Ato Costa, il direttore querela il sindaco di Livorno Nogarin

20 novembre 2017 | 10:12
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Ato Costa, il direttore querela il sindaco di Livorno Nogarin

Assemblea di Ato senza il numero legale del 14 novembre scorso, parla il direttore Franco Borchi per precisare alcune questioni che vanno al di là della relazione inviata alla Regione: “L’assemblea dell’autorità – dice il direttore – mi ha assegnato le risorse necessarie per condurre a termine la procedura di affidamento del servizio. Tali risorse sono state stabilite in plurime deliberazioni assembleari succedutesi sino ad oggi a partire dal 2011 quando fu scelta la modalità di affidamento del servizio e, tramite gare ad evidenza pubblica, furono selezionati gli advisors legali, tecnici ed economico finanziari i quali hanno fornito il loro contributo di assistenmza e consulenza necessari ad una procedura complessa come quella stabilita dall’assemblea dell’Ato Toscana Costa”.

“Poiché il sindaco del Comune di Livorno sostiene che il direttore avrebbe “buttato via” i soldi dei comuni dell’Ato – prosegue Borchi – egli dovrebbe sapere, in quanto amministratore di un Comune importante che ha partecipato e conosciuto tutti i passaggi della procedura, che è stata l’assemblea dell’autorità, quindi gli stessi Comuni, a fornire le indicazioni ed obiettivi al direttore generale. Trascurare volutamente questo dato oggettivo ed uscire a mezzo stampa con affermazioni strumentali, false ed offensive, non solo verso la mia persona, ma anche e soprattutto verso il massimo organo decisionale dell’autorità, non può passare sotto silenzio. Nell’invitare il sindaco di Livorno ad una condotta più consona e rispettosa del mio operato e dell’istituzione che rappresento, informo altresì di aver incaricato i legali di mia fiducia di valutare le eventuali azioni a mia tutela”.
“Sempre sulla stampa – prosegue – leggo di affermazioni che sarebbero riferibili al consigliere regionale Giannarelli che sembrano prefigurare una scelta del socio privato già avvenuta a monte della procedura di gara, la quale sarebbe stata, in sostanza, già precostituita. Poiché tali illazioni non sono soltanto prive del ben che minimo fondamento, ma sono altresì inammissibili e poichè tutta l’attività dell’autorità servizio rifiuti si è svolta nella massima correttezza e nel pieno rispetto della legge, invito il consigliere regionale, ove ne sia in possesso, a produrre immediatamente gli atti o la documentazione su cui tali illazioni sono fondate alla procura della Repubblica competente. Ove non disponga di tali elementi, lo invito ad astenersi da simili gravi dichiarazioni”.