Sindacati a Menesini: grave accusarci di procurato allarme

28 marzo 2018 | 10:25
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Sindacati a Menesini: grave accusarci di procurato allarme

Le segreterie territoriali della funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil e la Rsu della Provincia di Lucca respingono al mittente l’accusa di “procurato allarme” lanciata dal presidente Luca Menesini a seguito della pubblicazione dell’avviso per l’affidamento del servizio di riscossione ordinaria e coattiva delle entrate tributarie ed extra tributarie e delle sanzioni amministrative. Un tema su cui i sindacati avevano attaccato l’inquilino di Palazzo Ducale. “Il termine da lui usato per descrivere la contrarietà di sindacati e lavoratori ad un processo di esternalizzazione – sottolineano le sigle – è molto grave se pronunciato da un rappresentante delle istituzioni. Rappresentante che di fatto, attraverso la pubblicazione dell’avviso, è stato il primo a dare all’esterno un segnale di criticità della struttura del suo ente e dell’incapacità di gestione di un servizio fondamentale come la riscossione ordinaria delle imposte”.

“Se davvero – proseguono i sindacati – nessun input politico era stato dato alla pubblicazione dell’avviso e si era trattato solo di un errore ‘burocratico’ – cosa significhi in italiano rimane un mistero – si doveva procedere all’immediata rimozione dal sito web dell’Ente con una nota di scuse ai tanti operatori economici che nel frattempo si erano interessati ed avevano chiesto informazioni agli uffici di Palazzo Ducale. Ed invece l’avviso è rimasto pubblicato sul sito, come se niente fosse, per ulteriori 24 ore. Accusare sindacati e lavoratori di incentrare il dialogo con il presidente di una Provincia su questioni di bottega appare oltremodo offensivo e la revoca dell’incontro che si sarebbe dovuto tenere lunedì 26 marzo, perché ormai ‘inutile’, fortemente strumentale. L’incontro scaturiva da un impegno sottoscritto nel mese di novembre alla fine di una trattativa complessa per il ripristino di corrette relazioni sindacali. Era stato richiesto dai sindacati prima verbalmente e poi, vista l’assenza di un minimo cenno di risposta, per scritto il 13 e il 23 febbraio: i temi da affrontare erano la riorganizzazione della Provincia in vista della scadenza del 31 marzo per la presentazione del piano di riassetto dell’ente, previsto dalla legge di bilancio, la situazione finanziaria dell’ente e alcune partite in sospeso tra cui le linee guida sulla mobilità del personale e l’individuazione delle figure obbligatorie per legge in tema di salute e prevenzione sui luoghi di lavoro, assenti ormai da troppi mesi. Niente a che vedere quindi con l’esternalizzazione della riscossione delle tasse ma temi importanti a garanzia dei servizi in capo all’ente, dei lavoratori e della cittadinanza. Volersi confrontare su un piano di riassetto di un ente significa non solo essere interessati al mantenimento dei livelli occupazionali attuali, salvaguardati grazie all’impegno dei lavoratori e all’attenzione dei sindacati su questa vertenza di carattere nazionale anziché a quello di una classe politica che ha fatto di tutto per smantellare le Province, prima con la legge Del Rio e poi con il referendum del 4 dicembre scorso, non preoccupandosi minimamente delle conseguenze per i servizi essenziali resi ai cittadini in materia di strade e scuole tanto da essere richiamati anche all’attenzione – e all’espressione del parere contrario – delle Commissioni Europee. Significa anche valutare le carenze di personale in alcuni settori strategici – non certo la segreteria politica come sta avvenendo in questi giorni – per prevederne il reintegro attraverso processi di stabilizzazione di precari o tramite nuove assunzioni, dando risposte anche a giovani senza un contratto di lavoro stabile. E preoccuparsi del bilancio dell’ente a pochi giorni da una scadenza di legge non è ‘inutile allarmismo’: perché non dire che per ridurre il disequilibrio di 8 milioni di euro sarebbero necessarie le importanti quote  che alcuni Comuni del territorio – tra i quali Capannori – continuano a trattenere nelle loro casse anziché versarle come dovuto alla Provincia? Il presidente Menesini sa bene che solo con l’approvazione del bilancio i 5 milioni di euro di cui vanta la paternità ma che solo grazie all’impegno profuso in questi anni dai lavoratori e dalle lavoratrici della Provincia sono stati reperiti per strade e scuole, potranno essere utilizzati. Anche per questo si dovrebbe preoccupare perché si sta correndo il rischio, dopo aver lavorato duramente per ottenerli, di perderli. Non è certo con i proclami politici che si tappano le buche delle strade né si fa la manutenzione degli edifici scolastici., il cui stato è sotto gli occhi di tutti i cittadini. Qualche ulteriore risorsa per far quadrare i conti, oltre a quelle che potrebbero venire dai tavoli aperti con Governo e Regione, potrebbe poi rientrare nelle casse dell’Ente se si riportassero le quote dell’indennità della figura apicale – firmataria anche dell’avviso viziato da errore burocratico – ai vecchi livelli in godimento”. E per concludere le segreterie territoriali mandano a Menesini un ultimo messaggio polemico: “Pensi a fare il sindaco del suo Comune e il presidente della Provincia in modo responsabile e senza confondere i ruoli – attaccano -: non si preoccupi di insegnare al sindacato a fare il suo mestiere. Il rispetto e la ricerca di sinergie e di dialogo con lavoratori e sindacati che mancano ormai da diversi anni negli amministratori di Palazzo Ducale potrebbero essere una delle chiavi per superare anche questo anno che per la Provincia di Lucca e per i servizi che la stessa è chiamata a fornire a tutta la popolazione, si sta manifestando più complesso del previsto”.