M5S, l’ex senatrice e l’imprenditore pronti alla sfida





Passione, onestà, competenza e la volontà di “ribaltare il sistema”. Sono questi i cavalli di battaglia per la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. Concetti che sono stati ripetuti più volte anche questa mattina (2 febbraio) durante la presentazione dei candidati nei collegi uninominali in vista delle elezioni del 4 marzo.
A fare gli onori di casa c’era il deputato uscente e ricandidato nel collegio di Firenze, Alfonso Bonafede: “I nostri candidati – ha detto il parlamentare grillino – sono stati scelti in due fasi: in primis, abbiamo dato la possibilità dei sceglierli ai cittadini con le parlamentarie. E già questo dovrebbe essere indice dell’oceano che ci distanzia dagli altri partiti. Rispetto alla solita politica dei ‘nominati’, il Movimento 5 Stelle ha dato la possibilità di scegliere ai propri iscritti. Nella scelta dei candidati da presentare nei collegi uninominali poi, il movimento ha deciso di aprirsi alla società civile, individuando persone con un importante bagaglio di competenze e vicine ai valori che il nostro movimento rappresenta. Queste persone hanno deciso di mettersi a disposizione non solo per noi ma per tutta la società”.
“Ci presentiamo con coraggio – ha detto ancora Bonafede – in una terra come la Toscana, dove il centro sinistra pensa di avere la proprietà dei voti dei cittadini. Ci sono state tante persone che non si sono volute candidare con noi per paura di non avere poi più lavoro. Noi vogliamo scardinare questo sistema: ogni cittadino deve sentirsi libero di schierarsi con chi vuole e di votare chi vuole. Qua ci sono persone che amano il territorio e che si sono messe in gioco mettendoci la faccia, senza paracadute. Da noi non troverete i Giachetti, i Padoan, le Madia, le Fedeli. Per noi i cittadini vanno rispettati e vogliamo che i parlamentari eletti sappiano quali sono i problemi del territorio che vanno a rappresentare”.
Terminato il discorso introduttivo, è stata la volta dei candidati che si sono presentati annunciando quelle che saranno le loro priorità. Per la Camera, il candidato per Lucca sarà Piero Landi, imprenditore edile di Filicaia con una lunga esperienza come volontario di Protezione Civile: “Sento la forte responsabilità di contribuire al cambiamento di cui l’Italia ha bisogno e sono grato al Movimento 5 Stelle per avermi dato dato questa opportunità. Il vero motivo della mia candidatura è il mio bambino di 5 anni: credo che non stiamo facendo abbastanza per il futuro dei nostri figli. C’è bisogno di grande impegno civico, per questo faccio un appello a tutti gli attivisti affinché, insieme, si possa fare un percorso condiviso. Dobbiamo dare qualcosa di più: serve una grande capacità di ascolto della gente. Una capacità che è propria del movimento”.
“Il collegio di Lucca – ha spiegato Landi – è molto complesso: viviamo in un territorio che è molto diverso dalla realtà raccontata dalla politica in televisione. Abbiamo un territorio bellissimo che va dal mare alle Apuane ma manca una politica d’insieme. Si fanno solo piccoli interventi localizzati ma non si risolvono i veri problemi. I nostri figli meritano di più”.
Per quanto riguarda il Senato invece, nel collegio Toscana 5, quello di cui fa parte il territorio della provincia di Lucca, a correre sarà la senatrice uscente Sara Paglini di Massa. Classe 1961, Paglini ha fatto parte della Commissione bilancio del Senato nell’attuale legislatura ed ha partecipato anche alla Commissione d’inchiesta sul caso Moby Prince. “Una guerriera che si è battuta per i diritti dei lavoratori”, così l’ha definita Bonafede. “Devo ringraziare il Movimento – ha detto la candidata grillina – che mi ha dato la possibilità di iniziare il mio percorso nelle istituzioni: io, cittadina normale, senza nessun potere alle spalle che mi sosteneva. Mi sono resa conto che una ristrettissima cerchia di persone decide delle vite di milioni di italiani e mi sono sentita addosso questo enorme peso. Ho cercato di fare del mio meglio per mantenere alti i valori della Costituzione e di questo paese. Stando dentro ci si rende veramente conto di quello che succede: ci si rende conto che l’informazione è un’arma dei vecchi partiti. Non è un caso se Berlusconi possiede tre televisioni e se De Benedetti è il primo sostenitore del Partito Democratico. Ad esempio, per loro i nuovi assunti sono anche quelli che hanno fatto solo un’ora di lavoro: un’informazione distorta. Al contrario, il Pd è arrivato anche dove Berlusconi non aveva osato. Con il Jobs act ha abolito l’articolo 18 svuotando ancora di più i diritti dei lavoratori che sono ancor più ricattabili”.
“Secondo un rapporto di Oxfam – ha aggiunto la senatrice uscente – in Italia, il 5% delle persone detiene il 40% della ricchezza del paese. L’accentramento di potere e di risorse economiche è nelle mani di pochissimi ed il divario si è ulteriormente allargato negli ultimi anni, a differenza di quello che vogliono farci credere. Dal 2008 ad oggi, il numero delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è raddoppiato. È evidente che c’è qualcosa che non va”.
“Il Movimento 5 Stelle – ha concluso Paglini – da granello di sabbia, è diventato una trave all’interno del meccanismo ben oliato della vecchia politica. Destra e sinistra sono la stessa cosa: sono sempre quell’1% di persone che decide le sorti di un paese intero. Noi adesso siamo dentro il sistema: tutto quello che dobbiamo fare è ribaltarlo e per questo ce la metteremo tutta”.
Luca Dal Poggetto