Defezioni nel Pd, l’area Orlando: “Partito deve essere inclusivo”

Defezioni nel Pd alla vigilia dei congressi, sul tema interviene il coordinamento ‘Dems’ di Lucca, l’area del partito che ha sostenuto la mozione di Andrea Orlando all’ultimo congresso nazionale.
“Le ultime ore – spiega la nota – consegnano al Partito Democratico lucchese, e non solo, una nuova fuoriuscita. In un partito nazionale e plurale come è tutt’ora il Pd serve ritrovare il senso della minoranza. Le dinamiche di potere sono da sempre mutevoli, ma chi si trova su posizioni maggioritarie deve farsi carico della responsabilità di non riuscire a tenere dentro un consesso ampio e con differenti sensibilità come il nostro partito, i singoli che hanno a lungo faticato per combattere battaglie comuni. Difficilmente oggi un partito non inclusivo può mirare a governare ancora il paese con successo”.
“Se il Pd alle prossime elezioni – spiegano gli orlandiani – vuole puntare ad essere il primo partito nazionale deve capire che quelle voci che si pongono su posizioni diverse rispetto all’attuale leadership necessitano di ascolto e che spesso sono fertili di proposte e idee su cui è possibile lavorare per il bene della comunità. Chi ha sostenuto candidati diversi da Matteo Renzi all’ultimo congresso crede di poter ancora rilanciare l’attività politica del popolo democratico a tutti i livelli. Noi, come Dems Lucca, sentiamo la necessità di ritornare con più vigore a discutere di politica: trattare nel merito tematiche tangibili, dalle questioni locali a proposte di respiro nazionale ed europeo. Da tempo nel nostro partito non si riesce più a creare una dialettica che sia poi costruttiva sulle idee da sviluppare: dalla nuova mobilità del territorio lucchese al diritto di cittadinanza o all’idea di Stati Uniti d’Europa per fare solo alcuni esempi. I congressi locali porteranno nuove figure apicali che si stanno definendo sempre più e saranno momento di una necessaria riflessione sulle forme di gestione interna del partito. Sicuramente andranno rilegittimate, nei confronti di tutti, le assemblee dove condividere le proprie sensazioni e le proprie critiche, senza trasformarle in arene di scontro tra sorde fazioni, critiche che debbono essere carpite e assimilate dalla dirigenza proprio per rafforzare il proprio operato. Tutto ciò per sostenere con ancor più forza e maggior radicamento le amministrazioni da noi guidate”.
“I mesi a venire saranno delicati e decisivi – conclude la nota – si ritorna a percepire la crescita economica dopo anni di sacrifici e sforzi, ma rischia di vanificarsi il tutto per via di rigurgiti populisti fatalmente semplificatori e di facile consenso da parte di chi, come ha già ampiamente dimostrato, non è in grado di governare un grande paese come il nostro. Serve e servirà ancora di più il Pd, ma il Pd e chi oggi lo dirige deve prendere coscienza di dover cambiare qualcosa, per arginare l’emorragia di militanti e per essere in grado di porsi a testa alta di fronte alle sfide che il futuro ci chiederà di affrontare”.