
“Il fatto non sussiste”. È questa la posizione espressa dal dirigente del Cuc (centro unico di committenza) del Comune di Lucca, Graziano Angeli, rispetto alle affermazioni del segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Marco Chiari, circa presunte irregolarità negli affidamenti sotto soglia. Un’affermazione condivisa dalla dirigente al settore lavori pubblici, Antonella Giannini. E vediamo perché.
“La nota del segretario generale cui fa riferimento Chiari – spiegano – non è niente di più, né niente di meno, di un passaggio di confronto interno per la redazione di un nuovo strumento. C’è stato un grosso fraintendimento. Il Comune di Lucca sta infatti studiando e approfondendo la possibilità di dotarsi di un regolamento o di una direttiva per dare univoca interpretazione a un passaggio del codice degli appalti per gli affidamenti sotto la soglia dei 40mila euro”.
Nessuna illegittimità degli atti fin qui approvati: “Lo dimostra – continuano Angeli e Giannini – che non c’è stato fin qui alcun ricorso da parte dei soggetti economici che hanno partecipato alle varie gare di appalto, né abbiamo dovuto annullare atti o affrontare contenziosi”.
La necessità di dare una lettura chiara al codice degli appalti e di dotarsi di uno strumento snello è una scelta che il Comune di Lucca ha compiuto lo scorso anno: “Stiamo valutando quale sia la forma migliore per raggiungere quattro obiettivi: trasparenza nelle procedure, omogeneità di contenuti, rispetto degli equilibri del tessuto imprenditoriale e una rotazione che tenga conto, per quanto possibile, della territorialità. Se – spiegano ancora i due dirigenti – non dovessimo soddisfarli, non avremmo uno strumento efficace e quindi potremmo anche decidere di non procedere in questa direzione. Ma al momento è presto per dirlo”. Per portare a termine il compito, gli uffici hanno cercato il confronto delle categorie economiche attivando un tavolo tecnico in materia.
La questione starebbe tutta nell’interpretazione di un passaggio dell’articolo 36, comma 2 del codice degli appalti, che dice: “Le stazioni appaltanti procedono all’affidamento di lavori, servizi e forniture per affidamenti di importo inferiore a 40mila euro, mediante affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici o per i lavori in amministrazione diretta”. La congiunzione ‘anche’ apre il dibattito. E così, uffici diversi dello stesso Comune potrebbero comportarsi diversamente negli affidamenti muovendosi, comunque, in un ambito di legalità. “Lucca vuole invece provare a semplificare, a dotarsi di uno strumento più veloce, uguale per tutti gli uffici e coerente con la normativa – continuano Giannini e Angeli – per migliorare l’efficienza dell’ente”.
“Mettere in dubbio la correttezza delle procedure fin qui adottate – chiariscono ancora i dirigenti – è, in realtà, un mettere in dubbio il nostro operato e non quello del sindaco. Se noi andassimo in una direzione o in un’altra per compiacere il colore politico dell’amministrazione comunale, commetteremmo un atto gravissimo di cui dovremmo rispondere di fronte alla Procura della Repubblica”.
“La macchina comunale invece – sottolinea Graziano Angeli – è fatta dalle stesse persone, con la stessa integrità e lo stesso rigore, di quando era Marco Chiari a ricoprire il ruolo di assessore”. “Come dipendenti pubblici – concludono Giannini e Angeli – gestiamo soldi che appartengono ai cittadini e abbiamo la responsabilità totale per ogni atto che firmiamo”. Come a dire, insomma, che sarebbe suicida per un dirigente pubblico assumersi la responsabilità di forzature per compiacere una parte politica.