
Subito in fibrillazione il neoeletto consiglio provinciale di Lucca, oggi impegnato nella seconda seduta dopo il voto. Il tema del contendere, che ha portato poi alla mancanza del numero legale e al rinvio della seduta al prossimo mercoledì, l’elezione delle commissioni elettorali circondariali. A sollevare il problema il consigliere della lista Provincia civica e progressista, Luigi Troiso, consigliere comunale a Viareggio: “Ho ben presente – dice Luigi Troiso – di essere l’unico rappresentante della lista, ma so altrettanto bene che nel caso di questo tipo di nomine si segue il criterio proporzionali, quindi ritenevo che su 24 nominivativi sarebbe stato per noi possibile indicare almeno tre persone nelle commissioni. Quando ho presentato questa richiesta mi sono però sentito letteralmente sbattere la porta in faccia dal Pd, che ha rivendicato il suo peso numerico in Consiglio”. Ecco allora che al momento del Consiglio Troiso ha voluto rimarcare la sua posizione: “Nonostante la mia esperienza in due consiliature, prima con il sindaco Betti, quindi con il sindaco Del Ghingaro – dice Troiso – non mi sono mai trovato a sentirmi tanto in imbarazzo. Sono abituato a discutere e a lavorare sulle competenze e se mi avessero convinto della validità delle proposte non avrei avuto nessun problema a votare i nomi e a ritirare quelli presentati da noi. E invece al momento del voto mi sono trovato un elenco di nomi soltanto del Pd. Siccome di democratico, però, in questo metodo c’era poco ho deciso di non partecipare al voto e l’opposizione, in solidarietà con la mia scelta, ha abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale”.
“Uno scivolone non di poco conto – conclude Troiso – da parte della maggioranza del Pd. Spero che d’ora in poi si trovino altro metodi”. Ma Troiso, con questo dissenso, si sente all’opposizione della presidenza Menesini? “No – dice – lo dimostra il fatto che lo abbiamo votato convintamente come nostro presidente alla prima seduta. Si può senza dubbio collaborare, ma se questo è il metodo per dialogare, non ci siamo proprio”.