Massarosa, Liberi e Uguali al presidio dei lavoratori Ponsi

Questa mattina (31 gennaio) Luca Baccelli e Cecilia Carmassi, candidati alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo per Liberi e Uguali, hanno partecipato al presidio che si è svolto davanti ai cancelli dell’azienda Ponsi alle Bocchette, per dimostrare vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori dell’azienda e protestare contro i 17 licenziamenti decisi dall’azienda.
“I lavoratori – hanno commentato Baccelli e Carmassi – ci hanno raccontato di quella che era una eccellenza del manifatturiero: una azienda con più di cento operai impegnati in un ciclo che andava dalla fusione al prodotto finito, realizzando rubinetterie famose per design e qualità in tutto il mondo. Oggi – continua la nota – l’azienda rischia di essere ridotta ad un mero assemblaggio con piccole modifiche di prodotti cinesi che magicamente si possono caratterizzare come made in Italy fregiandosi del noto marchio”.
Solo sei mesi fa, come si legge nel comunicato, i trentasei dipendenti dell’azienda avevano accettato di passare ad un contratto part time di sole 21 ore pur di mantenere il proprio posto di lavoro. Oggi sono posti di fronte all’alternativa fra trasferirsi a Brescia con stipendio ridotto e diversa tipologia di lavorazione o perdere il posto. Nessuno di loro, per effetto delle rigidità della legge Fornero, ha la possibilità di andare in pensione mentre gli ammortizzatori sociali sono tutti esauriti.
“Tutto questo – dichiarano ancora Baccelli e Carmassi – è incomprensibile alla luce di un mercato del settore rubinetterie ancora forte e di un marchio come Ponsi che ha ancora un alto posizionamento. Continueremo a seguire la vicenda dei licenziamenti alla azienda Ponsi – spiegano – perché lavoratori con alta professionalità e con famiglie a carico difficilmente ricollocabili per l’età media oltre i 50 anni continuino ad essere una risorsa insostituibile per l’azienda ed un valore aggiunto al vero made in Italy”. “Agiremo – concludono – in tutte le sedi per porre in campo iniziative che oltre a tutelare i posti di lavoro, salvaguardino la nostra tradizione manifatturiera da scelte miopi che puntano alla competizione solo abbassando la qualità e comprimendo salari e diritti”.