Assessori: bando periferie, ci batteremo per i progetti

“Il blocco dei finanziamenti per le periferie, che il Governo sta portando avanti con l’emendamento al decreto Milleproroghe, mette in discussione non solo il rapporto fra le istituzioni, come hanno sottolineato giustamente a più riprese i sindaci italiani, ma mina in profondità il rapporto di fiducia fra le istituzioni e i cittadini, quegli stessi cittadini che il ‘Governo del cambiamento’ dichiara a gran voce di voler mettere al centro dell’azione politica attraverso forme di democrazia diretta”. Lo dice l’assessore alla partecipazione del Comune di Lucca, Gabriele Bove, intervenendo sulla polemica degli ultimi giorni.
“A Lucca, per arrivare alla stesura dei progetti definitivi dei due quartieri social di San Vito e San Concordio – ricorda Bove -, abbiamo fatto decine di assemblee, incontri con associazioni di volontariato, cittadini, abitanti dei quartieri. Si tratta di percorsi di partecipazione reali, che hanno visto un confronto di idee e posizioni diverse, anche con momenti di dialettica a volte non semplice, ma sempre costruttiva, nell’ottica di ricercare le migliori soluzioni per chi in quei popolosi quartieri vive, lavora, studia, trascorre il suo tempo libero. Che cosa dovremmo dire adesso noi amministratori locali a tutti questi cittadini? Non è una questione di colore politico o di piccoli orticelli da difendere: si tratta di grandi progetti di rigenerazione urbana, pensati con le comunità locali. Tra l’altro, le amministrazioni vincitrici del bando sono di tutti i colori politici. Il sindaco Tambellini, vestendo la fascia tricolore in rappresentanza dei cittadini di Lucca, insieme agli altri sindaci italiani, ha firmato nei mesi scorsi alla presidenza del consiglio dei ministri i decreti con cui si assicuravano le risorse per realizzare questi progetti. Se lo sciagurato emendamento verrà approvato alla Camera, allora dovranno venire i rappresentanti del Governo gialloverde a giustificare i motivi del blocco del bando per le periferie ai cittadini di San Vito e San Concordio, come nel resto d’Italia. Da parte nostra, anche in base all’ordine del giorno votato dal consiglio comunale – con la sola astensione del consigliere Bindocci del Movimento 5 Stelle – ci batteremo in tutte le sedi possibili perché il Governo, dopo tante dichiarazioni contraddittorie sui più disparati argomenti, finalmente dia una prova di coerenza e serietà istituzionale, riconsegnando ai legittimi destinatari, i Comuni e i cittadini, ciò che ora dice di voler togliere. Mi appello alla responsabilità di tutte le forze politiche per fermare questo danno alle nostre periferie”.
A respingere nuovamente l’accusa di ‘colate di cemento’ in riferimento al progetto per San Concordio è ancora l’assessore all’urbanistica Serena Mammini: “L’amministrazione Tambellini – ricorda – presentò, per il bando periferie, uno studio preliminare che nulla ha a che fare con il vecchio progetto (denominato Steccone) quello sì assai impattante e con notevoli volumetrie, e proprio per questo sempre osteggiato da questa amministrazione tanto da farne decadere il permesso di costruire”. Mammini ricorda anche le vicissitudini passate da quella stessa area. Una “storia piuttosto complessa perché deriva da una vicenda lunga e travagliata, eredità di scelte dell’amministrazione precedente. Progetto iniziato e poi bloccato che ha lasciato in dote un grande parcheggio interrato che potevamo usare per la pesca delle carpe oppure tentare, proprio grazie al Bando periferie, di dargli un senso come base per nuove funzioni a uso del quartiere come per esempio una piazza coperta. Qualsiasi cosa si pensi, buttare là termini come cementificazione per una eventuale piazza coperta è gesto quanto mai audace e impudente. Sarebbe più utile per tutti, soprattutto per chi riveste ruoli di responsabilità, esprimersi con cognizione di causa partendo dalla fonte delle informazioni e non basare le proprie esternazioni sul sentito dire”.