Baccelli (LeU): “Madia e Imt, sia la magistratura a mettere un punto sulla vicenda”

“E’ bene che sia la magistratura a mettere un punto su questa vicenda”. Così Luca Baccelli, candidato al Senato per LeU a Lucca, interviene sulla notizia secondo cui il ministro Madia intende querelare il quotidiano Il fatto quotidiano che ha pubblicato la notizia sulla sua tesi di dottorato a Imt e di nuove ombre su quel testo. “La vicenda accademica che riguarda la tesi di dottorato della ministra Marianna Madia – osserva Baccelli – tocca da vicino la nostra comunità. Madia è infatti capolista Pd nel collegio per la Camera che comprende anche Lucca, mentre al centro della polemica è quella scuola di Alti Studi Imt che rappresenta il principale investimento della nostra comunità nell’ambito della formazione universitaria”.
“Oltre il merito, non da poco, di quanto sia o non sia consistente l’ipotesi di un possibile plagio da parte della ministra nella stesura della sua tesi di dottorato – prosegue Luca Baccelli -, questa vicenda sembra anche interrogare Lucca e gli enti che la amministrano su una realtà formativa che in oltre dieci anni ha drenato molte delle risorse delle istituzioni cittadine. Imt fu fortissimamente voluta dall’allora presidente del senato Marcello Pera: le grandi risorse economiche avrebbero garantito l’alto livello qualitativo, attirando studiosi di prestigio e assicurando una condizione privilegiata ai dottorandi. Ma questo evidentemente non ha salvaguardato la scuola da uno spiacevole incidente, che non sembra irrilevante per la sua credibilità. Non da meno, Madia ha ribadito che querelerà il quotidiano che ha sollevato il problema: forse è bene che sia la magistratura a mettere un punto su questa vicenda, anche perché negli articoli non solo si evoca la mancanza di rispetto della deontologia della ricerca e del codice etico di Imt, ma si fa anche riferimento al diritto penale, in particolare alla legge 475 del 1925 sulla ‘repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche’. Comunque le parole della perizia che assolve la ministra sostenendo che ‘è evidente con chiarezza che il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero definiti inaccettabili’ non possono che sconcertare”.
“Per parte nostra – conclude la nota – nel programma di Liberi e Uguali, proponiamo di rimettere l’istruzione e la ricerca al centro, tornando a investire nel sistema pubblico, dove l’eccellenza nasce da un lavoro paziente e continuo che coinvolge tutti i giovani capaci e meritevoli senza discriminazioni economiche e sperequazioni. In questo quadro si dovrà anche riaprire la discussione sulle prospettive dell’alta formazione e della ricerca nel nostro territorio”.