Tar, niente seggio per Garzella. Torrini resta in Consiglio

4 ottobre 2017 | 16:59
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Tar, niente seggio per Garzella. Torrini resta in Consiglio

L’ex presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella, non entrerà in consiglio comunale. Così ha stabilito il Tar della Toscana con i magistrati Saverio Romani, Luigi Viola e Alessandro Cacciari, rigettando il ricorso presentato da Garzella contro il consigliere comunale di SiAmo Lucca, Enrico Torrini. Garzella, nel ricorso, sosteneva la tesi già presentata subito dopo le elezioni, secondo cui il seggio si sarebbe dovuto assegnare a lui in quanto candidato sindaco non eletto per un gruppo di liste (Lucca, avanti tutta! e Liberamente Lucca) che, al primo turno, ha superato la soglia di sbarramento del 3 per cento. L’analisi del Tar, è dettata dalla lettura dei commi 10 e 11 dell’articolo 73, secondo cui, una volta attribuiti i seggi alla maggioranza secondo il ‘premio’ previsto dalle legge, il numero dei seggi per la minoranza è determinato dalla cifra elettorale.

“A norma dell’ultimo periodo del comma 10 – spiega il Tar – occorre individuare i seggi da attribuire alle altre liste secondo il quoziente elettorale da loro conseguito, con il procedimento disciplinato dal comma 8 dell’art. 73 in parola. Solo dopo questa operazione, in base al comma 11, si deve procedere a distribuire i seggi tra i candidati presentati da ciascuna lista, iniziando dal candidato sindaco non eletto alla carica. Corollario è che laddove alla lista o gruppo di liste, in base al quoziente elettorale ottenuto, non spetti alcun seggio, ebbene neanche il suo candidato sindaco (non eletto) avrà alcun seggio nell’organo consiliare. Il candidato sindaco, per il sol fatto di avere partecipato in tale veste alla consultazione elettorale, ha titolo a far parte del consiglio comunale ma a condizione che lo schieramento a lui collegato abbia ottenuto almeno un seggio. Tale interpretazione appare pienamente in linea con la lettera della legge e, peraltro, anche con la sua ratio di garantire la rappresentatività del consiglio comunale e la sua rispondenza alle scelte compiute dal corpo elettorale, poiché l’attribuzione di un seggio consiliare, ex se, a ciascun candidato sindaco non eletto a prescindere dal numero di voti conseguiti dalla lista o gruppo di liste collegate finirebbe col penalizzare quelle, tra esse, che abbiano ottenuto un numero maggiore di voti, le quali si vedrebbero detrarre dal numero di seggi loro spettanti quelli da attribuire ai primi”.
Per questo motivo il ricorso è stato respinto e le spese poste a carico di Garzella per un totale di 2mila euro.