Bindocci (M5S): bando per migranti, si facciano i controlli

Il bando per l’accoglienza dei migranti indetto dalla prefettura di Lucca e destinato ai privati finisce nel mirino del consigliere comunale M5S Massimiliano Bindocci che parla di “business” dell’accoglienza: “La prefettura di Lucca – ricorda Bindocci – ha emesso un bando secondo le norme europee da ben 42,924 milioni di euro per ospitare 1680 migranti nel biennio 2018-2019, proprio nei prossimi giorni scadrà, pertanto i soggetti interessati dovranno depositare l’offerta. Ma è già previsto che in caso di afflusso più elevato di migranti la cifra possa salire ulteriormente. Ci sembra evidente che il business vero ora sta diventando quello dell’accoglienza, e prescindendo dalle polemiche sul numero e sulla scelta fatta dal governo Renzi di far diventare l’Italia il paese di prima accoglienza, noi temiamo che queste risorse attirino anche imprenditori senza scrupoli, e favoriscano ulteriori sprechi”.
“Riteniamo anche da ripensare – va avanti Bindocci – la scelta di non prevedere una forma di compartecipazione da parte dei soggetti ospitati, con forme di collaborazione che favoriscono anche l’inserimento. Si tratta di un appalto ingente, per molte imprese sociali o pseudo sociali, l’immigrazione è diventata una gallina dalle uova d’oro, questo mentre mancano politiche reali contro la povertà nel nostro paese, molto vivono in miseria e addirittura tanti anziani hanno una pensione minima Inps di poco oltre i 500 euro e lo stato non trova fondi per estendere il reddito di cittadinanza. È prevista in questo appalto una spesa media di circa 35 euro al giorno, al netto di eventuali ribassi in sede di gara. Da capitolato si nota poi che deve essere disponibile il wi-fi. Manca poi una previsione che preveda a tutti i collaboratori di chi si aggiudicherà all’appalto l’applicazione di regole certe di diritto del lavoro. Dove saranno ospitati i 1680 migranti previsti in Lucchesia? Quale imprenditore, cooperativa o loro raggruppamento vincerà la gara? Certo una parte di quei soldi ricadrà su una fetta di professionisti come operatori sociali, interpreti, mediatori, operatori legali, psicologi, altre andranno per vitto, abbigliamento, igiene personale, spese per l’integrazione, altre ancora per affitto dei locali. Ma in tutta questa filiera la legalità, l’effettivo adempimento dei compiti, la non evasione fiscale, la regolarità dei contratti come è garantita? Ci sarebbe seriamente da domandarsi – va avanti Bindocci – quali controlli sono fatti sul modo con cui vengono spesi questi soldi, le esperienze che sono raccontate in libri inchiesta o riportate dai giornali ci portano a chiedere il massimo di controllo e trasparenza. Diciamo questo nell’interesse dei lucchesi, ma anche dei profughi, che se autentici riteniamo doveroso accogliere, sulla cui tragedia di vita trae origine questo appalto d’oro. Pensiamo sia difficile accettare un’immigrazione senza regole e un’ospitalità priva di certezza su chi viene ospitato e senza il rispetto delle regole anche per gli ospiti. Ricordiamo che la stessa Croce Rossa Italiana risulta debitrice per l’affitto della tensostruttura delle tagliate, tanto che il comune è costretto con determina 518 del 7/4/2016 ad accettare un piano di rientro con una dilazione dei pagamenti fino al 2020 eppure la Cri dovrebbe ricevere per le circa 200 persone nella tensostruttura alle Tagliate oltre 2 milioni di euro. Di queste ingenti somme di denaro pubblico sarebbe opportuno che i cittadini avessero rendicontazione con possibilità di verifica in tutte le strutture di accoglienza e da parte di tutti, secondo i principi di trasparenza. Riteniamo inoltre che questo compito gravi poi su una prefettura che per quanto si impegni non possa poi verificare in modo puntuale la corretta esecuzione di quanto previsto nel capitolato. Chiediamo agli enti, cooperative etc. che operano in questo settore e altri settori che beneficiano di denaro pubblico sul territorio di Lucca di rendere pubblici i bilanci analitici (almeno per questa parte del loro bilancio), e di impegnarsi a rendere pubbliche le richieste per le forniture, in modo da favorire trasparenza e eguaglianza tra i fornitori, e che i Comuni coinvolti sostengano questa richiesta per rispetto verso tutti i cittadini”.