
La variante puntuale al regolamento urbanistico necessaria alla realizzazione del mini impianto idroelettrico sulla sponda sinistra del fiume Serchio, in località Palazzaccio a Sant’Anna, è approdata nel tardo pomeriggio di oggi (19 aprile) all’attenzione del consiglio comunale di Lucca. La proposta, avanzata dall’impresa privata Ies (Iniziative energetiche sostenibili) di Brescia, dopo due passaggi in commissione urbanistica, è stata illustrata dall’assessore Serena Mammini: “Stasera il consiglio è chiamato a esprimersi per una presa d’atto e condivisione riguardo a questa variante. Il quadro normativo energetico nazionale – ha spiegato Mammini – risulta frammentato, dal 1904 a oggi sono state emanate molte norme speciali tra livello nazionale e regionale. A oggi le procedure autorizzative per l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili sono semplificate al massimo”.
“Le opere per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili – ha continuato l’assessore all’urbanistica – nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili all’esercizio sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. La costruzione e l’esercizio di questi impianti sono soggetti a un’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, che costituisce variante allo strumento urbanistico laddove la variante risulti necessaria come nel nostro caso. Nell’autorizzazione unica confluiscono tutti gli atti necessari a costruire sia l’impianto sia le opere connesse, compreso il permesso di costruzione”. Serena Mammini ha proseguito ripercorrendo l’iter autorizzativo: “Nel luglio del 2011 la società proponente, Ies, richiese la concessione di derivazione di acqua dal fiume Serchio per la realizzazione di un mini-impianto idroelettrico denominato ‘ai Pasquinelli’. Nel 2015 la Regione si è sostituita alla Provincia di Lucca per le funzioni in materia di ambiente ed energia, pertanto l’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione unica è divenuta la Regione Toscana. Nel 2016 – ha proseguito – la giunta regionale si è espressa positivamente riguardo alla compatibilità ambientale sul progetto di mini-impianto concedendo alla società proponente la derivazione di acqua pubblica dal fiume Serchio a uso idroelettrico, in corrispondenza di una traversa esistente denominata ‘Palazzaccio’. Nel maggio 2017 la società Ies ha presentato alla Regione l’istanza per l’autorizzazione unica per la costruzione e l’attività dell’impianto consistente nella realizzazione di un manufatto a uso volume tecnico e locale di consegna e nella costruzione di una linea aerea di media tensione per il cui iter autorizzativo è necessario approvare una variante urbanistica. Lo scorso settembre la direzione ambiente ed energia della Regione Toscana ha avviato il procedimento relativo al rilascio dell’autorizzazione unica. A seguito dell’avvio la Regione ha pubblicato sul proprio sito tutti gli elaborati”. L’assessore Mammini ha quindi spiegato nel dettaglio la variante puntuale al regolamento urbanistico: “Si rende necessaria in quanto l’area dove è prevista la realizzazione del locale tecnico e di consegna dell’energia elettrica ricade nel regolamento urbanistico all’interno del Parco del Serchio, disciplinato nelle norme tecniche di attuazione dall’articolo 35.2 che ammette interventi finalizzati alla realizzazione o consolidamento di attività ad uso collettivo o per scopi sociali che comportino anche un’edificazione con strutture precarie o rimovibili o il recupero di esistenti con un volume non superiore ai 200 metri cubi. Il locale tecnico ha una volumetria inferiore ai 200 metri cubi ma non costituisce un’attività ad uso collettivo. Inoltre – ha proseguito l’assessore – l’impianto prevede l’allaccio alla rete di media tensione Enel esistente mediante linea cavo aereo solo in parte interrato, sostenuta da pali che verranno posizionati in area disciplinata dall’articolo 35.3, aree da mantenersi all’uso agricolo, dove è ammessa la realizzazione di attrezzature ricettive a carattere non edilizio quali campeggi, aree di sosta specializzate, ma non attrezzature tecnologiche come in questo caso. Per questo – conclude – è necessaria una variante puntuale che consiste nell’individuazione di un’area per impianti tecnologici disciplinata dall’articolo 136 delle norme tecniche di attuazione del regolamento urbanistico vigente. Quindi dagli articoli 35.3 e 35.5 si passa all’articolo 136. Trattandosi di variante puntuale non è stata necessaria la Vas (valutazione ambientale strategica)”.
“Per quanto riguarda il piano di classificazione acustica – ha continuato l’assessore Mammini – ad oggi l’area risulta individuata in classe II (aree prevalentemente residenziali) dove la normativa vigente non prevede la collocazione di impianti produttivi. È pertanto necessario l’adeguamento del piano per inserire l’impianto in classe acustica compatibile con la nuova destinazione d’uso ad impianti tecnologici”. “La Regione – ha spiegato ancora l’assessore – ha indicato quale responsabile del procedimento e dell’adozione del provvedimento finale il dirigente del settore servizi pubblici locali energia della direzione ambiente ed energia della stessa Regione. Questo per dirvi che il Comune di Lucca non è responsabile del procedimento. Come dicevo prima, per questa variante al regolamento urbanistico il consiglio comunale è chiamato a una presa d’atto e condivisione”. ”La variante sarà approvata in sede di conferenza dei servizi regionale con il rilascio dell’autorizzazione unica (che costituisce appunto variante al regolamento urbanistico). Tutti gli ulteriori adempimenti previsti in materia urbanistica sono demandati alla direzione ambiente ed energia della Regione. Nel caso della dismissione dell’impianto la destinazione urbanistica dell’area tornerà alla destinazione originaria. Dovrà essere sottoscritto un accordo tra la società, concessionario della derivazione dell’acqua pubblica, e il Comune, proprietario della traversa su cui insiste l’impianto, che ne disciplini responsabilità e manutenzione. Anche l’accordo è stato oggetto di una seduta della commissione urbanistica comunale. Poiché l’intervento necessita di variante urbanistica la Regione ha provveduto a pubblicare sul Burt lo scorso 29 settembre l’apposito avviso, a seguito del quale, nei successivi 30 giorni non sono pervenute osservazioni. Per quanto riguarda la procedura di dichiarazione di pubblica utilità delle opere e di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree interessate dal progetto, la Regione ha provveduto inoltre a comunicare l’avviso pubblico di avvio del procedimento. Il parere della commissione del paesaggio comunale è risultato contrario, così come quello della Sovrintendenza giunto, però, oltre i termini previsti”.
La discussione in consiglio
Vivace il dibattito tra maggioranza e minoranza sulla proposta di delibera presentata. Ha aperto l’intervento della consigliera di Forza Italia, Simona Testaferrata: “Stasera in questa assise ci troviamo a decidere su una variante semplicata al regolamento urbanistico, necessaria per poter permettere la realizzazione di un impianto idroelettrico denominato Pasquinelli ubicato sul fiume Serchio, in frazione Sant’Anna località il Palazzaccio, in quanto l’impianto necessità di infrastrutture di supporto. Noi vogliamo subito sottolineare le nostre forti perplessità – ha detto la consigliera – sull’opera in questione, in quanto vi sono due pareri contrari alla realizzazione dell’impianto, due pareri che non vengono tenuti di conto dall’ amministrazione e noi ci chiediamo il perché. Sia la commissione paesaggistica in data 12 ottobre 2017 che la Soprintendenza il 7 marzo 2018 (quest’ultima ritenuta tardiva e quindi non presa in considerazione) comunque arrivano alle medesime conclusioni, ovvero che l’impianto è sito nella parte centrale del parco fluviale ambito di interesse paesaggistico e luogo di fruizione da parte della popolazioni, in più l’area è potenzialmente sviluppabile e riqualificabile. Inoltre – prosegue Testaferrata – il progetto prevede la realizzazione di una linea aerea con relativi sostegni per il trasporto dell’energia elettrica prodotta ed anche quest’opera risulta incompatibile con il paesaggio del parco fluviale. La società promotrice dell’impianto ha raggiunto un accordo con il Comune, nel quale si impegna a piantare qualche albero. Intervento doveroso per nascondere il locale tecnico ovvero la sala di regia dell’impianto; poi qualche tavolino e addirittura ripristinare due fontanelle. Ma la domanda sorge spontanea: ma questa società è una onlus? Naturalmente no, avrà dei guadagni, quindi questi accorgimenti sono a nostro avviso indispensabili per una società che tra l’altro non è del nostro territorio e quindi non sviluppa ricchezza per Lucca. Altro discorso sarebbe stato, sempre che i pareri fossero stati positivi, se l’opera fosse stata eseguita da una società partecipata del Comune come Gesam che avrebbe avuto ricadute economiche importanti sul nostro territorio. Lo sviluppo delle energie rinnovabili ci trova d’accordo però compatibilmente al contesto paesaggistico ed ambientale che li deve accogliere”. La parola è quindi passata al consigliere della Lega Giovanni Minniti: “La concessione all’azienda bresciana, a quanto pare, è arrivata dalla Regione Toscana: dico così perché, di fatto, noi quest’autorizzazione non l’abbiamo vista. La giunta considera il consiglio un organo passacarte, che non può approfondire le questioni, e racconta di una mini-centrale per la quale sono state comunque chieste opere compensantive irrisorie rispetto al contesto paesaggistico che con questo inserimento si va a tangere. È stata fatta la valutazione di impatto ambientale? Esprimo i miei dubbi – ha continuato – sull’impatto che avrà la messa in opera della sala macchine, delle turbine, dei contatori, dei tralicci. Quale sarà l’impatto sulla flora e sulla fauna? Non era meglio usare l’acqua del Serchio per l’irrigazione? Qual è la pubblica utilità, quale il guadagno del Comune?”. Non si fa attendere la replica del consigliere Daniele Bianucci di Sinistra con Tambellini: “Quando si dice che la documentazione non è stata fornita, si dice un’inesattezza. Sono state fatte ben due commissioni su questo tema e l’amministrazione è stata disponibile a fornire tutto il materiale richiesto per l’approfondimento. Bisogna poi fare attenzione quando si parla di uso irriguo delle acque del fiume Serchio, perché questo è esattamente l’utilizzo che la nostra pianura e il Morianese ne fanno da circa 700 anni. La realizzazione di una centrale idroelettrica di piccole dimensioni non è in contrasto con questo uso perché non si sfrutta l’acqua ma l’energia prodotta dal salto dell’acqua in presenza di un dislivello. È molto diverso. Inoltre – prosegue Bianucci – consideriamo che l’approvigionamento energetico è utile per la vita quotidiana e che in questo caso si parla di energia rinnovabile e pulita, alternativa al petrolio. Sono d’accordo con la consigliera Testaferrata sull’ipotesi che anche un’azienda a partecipazione pubblica come Gesam valuti, in futuro, forme di investimento di questo tipo: auspico che si approfondisca la proposta dal punto di vista tecnico, economico e ambientale. Ma il tema vero sul quale ci dobbiamo confrontare oggi – continua il consigliere – è la riqualificazione del parco fluviale: le risorse pubbliche per migliorare la vivibilità di questa nostra grande area sono, si sa, poche. Nonostante tutto in bilancio abbiamo dedicato dei capitoli per la sistemazione del parco. Ies si accolla la manutenzione di una parte importante, che va da ponte San Pietro alla passerella pedonale, e questo è un valore non secondario di questa operazione. Si è avviato un circolo virtuoso perché il parco fluviale sia sempre più luogo di socialità, luogo sicuro e partecipato. Questo è un tema trasversale che, sono sicuro, sta a cuore a più forze politiche”. Raccoglie l’invito il consigliere di CasaPound, Fabio Barsanti: “Noi abbiamo sempre ritenuto il parco fluviale un luogo da valorizzare e migliorare. Ad oggi purtroppo, a causa dell’incuria e della poca sicurezza, è ancora sottoutilizzato. Trovo interessante che il Comune possa stabilire sinergie col privato per restituire vantaggi alla comunità, come è stato fatto con questa convenzione. Ben vengano queste operazioni per ridare dignità agli spazi comuni e ben vengano anche le energie rinnovabili. Questo mini-impianto, peraltro, presenta anche interessanti soluzioni tecnologiche che mitigano l’impatto sulla fauna ittica”. La presidente della commissione urbanistica, Francesca Pierotti, ricordando le due commissioni sul tema, ha aggiunto: “I tecnici di Ies hanno avuto modo di illustrare ai commissari gli aspetti tecnici e qualitativi del piccolo impianto. Ricordo che la competenza, sull’autorizzazione, non è del Comune: ci muoviamo in un contesto fatto di norme nazionali ed europee che facilitano la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili. Tuttavia il Comune, anziché limitarsi a prendere atto, ha condotto un’importante trattativa con la società proponente per ottenere benefici non dovuti, ai quali Ies non era obbligata, a vantaggio degli spazi per la comunità. La commissione ha voluto conoscere i termini dell’accordo, sebbene chiamata a esprimersi soltanto sulla presa d’atto e condivisione della variante. La nostra valutazione è stata positiva e semmai adesso è il tempo di interrogarci sulla possibilità di trarre, da opere proposte da privati, benefici per la collettività”. Concorde anche il consigliere di Lucca Civica Gabriele Olivati: “Non si tratterà soltanto di realizzare un percorso vita e aree attrezzate, ma anche di manutenerle: aspetto fondamentale per il decoro del parco fluviale. Fa piacere notare che è maturata una sensibilità trasversale sui beni pubblici utilizzati dai privati per trarne profitto. Tuttavia è bene ricordare che ci sono direttive europee che garantiscono la concorrenza nella produzione di energia fin dai primi anni 2000. C’è una legislazione che tutela il privato e il Comune non può opporsi a interventi come questo ma può, e l’ha fatto, contrattare con privato opere compensative che migliorino la fruibilità di luoghi strategici come il parco fluviale”. Incalza, però, Minniti: “È assurdo che occorra una centrale idroelettrica per rendere il parco fluviale un luogo migliore. Chiedo quanti kilowatt di energia produrrà per comprenderne l’impatto”. L’amministrazione risponde al consigliere che l’impianto produrrà circa 219 kilowatt. Prende quindi la parola il consigliere del M5S, Massimiliano Bindocci: “Il mercato dell’energia è un mondo complesso. Il mio giudizio su quest’impianto non è negativo: l’impatto ambientale sembra minimo, l’intervento circoscritto e l’azienda si impegna a migliorare il parco. Certo che Ies ci guadagnerà, ma anche la collettività. Vorrei conoscere meglio i dettagli, tuttavia, e per questo non parteciperò al voto”. “Se fossimo nel Far West – è la replica dell’assessore Serena Mammini ai dubbi sollevati da Minniti – questo impianto sarebbe stato realizzato senza alcuna autorizzazione. Ma siamo in Italia e l’iter, partito nel 2011, ha dovuto ricevere il parere di numerosi enti prima di arrivare a conclusione. Certo che è stata compiuta la valutazione di impatto ambientale e ribadisco che questa non è una proposta avanzata dall’amministrazione ma da un soggetto privato che ha titolarità per realizzare il mini impianto. Se non fosse stata necessaria variante al regolamento urbanistico, il Comune di Lucca non avrebbe avuto voce in capitolo. Saremmo stati solo spettatori, perché è la legge a stabilirlo. Legge che facilita le energie rinnovabili. Il consiglio comunale è chiamato a esprimersi non sulla bontà del progetto in sé ma sulla variante: è importante avere consapevolezza del ruolo che si ricopre e che anch’io ho ricoperto. Stare centrati sulle questioni sulle quali si è chiamati a esprimersi innalzerebbe il livello del dibattito. Il parco fluviale sta a cuore anche a noi – ha ricordato l’assessore – tanto che ne abbiamo normato le opportune tutele nel piano strutturale approvato lo scorso anno”. A condurre la trattativa con Ies per la convenzione è stato l’assessore all’ambiente Francesco Raspini: “Capisco la facile ironia sulle panchine in cambio dell’impianto, ma ricordo che questa convenzione non era un atto dovuto. È stato invece frutto di una contrattazione condotta col privato. Ci dispiace non aver spinto per opere di illuminazione, ma abbiamo reputato che fossero più i contro che i pro, essendo opere che si prestano a facili danneggiamenti e furti. Il parere negativo ricevuto dalla Sovrintendenza, essendo tardivo, è in realtà positivo perché la legge stabilisce che gli enti che non si esprimono nei tempi di fatto danno il loro assenso. La commissione del paesaggio comunale ha rilevato che l’intervento interferisse in modo significativo con i rapporti figurativi e fruitivi del parco. Tuttavia non abbiamo ravvisato motivazioni serie di pubblico interesse per opporci, anche perché quest’opera non è una proposta dell’amministrazione, non appartiene alle linee di mandato. Dal 7 marzo, giorno della conferenza dei servizi in Regione, avevamo 45 giorni per approvare la variante e dare così via libera al rilascio dell’autorizzazione unica. Abbiamo utilizzato questo tempo per arrivare a una convenzione che portasse vantaggi al pubblico uso del parco”. Ultime battute all’opposizione prima del voto: “Non possiamo esprimerci solo sulla variante in questa sede – ha detto Simona Testaferrata – perché la centralina apre a un dibattito più ampio. Qualche tavolo e qualche pioppo piantato non ricompensano adeguatamente il Comune per la concessione di un tratto di parco fluviale: avrei reputato più congruo che fosse versato anche un canone annuo da parte del privato, che certo ha tutto il diritto di proporre”. “Non ho dubbi sulla legittimità dell’iter autorizzativo – precisa Giovanni Minniti – ma è un dato di fatto che due pareri sono stati contrari e credo che il Comune dovrebbe tenerne conto”. “Dispiace – conclude Fabio Barsanti – che non sia stata inserita una nuova illuminazione dell’area tra le opere migliorative richieste a Ies. Dispiace soprattutto per i motivi: il timore di furti. Questa è un po’ una sconfitta”. La delibera è stata approvata con 18 voti favorevoli, 6 contrari, un astenuto (Buonriposi), un non voto (Barsanti) e una non partecipazione al voto (Bindocci).