto disporre ed eseguire la falsificazione della firma del presidente della Repubblica. Anche perché la responsabilità patrimoniale potrebbe comunque essere opposta ai responsabili, per quanto possano essere prescritte le responsbailità penali”.