Da Civati a Speranza: “Voto a LeU è contro le diseguaglianze”

25 febbraio 2018 | 15:10
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Da Civati a Speranza: “Voto a LeU è contro le diseguaglianze”

Lotta alle disuguaglianze e un percorso che “non si esaurirà con il voto del 4 marzo, che rappresenta un inizio per dar vita a una nuova, grande forza di sinistra”. È quanto hanno affermato questa mattina (25 febbraio) a Firenze Giuseppe Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza, riuniti sul palco del cinema Odeon per l’iniziativa elettorale di Liberi e Uguali, insieme a Denise Latini e Serena Pillozzi anche loro candidate, entrambe alla Camera.

“Per diminuire la percentuale della destra non si può che votare a sinistra e quindi Liberi e Uguali – ha detto Giuseppe Civati – Il nostro è un programma serio e rigoroso, con la passione di una volta, quella della militanza. Il voto a noi dato non è dato ad altri: chi sceglie Renzi si prende tutto il pacchetto, ovvero Jobs Act, la Buona scuola, lo Sblocca Italia, la riforma costituzionale, il Rosatellum. Dobbiamo richiamare a una linearità e coerenza minima e denunciare un trasformismo che somiglia a un giochi di specchi. Di fronte abbiamo coalizioni della domenica: il 4 sera non ci saranno più e si trasformeranno in qualcosa di diverso, un grandissimo centro. C’è chi ha già dato la propria disponibilità a un governo con Berlusconi, come Lorenzin e Bonino. Bonino andrebbe premiata per la sincerità e la corenza, perché l’ha fatto fin dal 1994. Credo che bisognerebbe riportare un po’ di moralità in questa campagna elettorale: noi non votiamo Berlusconi, per ragioni politiche e per ragioni costituzionali”.
Nicola Fratoianni ha esordito chiamando in causa il presidente del Consiglio: “Ha ragione Gentiloni: questo voto è una scelta di campo. Però dovremmo metterci d’accordo sul significato: la crescita dei populismi, il ritorno di forze di stampo fascista e razzista hanno molto a che fare con le caratteristiche del campo che Paolo Gentiloni, il Pd e la sua maggioranza hanno costruito. Un campo che si è contraddistinto per la tenacia con cui ha ridotto i diritti di chi lavora, con il Jobs act, il controllo a distanza. E che ora si scandalizza contro il braccialetto elettronico di Amazon. La precarietà è diventata la condizione esistenziale per molti italiani, abbiamo una generazione umiliata due volte: nel corso della vita attiva e nella prospettiva di vecchiaia, con una pensione che non arriverà mai. Questo è il campo a cui hanno lavorato quelli che chiedono oggi il voto utile, facendo la guerra ai poveri invece che alla povertà e assumendo le parole d’ordine della destra. Ma tra una copia e l’originale, gli elettori sceglieranno sempre la seconda. Con LeU abbiamo aperto uno spazio e ci prendiamo una responsabilità, un impegno, anche solenne: dal 5 marzo non ci divideremo, ma proveremo insieme a costruire un grande soggetto politico della sinistra italiana, popolare, largo e radicato”.
A chiudere la mattinata l’intervento di Roberto Speranza: “Ci giochiamo una partita decisiva per il futuro dell’Italia e della sinistra. Questo Paese ha bisogno di cambiare, ma servono politiche radicalmente diverse, come quelle per la redistribuzione, che sono possibili. A partire dal fisco: la Flat Tax proposta dal centrodestra è incostituzionale. Dobbiamo tenere alte le bandiere a difesa di alcuni valori imprescindibili, come quello della sanità pubblica, che è sempre più fragile e più debole. La questione sociale va messa al centro e solo noi possiamo farlo. Vorrei dirlo a chi guarda al Pd e al centrosinistra, come Romano Prodi: quei valori sono rappresentati da Toccafondi o Sandra Gesualdi? Da Casini o Vasco Errani? Dalla Lorenzin o Maria Cecilia Guerra? Abbiamo fatto tanto, serve ancora uno scatto di coraggio. Venerdì la campagna elettorale non si chiude, ma si apre: dobbiamo costruire un nuovo grande partito di sinistra e per raggiungere questo obiettivo servirà il 4 marzo un grande risultato. Quella sarà la nostra prima pietra”.