Bullismo all’Itc Carrara, lo sdegno della politica

18 aprile 2018 | 10:18
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Bullismo all’Itc Carrara, lo sdegno della politica

“Quello che è accaduto all’itc Carrara è grave e riguarda tutti noi: i dirigenti, i docenti, tutti gli alunni, tutti i genitori, ma anche le istituzioni. E’ necessaria una reazione forte”. A dirlo è Chiara Martini, consigliera comunale del Pd di Lucca, che interviene sul prof minacciato e insultato dai bulli in classe. Ma sull’episodio c’è una condanna trasversale da parte delle forze politiche, che chiedono di non passare sopra al brutto caso di bullismo.

“Come siamo arrivati a questo punto? Sempre più spesso – scrive Martini – sentiamo dire che in classe è sempre più difficile mantenere l’ordine, il rispetto per lo studio e per i docenti. Non vorrei che i nostri figli vedessero sgretolarsi sotto i loro occhi le principali autorità e i principali punti di riferimento: i loro professori, la scuola, il medico generico, l’allenatore, i genitori. ‘Perché quello lì non capisce nulla!’ è una frase che ricorre da un contesto all’altro, senza più complicità e stima”.
“È diventato un problema per i docenti punire l’alunno maleducato – aggiunge – perché temono la reazione di noi genitori, è quindi preferibile punire la classe, ingiustamente per i ragazzi educati, che non condividono atteggiamenti di prevaricazione. Io stessa mi sono spesso ritrovata a modificare ed adattare i miei comportamenti nei confronti dei miei figli perché non volevo ricevere quel ‘tanto tu mamma non capisci nulla’ che mi faceva soffrire, perché la mia giornata ruota tutta intorno ai miei figli e non penso di meritare questo. Quello che è accaduto all’ITC è grave e credo riguardi tutti noi: i dirigenti, i docenti, tutti gli alunni, tutti i genitori, ma anche le istituzioni. E’ necessaria una reazione forte. In questo caso non si tratta di una ragazzata, non minimizziamo. Senza disconoscere l’importante lavoro che già viene svolto da soggetti pubblici e privati contro il bullismo e la violenza psicologica e per il benessere nelle classi delle nostre scuole, forse è giunto il momento di compiere un salto di qualità anche nel livello della discussione. Dobbiamo fare qualcosa, un incontro con gli stessi ragazzi che non condividono tali maniere, mettiamoci intorno a un tavolo o in una piazza, istituzioni, scuola, medici, società sportive, mamme, nonne e zie. Stiamo sbagliando qualcosa, ognuno ha il proprio ruolo e le proprie responsabilità, la mamma deve rispettare la maestra, la maestra deve capire il ruolo della mamma, l’allenatore deve rispettare il medico e così l’alunno, il ragazzo, l’atleta ricomincerà a vederci chiaro e vedrà dei paletti e dei limiti all’interno dei quali crescerà e farà venire fuori i suoi talenti e in alcuni casi saprà come sfogare il suo malessere e potrà portare avanti la sua protesta, ma con rispetto, con educazione, manifestando il lato migliore del genere umano e tenendo a bada quello peggiore”.
Commenta anche il presidente dell’assemblea del Pd territoriale di Lucca, Patrizio Andreuccetti: “Tra le tante ci sono tre cose da dire. La prima è che l’episodio va stigmatizzato nella maniera più assoluta. La seconda è che in tempi diversi c’era una definizione dei ruoli ed un rispetto diverso. La terza è che non è vero che certi episodi non succedevano. Io ne ho viste di cotte e di crude, solo che si sbagliava a non farle emergere, tutto rimaneva in classe, ed era sbagliato”.
“L’episodio della scuola di Lucca ci dimostra ancora una volta che siamo di fronte ad un’emergenza educativa, occorre intervenire in maniera netta e decisa per contrastare con forza le azione di violenza, anche solo verbale, che arrivano dai ragazzi, anche attraverso un percorso educativo. Credo sia necessaria una punizione giusta e ferma che sia realmente educativa per il ragazzo che a Lucca con atti di violenza verbale ed ingiurie ha intimidito il suo professore”. Così l’onorevole Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur, commenta l’episodio.
“Rispetto le decisioni che prenderà l’istituto e gli esiti della denuncia fatta oggi – continua Toccafondi -, ma spero arrivi anche una punizione socialmente utile” tipo “andare a fare volontariato nei centri che aiutano concretamente la comunità locale siano essi bambini, anziani, disabili, continuo a pensare sia anche una reale possibilità di maturazione e cambiamento. Una azione educativa che farà crescere e aiutare a capire che siamo persone e che ci dobbiamo trattare come tali e rispettarci”.
“Ciò che preoccupa di più di questo fattaccio – sottolinea l’assessore alla sicurezza Francesco Raspini – è che rappresenta la punta di un iceberg molto grande, il segno di un imbarbarimento crescente della società.  Una deriva che, purtroppo, colpisce anche i ragazzi: mettere in discussione ogni autorità, sentirsi impuniti di fronte a qualsiasi gesto, credere di poter vivere solo di diritti e non di doveri.  Fa male vedere che Lucca salga alla ribalta delle cronache con notizie come queste: Lucca non è questo e nel mondo della scuola da anni dirigenti scolastici e insegnanti stanno lavorando in maniera efficace a percorsi educativi contro il bullismo, il cyberbullismo, l’inciviltà e la diseducazione. Occorre incentivare e sostenere tali sforzi. I figli di tutti noi, quelli che sono nati e quelli che nasceranno, devono avere il diritto di crescere in una società e in una scuola che li ripari da derive come questa”.
Anche ricordi personali nell’intervento dell’assessore Stefano Ragghianti: “Il video dell’istituto scolastico di Lucca – dice –  si trova ora su tutte le principali home page dei quotidiani nazionali; è stata la scuola dove ho iniziato la mia carriera di insegnnte (in quel periodo a tempo pieno) oltre 30 anni fa. Ho i ricordi dei migliori anni della mia vita e quindi questa è una grande tristezza. Lucca non è questo e neanche le scuole di Lucca sono questo, però nel film era un finale, in parte, previsto. Questa storia che tutti devono arrivare, che non si insegna rigore, fatica e impegno ha portato alla fine (o quasi) della scuola pubblica e quindi di un paese intero che spero possa ripartire, prima di tutto dall’istruzione e dalla cultura. Dobbiamo dire che tutti possono arrivare nel senso che bisogna garantire pari opportunità: si è scelto invece, non di garantire parità di partenza e di mezzi e poi ‘selezionare’ (uso consapevolmente questa parola), ma di nasconderci dietro i falsi arrivi”.
Sull’episodio interviene anche Gloria Vizzini, portavoce alla Camera del M5S: “I crescenti episodi di bullismo che imperversano nelle scuole di Lucca, in particolare all’Itc Carrara rappresentano purtroppo la punta di un iceberg di un fenomeno sempre più diffuso. Non si può più stare a guardare. Le istituzioni devono farsi carico di un profondo problema sociale che riguarda tutti: Stato, istituzioni, settore scolastico, famiglie e ragazzi. Per questo motivo sto predisponendo una interrogazione sull’accaduto e per richiedere interventi urgenti a livello nazionale”.
Prende la parola sull’episodio anche Michele Sarti Magi, ex rappresentante di Istituto del Passaglia ed ex candidato consigliere con Matteo Garzella, attualmente attivista nel Movimento 5 Stelle: “Partendo dal fatto che è vergognoso chi fa campagna elettorale con questa disavventura, è logico che il fatto non può essere difeso – afferma -. Intanto, io conosco il ragazzo, e si, non me lo sarei mai aspettato, è vero, ma non mi sarei neanche mai aspettato un caso mediatico di queste dimensioni. Serve un video per denunciare episodi spiacevoli tra studenti e professori o viceversa? Potrei elencarne un mucchio, ma evito. Mi dispiace per il professore, mi stupisce che sia stato lì senza fare niente. Mi dispiace per il ragazzo, che sicuramente voleva scherzare, ma non ha capito la gravità del suo gesto. Mi dispiace per la figura che è stata fatta ad un intera scuola e ad un intero corpo studenti, cioè quello lucchese. Chi ha sbagliato dovrà pagare assolutamente, ma cominciamo a riflettere anche, sul compito delle famiglie, delle scuole ecc. Non è il primo episodio di violenza che accade a Lucca, tantomeno nel nostro paese. Sarebbe l’ora, in generale di valutare e riflettere sia da parte degli studenti che dei professori. Mi riferisco anche ad altri casi di violenza, accaduti poco tempo fa a Lucca, dove vengono descritti gli studenti in maniera errata e raccontati i fatti diversamente dal reale. Ho visto che adesso c’è un’inchiesta e siamo andati a finire nel penale per ingiuria e violenza privata. Spero che la situazione si risolva nel miglior modo possibile, per il bene di tutti”.
L’ex sindacalista Umberto Franchi facendo un parallelo in negativo con le lotte studentesche degli anni 70 stigmatizza quanto accaduto al Carrara: “Quello che è avvenuto dimostra il grado di regressione civile e culturale esistente nella scuola e nella società. Oggi, forse più di allora – afferma Franchi – gli studenti avrebbero mille motivi per protestare e lottare contro una scuola che non li forma ma li prepara per essere immessi nel mercato del lavoro come precari e sfruttati con ‘la buona scuola’ devono svolgere anche attività lavorativa gratuita, ma la manifestazione di bullismo collettivo non ha niente a che fare con tutto questo. Nella scuola, salvo episodi sporadici, non si parla di lotte o cambiare la scuola e le prospettive degli studenti: regna una grande melassa e quello che è avvenuto non è un atto di protesta ma solo un fatto di egoismo regressivo che da una parte denota anche la perdita di autorevolezza della scuola e dall’altra è il sintomo del vuoto esistente tra gli studenti”.
“Sono rimasta sconcertata – interviene Elisa Montemagni, capogruppo in consiglio regionale della Lega – nel vedere l’eloquente video in cui uno studente lucchese intima brutalmente al proprio professore di dargli la sufficienza, ordinandogli, addirittura, di mettersi in ginocchio. Una scena allucinante – prosegue – che è aggravata dal sottofondo di risate scomposte da parte dei compagni di classe, uno dei quali riprende il tutto col telefonino, mettendo poi le inqualificabili sequenze in rete. Non è la prima volta, purtroppo, che avvengono fatti così inaccettabili che devono farci riflettere di come, fortunatamente una minoranza di giovani, non sappia rapportarsi a dovere con gli insegnanti, aggredendoli fisicamente o cercando di umiliarli com’è avvenuto in questo caso specifico. A fronte di ciò – conclude Elisa Montemagni – penso che sia necessario introdurre appositi corsi di educazione civica, fin dagli anni delle elementari e che i genitori siano maggiormente attenti e meno permissivi nei confronti di figli che, poi, assumono, inevitabilmente, atteggiamenti così dispotici ed indegni verso i propri insegnanti”.