
Un tema delicato, già affrontato in passato fra le polemiche e che anche stavolta non ha mancato di scaldare gli animi. È quello, portato di fronte all’assise di Palazzo Santini, dal consigliere del Pd, Gianni Giannini sulla possibilità di realizzazione anche a Lucca di un impianto di cremazione per i defunti. Un ordine del giorno, poi approvato con 19 voti favorevoli (la maggioranza più la consigliera di Lei Lucca, Donatella Buonriposi), un voto contrario e cinque astensioni, che invita l’amministrazione e il consiglio comunale “a dare corso a procedure esplorative, consultive e partecipative, per la costruzione di un forno crematorio nel territorio comunale con annessa sala del commiato”.
“La procedura di cremazione – dice Giannini – è un tema che da tempo è caro alla mia sensibilità personale. Chiarisco subito che con questa mozione quello che chiediamo è di avviare un percorso e non si parla invece di collocazione o di tutte le autorizzazioni che sono necessarie per vedere la nascita di un impianto di questo genere. Partiamo dalla considerazione che al momento ci si rivolge a Pisa o a Livorno per una pratica che, a Lucca, viene richiesta dal 17 per cento della popolazione e che vede dati in crescita in Italia e in tutta Europa, fino ad arrivare a percentuali dell’80 per cento in Svezia”. “È il Comune – spiega Giannini – l’ente che deve garantire i servizi cimiteriali e che delibera l’inserimento di una struttura del genere nel piano triennale delle opere pubbliche. A fronte di una crescente richiesta dei cittadini e anche della consapevolezza della difficoltà di reperire arre ad uno cimiteriale che rispondano agli adeguati requisiti igienico sanitari, chiediamo di iniziare a discutere della realizzazione di un servizio di cremazione consono e in linea con la sensibilità di alcuni concittadini”.
Cristina Consani, di SiAmo Lucca, non manca di sollevare dubbi e perplessità sulla realizzazione dell’opera: “La nostra – spiega – non è però una posizione ideologica contro la cremazione, che è una scelta personale e come tale su cui non sindachiamo. Ma questa pratica dal consigliere Giannini ha volutamente bypassato la commissione lavori pubblici che attendeva l’esito di una convenzione, non mi ricordo se con Pisa o con Livorno, che ci era stata riferita dall’assessore Marchini”. “In passato – spiega ancora Consani – per non aver avuto il vaglio della commissione non è stato possibile al consigliere Barsanti di discutere la sua proposta di istituzione di palestre a cielo aperto sulle mura, ad esempio. Ma la nostra non è solo un’analisi di questioni formali. È importante anche il contenuto della mozione. Si parla di una pratica che sottrae spazio e risorse ai vivi e si usa un linguaggio che riteniamo poco consono a chi ha scelto la tumulazione. Non si capisce poi perché, nella mozione, si faccia riferimento alle spese per l’ampliamento dei cimiteri”. Dubbi anche sul percorso scelto per la discussione: “La richiesta – dice – è stata presentata come consultiva ma sarebbe già stata individuata, leggiamo sulla stampa, un’area per ubicare l’impianto. Il che ci fa pensare che si sia in una fase bel più avanzata rispetto a quella che ci vogliono far credere. Eppure la realizzazione di un impianto del genere comporta dei problemi anche dal punto di vista ambientale visto che durante la cremazione vengono prodotti notevoli inquinanti atmosferici ed è quindi necessario un sistema importante di abbattimento dei fumi”. “Se si vorrà andare avanti dunque – conclude – bisognerà informare la popolazione, prevedendo anche l’ipotesi di un referendum consultivo, un’analisi approfondita del progetto, la previsione che non si faccia un uso estensivo dell’impianto per persone fuori dal territorio del Comune di Lucca e ci sia una costante e periodica diffusione dei dati raccolti. La domanda finale: è davvero necessario prevedere un impianto del genere o ci sono sistemi alternativi visto che nel Nord Europa si utilizzano già tecnologie più moderne come la cremazione a freddo?”.
Nella replica Giannini cerca di smorzare i toni, ricorda i dati e sottolinea come si tratti di un problema sentito dalla cittadinanza e che è necessario affrontare. Il portavoce del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci, estende la questione alle politiche regionali: “Questa – spiega – non è una discussione che si può fare senza considerare la Regione. Con nove impianti già attivi e due da riattivare siamo già a posto secono il piano regionale attualmente in vigore. C’è, insomma, una discussione in atto che non possiamo esaurire nel Comune di Lucca e che deve essere necessariamente comprensoriale”.
Nel dibattito, sollecitato dalla consigliera Donatella Buonriposi, interviene anche il sindaco, Alessandro Tambellini: “Dalla Regione – spiega – non abbiamo avuto alcuna indicazione ma solo un rilievo su chi vuole utilizzare la cremazione e chi è costretto ad andare fuori dalla provincia. In questo senso, comunque, l’ordine del giorno non mi sembra per nulla impegnativo, visto che poi bisognerà capire quali autorizzazioni saranno necessarie all’interno del contesto scelto con un lavoro di approfondimento significativo e importante”. Tema parallelo anche quello della realizzazione di una sala del commiato “che – dice il sindaco – sarebbe importante realizzare nel rispetto di tutti. Va capito, insomma, se Lucca ha necessità e vuole approfondire la necessità di realizzare strutture di questo tipo all’interno delle regole e delle norme previste”.
I consiglieri Barsanti (Casapound) prima e Santini (SiAmo Lucca) poi chiedono conto sul project financing per la realizzazione di un impianto crematorio presentato al Comune dalla ditta Guidi di Castelnuovo. “L’impressione – dice Santini – è che la mozione, che arriva con ritardo in consiglio comunale, non è scollegata da un progetto già esistente”.
“Una struttura di quel genere – spiega ancora il sindaco – con un alto grado di sicurezza, ha ovviamente costi molto elevati e ovviamente, in caso di project financing necessita di un adeguato tempo di ammortamento per il gestore. La struttura, ovviamente, non si manterrebbe da sola e sarebbe da finanziare in qualche modo. Il tutto si inserisce in un tema più complesso che riguarda i cimiteri. A Lucca sono 74, possiamo prevedere che in futuro ci possano essere nuovi e ulteriori allargamenti? Non sempre sarà possibile, anzi sarebbero semmai da individuare nuove aree”.
Bindocci ribadisce il concetto già espresso: “Si tratta – spiega – di un onere che non è solo del Comune di Lucca e parte da un ragionamento più vasto. In Piemonte c’è la regola della distanza di 50 chilometri, in Veneto ci sono due impianti in meno rispetto alla Toscana. Vorrei che il ragionamento fosse fatto sul merito tecnico e sulla necessità di farlo. Poi si deciderà, nel caso, su come farlo e se farlo in appalto o in project financing”.
Bindocci: un onere che non è solo del Comune di Lucca, che parte da un ragionamento più vasto, in Piemonte c’è regola 50 chilometri, in Veneto due meno rispetto alla Toscana. Vorrei che ragionamento fosse fatto su merito tecnico e necessità di farlo. Poi si deciderò come farlo se in appalto o in project financing”.
Alla fine la pratica raccoglie 19 voti favorevoli, un voto contrario e cinque astensioni.