
Sì allo Ius soli, anche da Lucca. Cresce, infatti, il numero degli assessori e dei consiglieri comunali lucchesi che in queste ore stanno aderendo allo sciopero della fame per sollecitare il Parlamento a discutere della legge. Così gli assessori, Ilaria Vietina e Lucia Del Chiaro, il presidente del consiglio comunale, Francesco Battistini, e i consiglieri comunali Cristina Petretti, Leonardo Dinelli, Gianni Giannini (Pd), Daniele Bianucci, Francesco Lucarini (Sinistra con Tambellini), Claudio Cantini e Teresa Leone (Lucca Civica) staranno a digiuno per l’intera giornata di lunedì 16 ottobre. Nell’occasione invitano anche la cittadinanza in piazza San Michele per due momenti di informazione e di confronto pubblico sul disegno di legge, alle 12,30 e alle 18,30, durante i quali sarà presente anche il banchetto per la raccolta firme per la proposta di legge Ero straniero.
“Ci uniamo all’appello che il sindaco Alessandro Tambellini ha lanciato nelle settimane scorse agli altri colleghi sindaci, affinché su questo tema si tenga vivo e acceso il dibattito – spiegano –. Si tratta di una battaglia di civiltà. Aderiamo allo sciopero perché la legge propone un tema di attualità che riguarda i bambini nati in Italia o arrivati in Italia da piccoli di famiglie che vivono qui da molti anni, italiani di fatto, ma non di diritto. Un tema che l’amministrazione Tambellini ha già affrontato nel precedente mandato, quando il Comune di Lucca si è dotato, dopo l’approvazione del consiglio comunale, di uno specifico regolamento attuativo per il conferimento della cittadinanza italiana simbolica. Un atto che vuole promuovere l’uguaglianza tra persone di origine straniera e italiana che nascono, vivono, crescono, studiano e lavorano in Italia e a Lucca in particolare e che nasce per contribuire a rimuovere gli ostacoli che la legislazione attuale frappone al raggiungimento di questo obiettivo. Il nostro proposito è sempre lo stesso: essere da stimolo al Parlamento perché riformi l’attuale legge sulla cittadinanza in modo che ci cresce e si forma nel nostro paese non sia più considerato ‘straniero in Italia’”.