
“La Regione Toscana preferisce affidare i servizi alle cooperative e ai carrozzoni serbatoio di voti che stabilizzare i precari della sanità che da anni sono in attesa di certezze”. Questa la posizione del neosenatore di Forza Italia ed ex sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni, che commenta così le decisioni prese da Firenze sui servizi sanitari.
“Come avevo previsto in campagna elettorale – continua Mallegni – le stabilizzazioni riguarderanno solo alcune figure del personale del servizio sanitario lasciando a casa altre figure che avrebbero i requisiti per la stabilizzazione e che al momento danno manforte ai risicati organici della nostra sanità. La Regione Toscana avrebbe dovuto semplicemente applicare la normativa nazionale ed invece, come al solito, sceglie la strada più illogica”. Mallegni critica la riforma del sistema sanitario toscano: “Una buona fetta di personale, che ha visto avvicinarsi la possibilità di una stabilizzazione e quindi la concretezza di cambiare il loro status di precario, rimarranno al palo. Stiamo parlando – spiega il senatore – di figure e profili che già operano e che stanno di fatto coprendo le carenze di organico che insistono da anni dovute ad una politica sanitaria quanto mai discutibile”. Mallegni ricorda: “Anche l’ultima sentenza del Consiglio di Stato (1571/2018) aveva bocciato il reclutamento di personale sanitario tramite ditte o cooperative. La sentenza parla chiaro ma la Regione Toscana, nella vecchia logica di far proliferare carrozzoni e alimentare cooperative serbatoi di consensi, continua ad affidare attività, sia nel sociale che nel sanitario e tecnico, così come logistica e gestione dei magazzini oggi affidati all’Estar, un ente che gestisce queste attività che di fatto potrebbero tranquillamente essere reinternalizzate nelle Asl. Non è difficile capire come mai la situazione toscana ha queste anomalie – afferma ancora il senatore di Forza Italia – ma a questo punto sono curioso di capire come l’assessorato alla salute intende risolvere questa ulteriore tegola”. Secondo Mallegni la Regione Toscana avrebbe dovuto, negli anni, stabilizzare i lavoratori: “Ha però preferito – spiega ancora Mallegni – creare frazionamenti all’interno del sistema, scatole dentro scatole, producendo una gestione complicata ed illogica. Gli incarichi dirigenziali, contrariamente a quanto promesso proliferano così come si continuano ad elargire consulenze esterne, vedi l’incarico affidato per le procedure di chiusura della Società della Salute della Versilia, per espletare funzioni che avrebbero potuto essere espletate internamente”. Mallegni aveva chiesto l’abrogazione della legge 84: “La Regione Toscana dovrebbe fermare i motori e ripensare la riforma che ha palesato tutti i suoi limiti. Gli obiettivi per cui è stata pensata sono lontani anni luce. Dove sono i benefici? Il tema della sanità – conclude – è un tema centrale nella vita dei cittadini. Appena possibile sottoporrò la questione nelle aule del Parlamento nell’interesse dei lavoratori precari e della comunità toscana. Abbiamo tutti diritto ad una sanità a misura delle nostre necessità. La sanità toscana sia più sensibile”.