Variante di Antraccoli, ok a modifiche ma è scontro

31 luglio 2018 | 21:02
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Variante di Antraccoli, ok a modifiche ma è scontro

Centro civico ad Antraccoli, cambia il progetto per accogliere (almeno in parte) le richieste pervenute dai cittadini ma non si spostano di un millimetro le polemiche. E le accuse. Quanto all’iter urbanistico, il percorso è chiarito e definito: non saranno realizzati, come inizialmente previsto, gli impianti sportivi ma uno spazio per un semplice parco giochi.  Il resto resterà a verde pubblico. La struttura del centro civico sarà invece affidata attraverso un bando, ancora da definire. Sono queste le novità introdotte nella variante urbanistica per realizzare il nuovo progetto nella frazione di Lucca. Sul fronte delle polemiche poco di nuovo. Si tratta di un’idea progettuale che, già quando venne proposta, produsse una vera e propria spaccatura all’interno del paese e una battaglia all’interno del consiglio comunale, per i legami di parentela fra membri dell’associazione La Biribaola e il capogruppo di Lucca Civica, Claudio Cantini, esponente della maggioranza e stasera “assente giustificato” in consiglio comunale. Sera in cui la variante, è per l’appunto approdata nuovamente a Palazzo Santini per approvare le controdeduzioni alle due osservazioni proposte dai cittadini. All’appello però non sono mancati gli scontri di sempre, rilanciati durante l’animata (e lunga) discussione in aula. Il via libera tra le polemiche è arrivato con i soli voti della maggioranza (19).

“Questa variante – ha attaccato il consigliere Casapound, Fabio Barsanti – è un esempio di parentopoli della peggior specie, un vero troiaio”. Ma critiche, almeno all’iter, sono arrivate anche da un esponente della maggioranza, ovvero dal consigliere comunale di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci, secondo cui “il percorso della variante non è riuscito ad armonizzare le esigenze di tutti i cittadini”. A difendere l’iniziativa l’assessore all’urbanistica Serena Mammini, supportata anche dal consigliere di Lucca Civica Gabriele Olivati che ha parlato di “strumentalizzazioni delle minoranze”, difendendo un intervento “proposto da un privato e accolto nell’interesse della collettività”. Tra l’altro ha ricordato l’assessore, l’intervento previsto porterà quelle strutture, già previste dagli strumenti urbanistici, per il quartiere, ma rimasti finora soltanto sulla carta. “Con questo progetto non sono state fatte marchette, non c’è assolutamente un caso di parentopoli – ha detto Francesca Pierotti, presidente della commissione urbanistica -: e lo dico con cognizione di causa, per aver seguito l’iter in tutte le sue fasi. Dopo tutto il percorso di ascolto e partecipazione, non sempre così facile da gestire, spiace sentir parlare ancora in questi termini dell’intervento di Antraccoli”. Il clima, almeno in consiglio comunale, è ancora teso. Ed è toccato all’assessore Serena Mammini cercare di fare chiarezza, gettando acqua sul fuoco.
L’INTERVENTO AD ANTRACCOLI. “L’amministrazione – ha detto l’assessore all’urbanistica Serena Mammini – accolse con favore all’epoca la proposta arrivata dall’associazione La Biribaola, perché l’intervento proposto era previsto ma rimasto inattuato. L’area, negli anni ’80, è stata oggetto di un piano di edilizia economica popolare (Peep): tra le previsioni originarie a servizio della residenza e delle funzioni commerciali c’erano proprio quelle attrezzature collettive di interesse locale che di fatto non sono mai state realizzate e che, senza la variante, oggi sarebbero edificabili nello spazio vicino alla chiesa di San Michele. Un’area – ricorda l’assessore – sottoposta a vincolo cimiteriale e quindi non idonea per nuove costruzioni. Non ci sarà aumento del consumo di suolo, ma saranno spostati standard e funzioni esistenti e previste da un’area all’altra. La realizzazione del centro civico sarà messa a bando: tutte le associazioni potranno partecipare ma questo aspetto non è il focus della questione urbanistica. Anche la zona est della città potrà beneficiare di uno spazio pubblico per la socialità, così come già avviene nell’Oltreserchio con il Bucaneve, a San Concordio con la biblioteca popolare o a San Vito con il Tondo. La differenza è che in queste zone esistevano manufatti da recuperare per questa funzione, mentre ad Antraccoli no”.
LA VARIANTE E LE CONTRODEDUZIONI. Entrambe espressione del Comitato per la salvaguardia del territorio di Antraccoli, le due osservazioni portano la firma di Eugenio Santelli (la cui controdeduzione è stata approvata con 19 voti favorevoli) e di Lido Moschini (la cui controdeduzione è stata approvata con 19 voti favorevoli) – rappresentanti legali. In sostanza si richiedeva di mantenere totalmente a verde l’area ‘al Carratore’, individuata invece come utile per l’edificazione di un piccolo centro civico a servizio del paese e per la realizzazione di servizi per lo sport e per il gioco. Una richiesta di cui si era fatta portavoce l’associazione paesana La Biribaola fin dal gennaio del 2013 e che era emersa con forza, come necessità, anche durante il percorso di partecipazione del piano strutturale. Osservazioni parzialmente accolte: rispetto alla variante adottata è stata stralciata la destinazione per eventuali impianti sportivi nell’area ed è stata mantenuta soltanto la destinazione di parco per il gioco. In questo modo, solo un terzo del terreno individuato diverrà utile per l’edificazione ex novo del centro civico mentre due terzi verranno lasciati a verde. Nessun campo da tennis, insomma, come in un primo momento era stato ipotizzato, adiacente al nuovo manufatto.
IL DIBATTITO. “Su questa variante c’è stata una accesa discussione – ha ricordato la consigliera comunale Pd e presidente della commissione urbanistica, Francesca Pierotti -, ma questo ha impedito forse di capirsi. La richiesta di intervento è vero è giunta da una associazione ma la richiesta è stata confermata e avvalorata dalle richieste dei cittadini nei percorsi partecipativi”.
“Siamo a decidere su due osservazioni soltanto parzialmente accolte – ha attaccato la consigliera comunale di Forza Italia, Simona Taestaferrata -. Ma va fatto ordine: questo intervento lo si sarebbe dovuto fare nei pressi della chiesa ma gli strumenti urbanistici lo impedivano. L’amministrazione ha fatto un’operazione matematica spostando un intervento da una zona all’altra. Ma qui si parla di cittadini ai quali si è imposto un intervento. Ma di quale partecipazione si parla? Nelle relazioni alla variante si parla di non consumo di suolo e infatti qui si costruirà. Area verde attrezzata? Qui si parla solo di tagliare l’erba. La sensazione è che solo alcune persone possono fare richieste e vederle accettate. Ma ormai la variante è fatta, e le domande dei cittadini restano senza risposte. Ah, ma in commissione urbanistica si sogna. Si può sapere cosa si realizzerà davvero in questo centro? Sarà gestito da un soggetto e quindi le altre associazioni dovranno andare con il cappello in mano a chiedere una stanza. Quella sarebbe un’area perfetta per un parco”.
Critico sul metodo e sull’iter della variante il consigliere comunale di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci: “Si è creato un conflitto. Da un lato c’è stata una associazione che ha proposto un progetto di centro di aggregazione, dall’altra c’è stato un gruppo nutrito di persone che ha richiesto di mantenere uno spazio verde che fa parte ormai della loro vita. A fronte di queste due posizioni legittime, credo che il percorso della variante non sia riuscita a creare un coordinamento e un armonia tra queste due posizioni. Si è creata dunque una situazione che non fa bene a nessuno. Le due osservazioni stasera sono in parte accolte – ha aggiunto -, e il mio è un voto favorevole, grazie alle quali si acquisisce anche maggiore consapevolezza di quello che verrà realizzato con la variante che a questo punto dovrà essere assolutamente condiviso da tutti i cittadini. Credo che comunque nel bando per l’affidamento andrà indicato che saranno destinati spazi alle associazioni del territorio che lo richiederanno. E credo che su questo debba esserci l’impegno dell’amministrazione comunale”.
“Quella di Antraccoli è stata una delle pagine più brutte della precedente amministrazione – ha attaccato invece Fabio Barsanti consigliere di Casapound -: un progetto che fu una sorta di marchetta elettorale: proposto da una specifica associazione e portato in approvazione alla fine della legislatura. All’epoca andammo a confrontarci con i cittadini ma per molti tutta questa vicenda era calata dall’alto. Questo progetto, così come la pista ciclabile della Francigena. Il progetto di Antraccoli? Il vecchio presidente era parente di un consiglio comunale, mentre la attuale vicepresidente è la moglie del consigliere di Lucca Civica, Claudio Cantini. Una vicenda che continua ad avere le caratteristiche di una parentopoli. Ci si chiede chi gestirà quest’area? Una domanda retorica per quello che mi riguarda – ha attaccato Barsanti -. Questa fu una parentopoli nella peggiore delle salse italiane. Ovviamente, oggi la cosa viene infiocchettata perché, è ovvio, nessuno è contrario alla costruzione di un centro polivalente però tutto è avvenuto nella maniera più sporca possibile. Non prenderò parte al voto perché questa variante è un troiaio”.
Gabriele Olivati, consigliere di Lucca Civica, riprende subito Barsanti: “Ho ascoltato il suo intervento con dispiacere – ha detto -. Non ha affrontato la questione con onestà intellettuale. Questo progetto è stato in balìa delle strumentalizzazioni. Questa iniziativa è nata con obiettivi e propositi buonissimi, ancora oggi viene descritta con termini ingiuriosi. L’urbanistica è una materia che parte da leggi e cartografie e stabilisce i contorni entro cui possono essere eseguiti interventi dal privati. Qui si tratta della proposta fatta da un privato e che l’amministrazione l’ha accolta. E questo anche l’urbanistica. In questo caso mi sembra che la retorica nata in campagna elettorale abbia sviato l’attenzione sulle motivazioni della proposta fatta dall’associazione La Biribaola che è l’erede del comitato paesano. E’ una associazione storica e radicata nel quartiere. Mesi dopo l’approvazione della variante arrivò una petizione con centinaia di firme a sostegno di questa proposta avanzata. L’altra associazione, la Fanucci, che si è opposta all’intervento è stata all’epoca strumentalizzata”. “Rimangono dei fatti – ribatte Barsanti -: resta il fatto che questa pratica è stata portata in consiglio comunale su proposta di una associazione con relazioni di parentela con un consigliere comunale. Se si autorizzano questi fatti, si autorizza chiunque a pensar male. Strumentalizzazioni? Quando parlai con i cittadini di Antraccoli, fui io il primo a dire di non esagerare: nessuno mette in dubbio della volontà di realizzare una struttura sociale e ricreativa. Se non c’è sotto una questione di clientelismo, lo vedremo, sarete voi – ha detto rivolgendosi alla maggioranza – a doverlo dimostrare. In campagna elettorale comunque di marchette se ne sono viste diverse”.
Alessandro Di Vito, consigliere di Siamo Lucca, condivide con il resto dell’opposizione lo scetticismo sull’intervento: “Al voto sulla variante sarebbe stato meglio che non partecipasse il consigliere che aveva una relazione di stretta parentela con membri dell’associazione – ha detto -: il progetto oggi rimane lo stesso, se non per lo stralcio delle strutture sportive. Tuttavia, si mantiene la possibilità di realizzare al fianco del parco attrezzature di interesse pubblico su cui però andrebbe fatta chiarezza”. Poi sulla tensione fra le associazioni: “Le posizioni tra comitati sono rimaste distanti. Tuttavia il paese è composto da tutte queste anime, quindi credo che sia necessario spiegare bene cosa sarà realizzato. Bisogna poi chiarire – ha aggiunto Di Vito – quanto sarà ampia la struttura che verrà realizzata, se aumenterà il rumore, che impatto essa avrà. Si parla di edificio per la collettività, quindi atta ad ospitare iniziative culturali e sociali. Nella controdeduzione alla prima osservazione del comitato per la salvaguardia dell’ambiente di Antraccoli il Comune spiega che l’intervento ha come obiettivo la tutela del verde e la sua manutenzione ma questa è una risposta pretenziosa, perché potevano essere coinvolti gli stessi residenti che avrebbero dato disponibilità”.
Ha ripreso poi la parola la consigliera Testaferrata: “Mi piace sentir dire che i cittadini vengano strumentalizzati – ha detto replicando ad Olivati -: semmai i cittadini vanno ascoltati. Fossi stata nel pubblico mi sarei sentita punta. Sono stata a visitare il parco: un edificio nuovo secondo me ci sta proprio male – ha aggiunto -: qua ci sono persone che vivono quell’ambiente e che mantengono il parco così come è”.
Riprende il consigliere di Lucca Civica Olivati: “A Di Vito dico che molte delle questioni sollevate saranno esaminate e discusse in fase di bando – ha detto -. Alla consigliera Testaferrata che mi accusa di aver offeso qualcuno del pubblico, dico che i residenti che si sono manifestati interessati sono stati sempre ascoltati”.
Alle polemiche replica fermamente la presidente della commissione urbanistica Francesca Pierotti: “In questo caso, un territorio che chiedeva fortemente attraverso una associazione, un intervento di questo tipo ha visto l’attenzione dell’amministrazione. Questo nulla ha a che fare con il modo in cui la struttura sarà realizzata. Ora nasce la possibilità di confrontarsi in un nuovo percorso con i cittadini per decidere insieme come realizzare la nuova struttura. I patti di collaborazione con i cittadini sono stati creati per questo. Ben vengano accordo per le manutenzioni con i cittadini. I tempi sembrano sospetti? Il percorso era nato da lontano e che abbiamo portato a termine come impegno che ci eravamo presi. L’iter è stato lungo, il percorso urbanistico richiede i tempi. Non ci sto a sentir dire che questa amministrazione ha lavorato per marchette e parentopoli”.
Massimiliano Bindocci, consigliere comunale M5S, è caustico ed esordisce riferendola sul personale: “Abbiamo sdoganato stasera le parole volgari, visto che marchetta è il compenso per le mignotte – ha esordito -: io vengo ripreso molto meno, ma allora queste parole siano bandite. A me avete fatto la ralla”, ha aggiunto riferendosi ad una raccomandazione del consigliere Pilade Ciardetti, di Sinistra con, che aveva stigmatizzato “il linguaggio e le offese” circolate durante il precedente consiglio comunale. Poi Bindocci è sceso nello specifico. “Questo progetto – ha detto – è nato male. Qui si è andati avanti su una idea che ha diviso la comunità, quella collettività per cui si vorrebbe invece compiere questo intervento. Intervento che non mi convince del tutto. Sarebbe opportuno ripensare l’intero percorso perché il progetto non è condiviso ed è oltremodo chiacchierata. La vogliamo davvero portare in fondo in tutti i modi? Questa idea nasce sicuramente sotto una brutta immagine”.
Remo Santini, capogruppo di Siamo Lucca, chiarisce: “Non parteciperemo al voto perché questo progetto non è stato ben chiarito. Noi non vogliamo parlare di parentopoli – ha aggiunto -, ma ricordo all’ex assessore Pierotti che nei gruppi per i lavori pubblici partecipati c’erano le mogli dei consiglieri comunali. Noi non votiamo il progetto per le divisioni e le spaccature che sta continuando a provocare ad Antraccoli”.