
A chiudere il consiglio comunale la relazione del sindaco, e relativo dibattito, sui patti condivisi e il relativo regolamento di collaborazione e gestione condivisa dei beni comuni urbani.
“Negli ultimi due anni – ha spiegato il sindaco Tambellini – l’amministrazione ha lavorato al patto di collaborazione, che è un progetto di impegno civico e che ha portato a un iter sperimentale in cui sono state raccolte idee e progettualità in un percorso partecipativo per la cura dei beni comuni. Incontri in cui è stato strutturato il tema dell’amministrazione condivisa. Si intende avviare così un circuito virtuoso di Patti di collaborazione che responsabilizzi ente pubblico e cittadinanza. L’obiettivo è rafforzare i legami comunitari per la coprogettazione dell’uso dei beni collettivi. L’atteggiamento di delega dei problemi al Comune, che in prima istanza appartiene all’approccio dei cittadini, diviene così responsabilità condivisa e attivazione in prima persona per la cura di luoghi che diventano cardine della vita della comunità”. “Ogni proposta – spiega il primo cittadino – sarà attentamente visionata e il metodo del patto di collaborazione, stabilito dal consiglio comunale con un regolamento, garantisce reciprocità di impegno e massima serietà”.
Alcuni di questi progetti, relativi al recupero e al riutilizzo delle ex scuole di Santa Maria a Colle e del Piaggione hanno già visto la luce. E proprio su questi progetti si inserisce la polemica della consigliera di Forza Italia, Simona Testaferrata, che già aveva sollevato il tema in commissione: “Il bando per la gestione dei beni comuni – dice – non ha avuto una adeguata pubblicizzazione. Ci siamo impegnati a capire se le persone conoscessero l’esistenza di questa possibilità ma ai più era ignota. Chi ha avuto, invece, l’assegnazione, ad esempio, della scuola di Santa Maria a Colle aveva avuto modo, in quanto consigliera comunale, di saperlo e di poter partecipare di conseguenza. Per questo, per un motivo di trasparenza e di uguaglianza delle opportunità di tutti, bisognerebbe azzerare la situazione e mettere sotto la lente tutte le proposte di gestione dei beni comuni, per poi eventualmente restituire le chiavi dell’immobile agli attuali assegnatari”.
A difendere sia il metodo sia il merito i consiglieri Olivati di Lucca Civica e Bianucci di Sinistra con Tambellini. Per Olivati la consigliera Testaferrata “afferma il falso laddove dice che non c’è stata adeguata comunicazione. Le informazioni sono state date adeguatamente e bisogna guardare al merito della cosa, che fa rivivere gli spazi pubblici e attiva le comunità locali”. Per Bianucci “quando i cittadini si spendono per gestire i beni comuni gratuitamente, è fondamentale facilitarli. E in questo caso è stato fatto recuperando alla comunità beni che erano da tempo abbandonati”.
Bonturi (Pd) ripercorre il percorso fatto per l’approvazione del regolamento e poi il bando per l’associazione. “Ai cittadini in questi patti – spiega Bonturi – è richiesto un impegno. Non è scontato trovare la disponibilità dei cittadini. Evitiamo invece di scadere nell’ipotesi di procedure poco trasparenti nominando persone che sono invece a servizio della comunità”. Ma la risposta arriva da Testaferrata (FI): “Ribadisco che io non ce l’ho con i patti ma con il metodo, in particolare per quello usato per Santa Maria a Colle”.
Dubbi da Barsanti (Casapound): “Vviene da pensare che siamo davanti al giochino tipico di certa sinistra che assegna gli spazi sul territorio agli amici e agli amici degli amici, come già nel caso del Foro Boario e della biblioteca di San Concordio, gestite dall’estrema sinistra, e l’ipotesi del centro di aggregazione di Antraccoli. L’idea della gestione di beni comuni, se l’assegnazione avviene in maniera trasparente, di per sé può essere positiva, come spero che sia al Piaggione. Ma è tutta questione del metodo che si segue per assegnare gli spazi”.
Per Bindocci (M5S) rispetto al nome ambizioso dell’iniziativa i risultati prodotti sono stati scarsi (“E’ servito per fare qualche tombola”). Anche il consigliere pentastellato, che sottolinea come l’amministrazione nasca con un ‘deficit di partecipazione’ legata all’astensione dell’11 giugno del 2017, chiede una maggiore informazione sul tema e una discussione approfondita sugli obiettivi, sulle finalità, sugli spazi da recuperare e su cosa è possibile fare e dove. È necessario avviare seriamente un percorso per la gestione dei beni comuni”.
Per Lucarini (Sinistra per Tambellini) “si può sempre fare meglio, ma la trasparenza c’è stata perché il percorso ha avuto l’imprimatur del garante regionale della partecipazione. L’informazione sui patti c’è stata e dimostrazione ne è che ne sono nate 16 proposte, non solo quelle di Santa Maria a Colle e del Piaggione. Santa Maria a Colle è partito prima perché c’erano le condizioni per farlo. Non è vero che è solo tombola ma ci sono anche incontri culturali che registrano 50-60 presenze ogni volta”.