
“La sinistra non esiste più”. E’ questo il lapidario commento del consigliere comunale di Lega a Lucca Giovanni Minniti dopo le elezioni legislative.
“I partiti che si richiamano ai principi del marxismo e della socialdemocrazia – aggiunge – sono destinati ad entrare nella pattumiera della storia tanto per usare una metafora cara al rivoluzionario Lev Trotsky. A dire il vero, il Pd non è mai stato un partito di sinistra essendo più organico agli interessi delle élite finanziarie ed industriali che non a quelli delle classi più svantaggiate ma anche Renzi ha seguito la sorte del partito socialista francese nemmeno arrivato al ballottaggio e tradito da Macron che pur di diventare Presidente della Repubblica non ha esitato ad abiurare il suo partito, dell’Spd tedesco fagocitato dalla Merkel e dell’Aspo austriaco strapazzato dal conservatore Kurz. Solo il Rosatellum, nato per contenere la prevedibile ondata grillina, ha garantito la sopravvivenza al Pd che dopo aver perso quasi tutti i collegi uninominali ha potuto limitare i danni”. “I partiti guidati dal Pd – aggiunge ancora Minniti – si sono piegati sempre ai desiderata della Ue accettando passivamente i diktat sulla globalizzazione, le politiche di austerità a difesa dell’euro (che hanno portato recessione economica) e la scelta di non contrastare adeguatamente l’immigrazione che ha acuito il senso di insicurezza dei cittadini. Qualcuno chiedeva ‘Più Europa’ quando nel resto del continente si discute di Brexit, il gruppo di Visegrad difende con passione l’identità europea e gli Stati Uniti ritornano al protezionismo per proteggere le aziende nazionali. Il Pd ed i partiti della sinistra non si sono accorti che gli italiani non vogliono essere servi né della globalizzazione né tantomeno della Germania. La nuova via tracciata da Matteo Salvini è in realtà una vera rifondazione ideale: liberale in economia, conservatrice nei valori, democratica nella certezza dei diritti e nella difesa della sovranità, federalista nella tutela delle autonomie, critica e riformatrice rispetto alla attuale Unione Europea. Gli italiani da Nord a Sud hanno capito che il vero riformista è l’uomo in felpa ed hanno premiato la sua capacità di anticipare i cambiamenti della storia”.