Villa S. Maria, ancora nessuna decisione su concessione

10 maggio 2018 | 12:30
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Villa S. Maria, ancora nessuna decisione su concessione

di Paolo Lazzari
“I tempi sono già scaduti affinché l’amministrazione comunale risponda sulla natura della futura concessione di villa santa Maria”: lo afferma il dirigente comunale Graziano Angeli, davanti all’assessore Lucia Del Chiaro oggi (10 maggio), in Commissione controllo e garanzia. Un iter complicato quello per la definizione della partita sulla futura gara che è strettamente legato ad una questione occupazionale, dal momento che, come noto, sono ormai arrivate le lettere di licenziamento per i 51 dipendenti. Ma sono tante le questioni ancora ferme al palo, a poche settimane ormai da quel 30 giugno, giorno in cui dovranno chiudere le porte della casa di riposo. In vista di gara e lavori di adeguamento. Entro una settimana, invece, bisognerà “mettere in sicurezza” gli ospiti della struttura, ovvero decidere in quale altra struttura comunale verranno trasferiti. Presenti a palazzo Santini anche due dipendenti dell’Rsa in procinto di chiudere, in rappresentanza della altre lavoratrici sulle quali incombe un futuro incerto. In ballo poi ci sono altre questioni aperte e sono relative alle Rsa alla Pia Casa ed a Monte San Quirico, oltre che delle eventuali inadempienze della ditta Proges.  

Un appuntamento per certi versi infuocato, quello introdotto dai quesiti del capogruppo di SìAmo Lucca, Remo Santini, in veste anche di presidente della commissione – e che vede il consigliere del M5S Massimilano Bindocci alzarsi e andare via infuriato, dopo essere stato interrotto più volte durante la proposizione delle sue domande. “Sono mesi – ha attaccato Santini -che denunciamo ritardi inaccettabili nella gestione di un’operazione così complessa per il futuro della struttura e per la vita di chi ci lavora: oggi, addirittura, vengono confermati da un dirigente comunale, il dottor Angeli, che sarebbe pronto a lavorare, ma attende di sapere dal Comune come muoversi. Un modo di fare che, francamente, ci preoccupa”.
Villa Santa Maria
Lo stato dell’arte, viene spiegato, racconta di una situazione ancora ferma al tavolo delle trattative: “Siamo sempre ai lavori del tavolo tecnico – commenta Del Chiaro – composto da rappresentanti dell’amministrazione, dei sindacati e delle cooperaative. Stiamo vagliando quello che si può fare per una ricollocazione delle lavoratrici licenziate: il nuovo appuntamento è fissato per venerdì prossimo”.
Sullo stato della prossima gara interviene invece il dirigente Angeli: “L’idea è quella di fare una procedura, abbiamo predisposto il capitolato per una concessione di servizi, ma se si trattasse di una concessione dell’immobile sarebbe diverso: per questo chiediamo di fare subito chiarezza all’amministrazione. Avevo chiesto di avere una risposta entro un termine che è passato da pochi giorni: penso che lo sapremo a breve. Sarebbe preferibile dare in concessione l’immobile con un vincolo di destinazione: fare una concessione come per Pia Casa e Monte san Quirico è un conto; farla per attività esclusivamente socio sanitaria è un’altro. L’immobile ha una destinazione socio sanitaria e vorremmo che la concessione riguardasse proprio l’immobile, perché l’imprenditore, in futuro, potrebbe scegliere un servizio che non è quello in linea con i profili dei lavoratori usciti”. Un’incertezza che caratterizza dunque anche la futura destinazione della struttura, divisa tra l’ipotesi Rsa e scenari ulteriori, come quello – riportato oggi – di prestarsi a diventare una Rsd (residenze sanitarie per disabili, ndr).
Sul fronte occupazionale – il più caldo – Del Chiaro precisa che “il modo migliore per garantire posti di lavoro, con il cambiamento della legge regionale, è creare quote sociali. Un anziano avente diritto a entrare in casa di riposo costa 106 euro al giorno, la metà fornita da Usl e l’altra metà dall’amministrazione. Se offriamo quote alla Usl ‘nutriamo’ il mercato del lavoro, creando occupazione. L’ente locale cambia ruolo: da creatore di posti letto diventa erogatore di quota”.
I tempi per trovare una nuova sistemazione ai 28 anziani che oggi vivono ancora a villa santa Maria, dovranno essere strettissimi. “Vorremmo chiudere un accordo entro la prossima settimana – spiegano Del Chiaro e Angeli – perché entro il 30 giugno le persone oggi ospitate in villa Santa Maria vengano portate a Monte san Quirico o alla Pia Casa, a seconda della scelta effettuata”.  
Poi ecco la furia di Bindocci, che culmina nella sua uscita di scena: “L’amministrazione ha rovinato la vita di 50 persone scientemente – la dura accusa – e la legge regionale non è di ieri sera. Potevate fare ulteriori proroghe. Sapete, inoltre, che stanno aprendo una struttura simile?”. La replica è netta: “Altre proroghe non erano possibili – specifica Angeli – e siamo talmente coscienti della nuova struttura che si trova al tavolo delle trattative”.

Proges
Le questioni, in questo caso, riaffiorano dall’esposto presentato da Fratelli d’Italia: la richiesta nasce dalle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili che sono a carico del concessionario; dal ritardo nella corresponsione dei canoni e da quello che viene definito il “colpevole ritardo amministrazione nella messa in mora di Proges”.
Un panorama rispetto al quale Angeli replica punto su punto: “E’ vero che una delle rate di canone è stata decurtata di 22mila euro  – spiega – e già questo fa venire meno la possibilità di una risoluzione contrattuale. Proges ha fatto presente che c’erano lavori di intervento sulla struttura preesistenti e di competenza dell’amministrazione comunale (come lavori per il rispetto della normativa antincendio, ndr), di cui non poteva farsi carico. Poiché l’amministrazione non poteva coprire i costi di quei lavori, abbiamo deciso di farli fare a Proges, scontandoli dai canoni. Casomai era Proges che poteva chiedere la risoluzione del contratto, poiché non ha trovato una struttura così come doveva essere da accordi. Vi porteremo, poi, ogni singola fattura relativa ai lavori svolti”.

Rsa Pia Casa e Monte S. Quirico
Qui i punti all’ordine del giorno sono due: la mancanza di un infermiere di notte alla Pia Casa e, sempre relativamente alla stessa struttura, l’aggiunta di 5 posti gestibili in regime di libero mercato. “Manca l’infermiere di notte? No – replicano Angeli e Del Chiaro – non è presente in struttura ma è disponibile. Si trova fisso nella Rsa di Monte san Quirico. Comunque, è uno degli aspetti di cui stiamo trattando con Proges”. Un quadro che incontra lo scetticismo delle due dipendenti presenti oggi: “Sappiamo – dicono a commissione conclusa – che l’infermiere di notte presente a Monte san Quirico può muoversi solo per casi gravissimi: resta quindi scoperta tutta la fascia delle cure ordinarie, comunque importanti”.
Sui 5 posti in più, invece, Angeli precisa: “Mi assumo tutta la responsabilità di questa scelta, fatta per salvaguardare i livelli occupazionali”.