Minniti (Lega): “Consultazioni per il governo, Mattarella sia garante ma nel rispetto della Costituzione”

Consultazioni per la formazione del nuovo governo, il capogruppo in consiglio comunale a Lucca per la Lega, Giovanni Minniti, riflette sul delicato momento a livello nazionale che vede protagonista, ovviamente, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Minniti prende spunto da un articolo di stampa in cui si è “affermato che il presidente Mattarella intende esercitare il proprio ruolo nella nomina del presidente del Consiglio e dei ministri e questo ruolo lo farà pesare anche per chiarire la natura programmatica che avrà un esecutivo a guida populista”.
“In altri termini – afferma il capogruppo della Lega Giovanni Minniti -, con il richiamo agli articoli 11 e 117 della Costituzione il Presidente della Repubblica intende contenere alcune posizioni politiche critiche nei confronti di moneta unica, unione europea, atlantismo, immigrazione sostenute dalla Lega di Matteo Salvini. Non sarà sfuggito ad attenti osservatori che, se fossero vere le notizie di stampa, il Capo dello Stato andrebbe ben al di là delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce nel complesso procedimento di formazione del governo. Il ruolo più delicato e le maggiori responsabilità costituzionali nella fase della formazione del Governo spettano certamente al Presidente della Repubblica e non soltanto perché sono a tale organo rimesse le nomine tanto del Presidente del Consiglio quanto dei ministri, ma anche perché il Capo dello Stato è chiamato ad accertare, prima di formalizzare tali nomine, la sussistenza di una maggioranza che possa sostenere nelle Camere il Governo ed i suoi indirizzi programmatici. Il Governo, infatti, se non ottiene la fiducia è obbligato a dimettersi nelle mani dello stesso Capo dello Stato, il quale sarà chiamato nuovamente ad assumersi le responsabilità connesse al suo ruolo di arbitro super partes delle forze politiche rappresentate in Parlamento, non esclusa quella di sciogliere anticipatamente le Camere, qualora non si riuscisse a dar vita ad una maggioranza di governo”.
“La nomina del Governo – aggiunge Minniti – è finalizzata ad ottenere un voto parlamentare di fiducia che dovrà essere accordato all’intero esecutivo e, pertanto, l’attività del Capo dello Stato, dovrà essere esclusivamente indirizzata a rendere possibile questa condizione richiesta dalla Costituzione. Ecco, spiegato perché mentre è in astratto perfettamente legittima da parte del Presidente della Repubblica la rivendicazione del potere di nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri che è atto complesso nel quale si fondono le volontà convergenti del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio ma appare contraria ai principi costituzionali la pretesa di condizionare ai propri voleri le scelte programmatiche del Governo che sono di stretta competenza del Presidente del Consiglio che dirige la politica complessiva dell’esecutivo, dei ministri e delle forze politiche di maggioranza. Su di un piano meno astratto, è evidente che così come la nomina del Presidente del Consiglio è decisamente condizionata dalle scelte rimesse alle forze politiche che ottengono la maggioranza parlamentare, anche l’individuazione dei ministri può risultare fortemente condizionata dalle richieste fatte pervenire allo stesso Presidente del Consiglio proponente dalle forze politiche, tanto più se esse ritengono di dover essere garantite, attraverso i loro esponenti, nell’elaborazione dell’indirizzo governativo. Il presidente Mattarella, conclude Minniti, è uomo saggio dotato di grande cultura giuridica essendo stato professore di diritto costituzionale e giudice della Consulta e sono convinto che rispetterà le norme della Costituzione”.