
“Dopo aver inventato Lucca Games 25 anni fa, essere stato direttore organizzativo dell’ente Max Massimino Garnier e aver diretto Lucca Comics &Games (mio progetto del 2000) fino al 31 dicembre 2016, penso che per me sia quasi un obbligo intervenire riguardo all’infuocata polemica sul mancato rinnovo della carica di presidente di Lucca Crea di Francesco Caredio”. A parlare è Renato Genovese, una delle anime degli ultimi decenni dei Comics e artefice della sua crescita esponenziale negli anni.
“Lo faccio – spiega Genovese – perché di tutto si sta parlando tranne che della realtà di questa società che, prima ancora di essere una partecipata comunale, è una risorsa al servizio della città e del mondo del fumetto, del gaming e del publishing fantasy cross-mediale. Chi ha realmente portato avanti la manifestazione fin dai tempi bui (nel 1999 era morta, basta guardarsi gli articoli di quel periodo) è stato un team che ha lavorato con sacrificio e spirito di collaborazione rari a trovarsi e che prosegue – pur con qualche aggiunta e qualche abbandono – a mietere successi e a indicare la strada a tutti coloro che organizzano manifestazioni sempre più simili alla nostra ma mai davvero all’altezza di Lucca”.
“Le novità continue, le iniziative originali, le sfide culturali, la capacità di emozionare e i programmi sempre di elevata caratura – prosegue Genovese – sono stati la chiave per l’affermazione a livello interazionale dell’evento: certo Caredio (come chi lo ha preceduto) ha favorito tutto questo e il merito deve essergli assolutamente riconosciuto, come pure un po’ di merito me lo prendo anch’io. Ma lui ed io abbiamo fatto leva sulle qualità professionali e creative dei nostri collaboratori, favorendone certamente lo sviluppo in un ambito armonico di condivisione di obiettivi. Collaboratori che sono lì a lavorare a testa bassa per la prossima edizione di Lucca Comics & Games nel mezzo di questo turbine e non meritano che una sola persona sia indicata come l’artefice di tutto ciò. Le componenti della polemica mi sembrano un po’ forzate, perché finiscono per travisare l’oggettiva situazione passata e presente”.
“Piuttosto, sosteniamo il nuovo management – qualunque esso sia e da qualunque parte esso venga – chiude Genovese – affinché possa lavorare e far lavorare serenamente i collaboratori a un progetto che travalica i ristretti confini della nostra città ed è sotto gli occhi non solo del nostro paese ma del mondo. Io ho scelto di andare via dal 2017 e non è cascato il mondo: non cascherà nemmeno questa volta”.