Vignolo Gargini all’incontro con Cirinnà: “Senza Tambellini città in mano agli omofobi”

22 maggio 2018 | 14:01
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Vignolo Gargini all’incontro con Cirinnà: “Senza Tambellini città in mano agli omofobi”

“Se il 25 giugno 2017 a Lucca le elezioni amministrative fossero state vinte dalla destra l’incontro di oggi non ci sarebbe stato. È bene non dimenticare come sarebbe stata la nostra città in mano a xenofobi e omofobi”. Lo ha detto ieri (21 maggio) Marco Vignolo Gargini, ex candidato consigliere con Sinistra con Tambellini all’incontro con Monica Cirinnà, senza usare mezzi termini. “Porterò dentro di me questo pomeriggio del 21 maggio 2018, l’incontro con la senatrice Monica Cirinnà, promotrice e prima firmataria della legge che consente alle italiane e agli italiani di unirsi civilmente con la propria compagna o il proprio compagno, sia etero che gay – commenta Vignolo Gargini -. Conserverò l’abbraccio, vero, che Monica Cirinnà mi ha dato. Quell’abbraccio nasce dal ricordo di quel giorno di due anni fa, 21 maggio 2016, quando stavo seguendo mia madre nella parte finale della sua vita, un giorno in cui mi sono sentito fiero di essere italiano dopo tanto tempo. C’è ancora molto da lavorare, l’ostilità neofascista è tosta e la sinistra si sgretola, ma il mondo civile deve essere più forte di tutto questo, non può nascondersi”.

“Come si diceva nella vecchia New York ai gay ancora riluttanti a mostrarsi: Out of the closet!. Usciamo fuori, tutte e tutti, non dobbiamo avere paura. Si aspettano il nostro silenzio e la nostra rassegnazione, ma no pasaran – prosegue -: la storia li ha sconfitti e li sconfiggerà ancora. Sono patetici quando s’appellano a una teoria gender inesistente e inconsistente sul piano scientifico, quando si preoccupano della famiglia, quella famiglia che hanno vilipeso e distrutto a casa loro e per poi difenderla da bravi farisei”.
Poi la notazione: “Per la cronaca – racconta Vignolo Gargini -, un signore si è appostato fuori della chiesa sconsacrata di Santa Caterina, se ne stava in ginocchio a recitare il rosario… Forse il suo gesto era un richiamo al peccato di Sodoma e una sorta di riparazione per l’incontro di oggi, chissà? Comunque, io non mi sono turbato affatto. Rispetto chi manifesta pacificamente il proprio eventuale dissenso”.