Del Ghingaro: “Centrosinistra diviso a causa dei personalismi”

1 febbraio 2018 | 10:03
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Del Ghingaro: “Centrosinistra diviso a causa dei personalismi”

“Penso che si sia rotto tutto qui. Con un abbraccio tra due persone: Letta e Bersani”. Inizia così con un post su Facebook a commento della foto tra quell’abbraccio la riflessione del sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro sulle prossime elezioni e i rapporti di forza nel centrosinistra e in particolare nel Pd e tra il Pd e LeU. “Andata in frantumi l’idea che una forza politica fosse più importante dei singoli componenti. Da lì per molti s’è spezzato il filo, non si sono più riconosciuti in una cosa che consideravano loro. Letta se ne andò, Renzi divenne presidente, in tanti si vergognarono di quella cattiveria. Tutto poteva essere fatto in altro modo, ma non fu fatto”.

“Era di moda – aggiunge Del Ghingaro – la rottamazione, il nuovo, il giovane, il rampante, tutte cose mescolate dentro una svolta politica tangibile, concreta, anche se mai veramente dichiarata. Da quel giorno in poi è stata una escalation verso un leaderismo imbarazzante, epurazioni e marginalizzazione dei non allineati, che stanno oggi portando, secondo i sondaggi, un forte calo nei consensi e soprattutto una autoimplosione delle varie componenti, oltre che una scissione cruda e dolorosa. Qualcuno, quella appena trascorsa, l’ha definita la stagione del potere, quello fine a se stesso, a tutti i livelli, dal nazionale al locale. Quel potere che ha occupato poltrone, sedie, strapuntini, fino ad accorgersi che forse la cosa più importante sarebbe stata quella di tenere in piedi un partito, trovare le forme della coesione, tornare a fare politica, dentro e fuori di esso. Ora, per un mese di campagna elettorale, tutto sarà meno visibile, offuscato dal polverone delle chiacchiere, delle promesse, delle illusioni. Ma ci sarà il dopo (brutto o bello che sia) quel dopo realistico e freddo, che dovrà essere gestito e governato, per non permettere ai valori e alle idee, di diventare merci da banco in accordi e accordicchi, per permettere l’autoconservazione di qualcuno e non piuttosto di qualcosa. E in quel dopo ci saranno ancora le persone, il vero patrimonio di ogni partito che si rispetti, persone dalle quali sarebbe giusto ripartire. Dai loro bisogni e dalle loro aspettative, dalle loro difficoltà e dalle loro speranze. Mi auguro davvero che chi è più sensibile e illuminato ci pensi, ci eviti altre vergogne, si dia da fare per restituirci l’orgoglio dell’appartenenza. Siamo qui che aspettiamo”.