
Il futuro di Villa Santa Maria, dibattuto nel corso del consiglio comunale straordinario (leggi) di ieri (16 novembre), agita le file della minoranza consiliare di palazzo Santini. Con nota congiunta l’intera opposizione (Fabio Barsanti, Massimiliano Bindocci, Remo Santini, Giovanni Minniti, Simona Testaferrata, Serena Borselli, Enrico Torrini, Marco Martinelli, Cristina Consani, Samuele Cosentino e Nicola Buchignani) ha voluto puntare il dito contro “i limiti di chi governa la città senza idee e progetti, solo imponendo a colpi di maggioranza la propria linea”.
“La questione delle Rsa, le residenze sanitarie per le persone anziane che necessitano assistenza – spiegano i consiglieri di minoranza – è stata posta con un consiglio comunale straordinario chiesto dalle sole opposizioni perché delle tre strutture, due sono state date in concessione lo scorso anno con traumi occupazionali e problemi legati alla riduzione del servizio, e la terza, Villa Santa Maria, è in appalto con proroga (14 volte) fino al 31 dicembre di quest’anno. La preoccupazione per il personale è altissima – continuano – e si teme sia l’ipotesi della concessione, per la riduzione del servizio che imporrebbe, in analogia con quanto già successo alla Pia Casa e a Monte San Quirico, sia l’ipotesi della chiusura della struttura, che comporterebbe un taglio di personale ancor maggiore e per gli ospiti la ricollocazione altrove con tutti i traumi conseguenti. La scelta di rendere marginale Villa Santa Maria – osservano ancora – è stata evidentemente perseguita già da anni, si pensi che oggi ci sono 34 ospiti, mentre in passato ce ne stavano quasi 70, ed al di là dei progetti sul futuro oggi ci sono molte persone in lista di attesa, è quindi evidente la volontà di risparmiare sulle cure degli anziani. Per quanto riguarda i dipendenti, oggi sono circa 50, per cui sono molte le famiglie preoccupate, e trattandosi di occupazione prevalentemente femminile il problema è ancora più complesso. Come opposizioni abbiamo chiesto un impegno a garantire il servizio, mantenere i posti di lavoro e recuperare un servizio migliore anche nelle due strutture già in concessione. Ma l’amministrazione – affondano i consiglieri – non ha voluto prendere questo impegno, e la cosa ha creato molto malumore tra le operatrici, cui erano state promesse altre cose in campagna elettorale. Per affrontare e dare un indirizzo nella soluzione di questi problemi abbiamo presentato un ordine del giorno, in consiglio ci sono stati diversi interventi, anche di esterni, tra cui si è distinto quello della rappresentante sindacale interna della Uil della struttura di Villa Santa Maria che, con parole toccanti, ha letto una lettera delle dipendenti all’amministrazione. L’assessora competente Del Chiaro – sostengono – ha replicato dicendo banalmente di cercare la soluzione migliore e mentre parlava le quaranta lavoratici presenti in sala si sono alzate e sono uscite per protesta, deluse dall’assoluta mancanza di idee dell’amministrazione a solo un mese e mezzo dalla fine dell’appalto. È stato costretto ad intervenire lo stesso sindaco, che ha spiegato in modo più preciso le cose, cercando però di scaricare le responsabilità sulla legge regionale e sulla mancanza di risorse e prospettando la soluzione della concessione con riduzione di servizio o addirittura della chiusura con ricollocazione degli ospiti. Per cui non più le promesse elettorali, ma traumi per gli ospiti e tagli occupazionali. Come opposizione abbiamo chiesto di aggiornare la seduta per dar modo all’amministrazione di capire meglio il da farsi e riprendere il confronto quando sarà chiaro il percorso che si sarebbe seguito, sentite anche le dichiarazioni disarmanti dell’assessore. Ma la maggioranza, anziché cercare di condividere la questione, ha voluto mettere ai voti un nuovo ordine del giorno generico con cui si dava una cambiale in bianco all’amministrazione sul tema, forse per evitare di tornare in consiglio ad affrontarlo. Come opposizione ci siamo rifiutati di partecipare a quel voto farsa, e siccome non lasceremo soli i nostri anziani e le dipendenti delle strutture, visto che la scadenza della proroga è il 31 dicembre, richiederemo nuovamente la convocazione di un consiglio comunale straordinario, per evitare che la questione sia gestita alla meno. Dunque il consiglio comunale di ieri – concludono i consiglieri di opposizione – ha palesato un’amministrazione messa all’angolo dalle opposizioni, che ne hanno svelato l’assoluta inadeguatezza, e che dopo ben 14 proroghe continua a lasciare nell’incertezza malati anziani e lavoratrici”.