Giannini (Pd): “Una farsa le chiavi della città a Martinelli”

29 settembre 2017 | 09:00
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Giannini (Pd): “Una farsa le chiavi della città a Martinelli”

“Dunque è ufficiale, il 13 settembre 2009 si è rappresentata a Lucca la più grande farsa che la città possa immaginare. Nel giorno simbolico col più alto valore etico-spirituale della città, a Ricardo Alberto Martinelli Berrocal, neo eletto presidente del Panama, in visita su invito alla città d’origine dei suoi antenati lucchesi, fu fatto credere dal sindaco Favilla che gli venissero consegnate le chiavi della città, onorificenza che ai giorni nostri, in senso metaforico, significa attribuire potere simbolico ad una personalità stimata. In realtà fu una clamorosa messa in scena perché di quella Onorificenza niente risulta agli atti ufficiali del Comune”. Con queste parole il consigliere comunale del Pd di Lucca, Gianni Giannini, torna sulla vicenda Martinelli e attacca.

“Un atto privato – sostiene -, consumato con tanto di fascia tricolore e simbolo della città, con grande gaudio di tutto il centrodestra lucchese che da mesi, a grande richiesta mediatica, insisteva per la concessione della cittadinanza onoraria a Silvio Berlusconi ed a Ricardo Martinelli che da programma sperato, dovevano incontrarsi in città e chissà, partecipare pure alla processione del Volto Santo. Dopo che Silvio Berlusconi avendo ignorato l’appuntamento di Lucca e accertato che Martinelli essendo figlio di lucchesi era già cittadino onorario, si ripiegò sulla concessione delle Chiavi della città. Cerimonia ufficiale documentata con foto di gruppo di tutti gli esponenti locali del centro destra. Anche i giornali di area esaltarono la cerimonia, in realtà l’avevano sponsorizzata da tempo, come un atto dovuto di riconoscimento a tanto illustre concittadino, nonché intimo amico del capo del Pdl Silvio Berlusconi. L’opera buffa fu officiata in pompa magna nella Sala degli specchi di palazzo Orsetti”.
“Martinelli – prosegue Giannini – partì dalla città ma non fece subito ritorno a Panama. Approfittando della sua presenza in Italia incontrò l’allora presidente del consiglio Berlusconi, a Roma in forma privata. Non risultano incontri bilaterali per lo sviluppo economico fra i due paesi. Accertato dalla magistratura però, ci furono accordi che sfociando nel privato prevedevano investimenti in Centro America di solo interesse delle parti, oltre ad una trattativa per una maxi tangente per lavori futuri a Panama ancora da appaltare. Tutti colloqui sotto la supervisione del signor Valter Lavitola, noto faccendiere implicato in tutti gli scandali legato alla Panama Connection ed altro. Per la cronaca l’ex presidente del Panama Martinelli, è attualmente in carcere negli Stati Uniti in attesa di estradizione nel suo paese, con l’accusa di spionaggio, corruzione internazionale e tentata estorsione ai danni della ditta Impregilo. Per quella facilitazione a cui l’amministrazione di Lucca si era prestata – sostiene ancora Giannini -, probabilmente per giustificare il primo viaggio in Italia del neo eletto presidente e per acquisire meriti all’interno della propria coalizione , la città fu ripagata con un invito a Panama nel maggio 2010, di una delegazione che ufficialmente, a spese del Comune, doveva promuovere il turismo e Puccini. L’operazione non deve aver dato i frutti sperati perché non risultano dati di ritorni economici per il territorio, né per l’imprenditoria lucchese al seguito del sindaco Favilla, consorte e di due assessori. In compenso – prosegue Giannini -, sempre alla discreta presenza del faccendiere Lavitola e del  ministro degli esteri Frattini, a Panama ci furono molti incontri riservati e poche agevolazioni per incontri di interscambio commerciale con il territorio lucchese. Pochi mesi dopo, nell’ormai celebre viaggio, con la foto di Lavitola che scende la scaletta dell’aereo di stato, Berlusconi sbarcava a Panama per siglare l’intesa con Martinelli, da dove poi scaturiva la presunta maxi tangente. Ignari o accondiscendenti alle richieste del capo politico, ed alcuni ben consapevoli della farsa che si stava rappresentando, quasi tutti gli esponenti politici del centrodestra lucchese del tempo, sono ancora protagonisti attivi della politica locale ed alcuni hanno anche concorso alle ultime elezioni amministrative. A tutti coloro che imperterriti continuano a proclamarsi nostalgici di quella politica, fare chiarezza sui metodi allarga sicuramente gli orizzonti di veduta. A coloro invece che sanno ancora scandalizzarsi si può solo chiedere la forza ed il coraggio di non mollare mai di fronte alla ricerca della verità e della giusta condanna della politica pret à porter. Forse dichiararsi partigiani nei tempi moderni ha proprio questo significato”.