Tambellini a Grassini: “Alla Lucchese vogliamo gente seria”

di Roberto Salotti
“Io, per parte mia, non ho mai creduto all’uomo della provvidenza: i risultati si ottengono con il sudore, l’impegno e la responsabilità”. E’ una stilettata che il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, indirizza, senza nominarlo, a Lorenzo Grassini, il patron della Lucchese ormai uccel di bosco da giorni. Giorni che sono decisivi non tanto per la conferma dell’iscrizione della Lucchese al campionato (ormai improbabile) ma per il futuro stesso della società che ora rischia il terzo fallimento in dieci anni. Eppure, nemmeno un mese fa Grassini saliva le scale di Palazzo Orsetti, tronfio di promesse e ostentando sicurezza. Mostrandosi volentieri all’obiettivo dei fotografi: quelle immagini sembrano storia, un ritratto di famiglia oggi diventato all’improvviso improbabile, nelle ore più drammatiche per la Pantera.
Il primo cittadino non ci sta e lo fa capire apertamente parlando davanti al consiglio comunale riunito stasera (10 luglio) a Palazzo Santini, sollecitato, è vero, a esprimersi da una richiesta di ordine del giorno urgente presentata dal consigliere comunale di Casapound Fabio Barsanti e dalla convocazione della commissione garanzia guidata da Remo Santini (Siamo Lucca): “Due atti anomali” ha detto il sindaco, che però fanno da sprone ad affrontare l’argomento nell’aula di Palazzo Santini. Tuttavia, nemmeno Tambellini ha dato speranze, spiegando sì che il Comune era riuscito a mettere insieme una cordata ma nessuno era interessato a subentrare nella proprietà della società, ma a parteciparvi con delle quote.
“La Lucchese – ha esordito Barsanti – rischia il terzo fallimento in dieci anni ed è per questo che abbiamo protocollato la richiesta urgente di ordine del giorno”, poi apprezzando l’intervento chiarificatore del sindaco, ma insistendo sulla discussione dell’ordine del giorno, valutata dalla conferenza dei capigruppo che ha deciso di costituire una commissione consiliare ad hoc per seguire le prossime fasi della società.
Ma ancora prima, il sindaco, in una sua comunicazione, ad apertura del dibattito, si è detto “sorpreso” per l’atteggiamento di Grassini, che pure si era presentato in pompa magna in Comune con il ds e il suo uomo di fiducia, offrendo ottime credenziali. Sorpreso, ma anche scocciato, verrebbe da dire, sicuramente “preoccupato della situazione”. “Ora si è reso irreperibile e io stesso ho provato a contattarlo senza successo”, ha spiegato il sindaco ai consiglieri comunali riuniti in assise. Il tutto a fronte, ha detto Tambellini, ad una “piena disponibilità” su i contenziosi aperti con la società: i rossoneri infatti devono ancora al Comune 61mila euro per il canone di utilizzo dello stadio. Una cosa, comunque, è certa secondo Tambellini: “Non accetteremo soluzioni non trasparenti per il futuro della Lucchese alla quale servono guide credibili”.
Il primo cittadino ha illustrato, dal suo punto di vista, quanto compiuto dall’amministrazione nella fase precedente alla cessione a Lorenzo Grassini. “Abbiamo messo insieme più di venti incontri nel corso dell’inverno scorso con tutti gli imprenditori locali per cercare la possibilità di sostenere al meglio la Lucchese. Abbiamo anche proposto – ha ricordato il sindaco – di creare una sorta di società per approfittare del bonus sul risparmio fiscale, una sorta di finanziaria per sostenere sforzi a vari livelli e quindi anche alla Lucchese. Ritenevamo e riteniamo ancora oggi importante investire sul vivaio per alimentare il volume di gioco e portare la squadra a livelli maggiori. Quella strada si è interrotta al momento in cui la quota di maggioranza della società è stata ceduta. Ma dalla parte della cordata che avevamo concordato abbiamo constatato che nessuno era disposto ad acquisire quote che fossero complessive rispetto alla interezza della società. Nessuno di loro, cioé, aveva intenzione di rilevare la società, ma c’era l’intento di intervenire con delle quote per far sì che la società potesse mantenersi. I nomi degli imprenditori contattati non sono svelabili per ragioni di riservatezza”.
Purtroppo poi la Lucchese ha preso una strada diversa, condotta da Arnaldo Moriconi di Città Digitali a cui però ora tutto rischia di tornare indietro come un boomerang, a lui che ha ceduto la Lucchese a Grassini senza avere in cambio (con la promessa non mantenuta di coprire i debiti) nemmeno un centesimo. Ora è rimasto, pare a tutti, con il cerino in mano. Che ora rischia di prendere fuoco. “Dopo la cessione delle quote – ha proseguito il primo cittadino – ho incontrato l’attuale proprietario della Lucchese, con il ds e l’accompagnatore che si è presentato con credenziali. Non so spiegarmi come mai questo imprenditore molto gradito ai tifosi si è reso introvabile. Io stesso ho provato a contattarlo senza riuscirvi”.
Tambellini poi ha difeso il suo operato: “Per quello che riguarda il nostro impegno per lo stadio, dico che anche mediante manutenzione straordinaria ha avuto l’agibilità per la stagione 2018/2019. C’era solo un problema per le torri faro che abbiamo risolto con la variazione di bilancio”.
Ma c’è anche un credito che il Comune vanta nei confronti della Lucchese: “La convenzione? Impegna la Lucchese – ha osservato Tambellini – ad un canone annuo di 20mila euro. Al 31 dicembre 2017 la situazione creditoria è di 71mila euro circa. Alla Lucchese sono stati riconosciuti 9.100 euro di lavori. Il credito del Comune quindi ammonta a circa 61mila euro. Alla squadra sono stati inviati vari solleciti: ci siamo dimostrati disponibili a rateizzare il debito. E’ naturale che anche noi siamo preoccupati della situazione che si è venuta a creare, anche per via dei tempi necessari per l’iscrizioni. Ma bisogna tenere presente che la Lucchese è una società privata sebbene di rilevanza pubblica e il pubblico in questa trattativa tra privati non ha alcuna possibilità di mettere parola. Su una cosa però sono fermi: non siamo disposti ad accettare soluzioni che non siano nella piena chiarezza. Ci sono due assessori, Celestino Marchini e Stefano Ragghianti, che hanno pieno potere a seguire la questione ma lo ribadisco non accetteremo soluzioni non trasparenti. Siamo preoccupati per il futuro della società, che come ho detto rappresenta Lucca. Ci preoccupa in particolare il settore giovanile perché sappiamo quanto sia importante soprattutto nel calcio. E’ solo coltivando il vivaio che poi si possono raccogliere frutti. Io non ho mai creduto all’uomo della provvidenza: ogni risultato si ottiene con la pazienza e il lavoro duro.
Poi l’ultimo accenno al ruolo di Matteo Romani, revisore dei conti della Lucchese e presidente di Sistema Ambiente, citato da Barsanti nel suo ordine del giorno: “Un professionista eccezionale – ha detto il sindaco -. E il riferimento a lui mi pare fuori luogo”.
“Dissento sul fatto che ci sia stato impegno da parte dell’amministrazione anzi credo piuttosto che ci sia stato un certo disimpegno”, ha ribattuto Remo Santini di Siamo Lucca, spiegando la sua convocazione della commissione controllo e garanzia sul caso Lucchese.
“Il Comune non può farsi da tramite tra i privati – ha detto il capogruppo del Pd, Renato Bonturi – ma chiediamo all’amministrazione di continuare a farsi parte attiva per garantire il futuro della società”. “La sua risposta è deludente – ha detto Massimiliano Bindocci, consigliere comunale M5S -: questa storia del privato su cui non si interviene, altre volte fate accordi con i privati. Vi siete svegliati tardi ed avete sottovalutato la situazione. Lei Tambellini ha fallito”. “Lei si sbaglia – ha ribattuto il sindaco -, perché ero riuscito a convincere anche un imprenditore estero che era pronto a investire e abbiamo avuto anche contatti con chi si doveva occupare della parte tecnica dell’entrata nella società. Siamo arrivati fino a visionare un sabato tutti gli impianti disponibili. Il tutto si è interrotto non a causa nostra”.
Dopo la conferenza dei capigruppo, il consigliere Barsanti ha ritirato l’ordine del giorno, con la promessa di rifare il punto con richieste più precise quando la situazione societaria, nelle prossime ore, sarà chiarito. La capigruppo ha infatti deciso di costituire una commissione ad hoc per valutare la situazione della Lucchese: “Definiremo – ha spiegato il presidente del consiglio comunale, Francesco Battistini – una fase di discussione e condivisione di un percorso sia nel caso di un fallimento che di nuovo passaggio di mano della società”.