Comitato Lucca Est: 14 letti di cure intermedie non sono panacea

17 ottobre 2017 | 18:21
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Comitato Lucca Est: 14 letti di cure intermedie non sono panacea

“I nuovi 14 posti letto per le cure intermedie non sono la panacea di tutti i mali”. Lo dicono riferendosi al taglio del nastro della scorsa settimana al Campo di Marte i membri del comitato Lucca Est nel giorno in cui celebrano il secondo anniversario della scomparsa di Raffaello Papeschi, personaggio da sempre impegnato nella lotta per il diritto alla salute da cui è nato il percorso che ha portato alla creazione dello stesso comitato.

“Dal 2002 ad oggi – si legge in una nota del comitato – sentiamo esaltare una struttura edilizia che doveva rappresentare il futuro per la città, un nuovo modo di essere per i quartieri dell’Arancio, di San Filippo e di Antraccoli. Una struttura altamente tecnologica (risulta che non ci sia alcuna autonomia energetica e si spendano per l’elettricità 3.500.000 euro l’anno), di basso costo (da 84 milioni siamo arrivati ad oltre 140 milioni di euro di costo di costruzione) e altamente flessibile (non si sposta un tramezzo senza il ben retribuito intervento del concessionario). Quanto poi alla perfetta integrazione col territorio. Non parliamo di chi quei terreni li coltivava. Ma di tutti gli abitanti della zona che hanno perso la tranquillità per la prepotenza del ‘vicino di casa’ che si fa sentire di giorno con odori di fogna e di notte con rumori di rimessaggio”.
“Abbiamo preso atto della posizione dell’azienda rispetto alle nostre osservazioni – scrivono dal comitato -. Ma non ci bastano i 14 miseri posti letto proposti come una panacea. E intendiamo continuare nel percorso informativo intrapreso, nella speranza di giungere a un confronto pubblico. Anche in nome di Raffaello Papeschi che ci ha lasciato ormai da due anni e per onorarne la memoria chiediamo si possa verificare finalmente la verità. La più auspicabile e democratica delle risposte da parte pubblica resta e non può che essere la pubblicazione su web degli atti riguardanti i 4 ospedali in modo che siano di libero accesso a tutti. E si possa così verificare la scottante verità. Si parla di un investimento iniziale di ‘soli’ 650 milioni di euro, cui si devono aggiungere 1.000 milioni di euro quale canone ventennale per servizi non sanitari in concessione. Noi cittadini di periferia aspettiamo risposte sul perché dell’aumento del 114% degli oneri della sicurezza (più 7.077.699 euro), sull’incremento di 50.207.861 euro, tra la fase di rinegoziazione per diritto di prelazione e il progetto definitivo; sul ‘costo di costruzione’ che è salito di 22.207.562 ero tra la prima proposta del promotore ed il progetto definitivo. 80 mila euro di aumenti che ricadono sulle spalle dei cittadini”.